Artigiani in Valle d’Aosta, Michael Munari: «idee ed emozioni nelle mie storie di legno»
Conosciamo Michael Munari, vincitore del Premio Enfanthéâtre, con un'ingegnosa opera giudicata la migliore, con un voto altissimo, dai giovani spettatori del festival teatrale organizzato dal Comune di Aosta
Artigiani in Valle d’Aosta, Michael Munari: «idee ed emozioni nelle mie storie di legno»
Gazzetta Matin ha iniziato un viaggio per conoscere da vicino gli artigiani premiati in occasione della 1024ª Fiera di Sant’Orso.
Nadia Camposaragna curerà il tour nei laboratori degli artigiani che si sono distinti in questa edizione della Millenaria.
Dopo aver conosciuto Marcel Diemoz, Prix Don Garino e Aldo Bollon, Prix Jans con il corso di vannerie di Saint-Marcel, è la volta di Michael Munari, Prix Enfantéâtre 2024
Histoires en bois, Prix Enfanthéâtre 2024
L’opera Histoires en bois è la scatola magica che custodisce, incastonati in una scenografia fantasiosa e animata, racconti che aprono all’immaginazione.
Realizzata da Michael Munari e premiata con il Prix Enfanthéâtre alla 1024ª Fiera di Sant’Orso, è destinata alla compagnia teatrale vincitrice del XXII EnfanThéâtre, rassegna teatrale per bambini presentata al Teatro Giacosa di Aosta dal 4 novembre 2023 al 27 gennaio 2024.
Enfanthéâtre con la famiglia
Michael, hai vinto con un’opera ingegnosa premiata con un punteggio di 9,5 da una giuria di giovani spettatori del Festival…
«Con la mia famiglia ho visto quasi tutti gli spettacoli di “Enfanthéâtre” il cui tema era “Unione”.
Così ho pensato di realizzare un’opera che potesse racchiudere l’intera rassegna ideando un “automata” che unisse la particolarità di ogni spettacolo: sulla base, che richiama la zattera di “Huck”, c’è un libro aperto (da “Billy e Kid verso l’Isola del Tesoro”) con in mezzo un albero (da “Chi ha paura di Denti di Ferro?”) e gli elementi di ogni altra messa in scena.
Mi ha preso due mesi di lavoro, ma ne è valsa la pena, visto che da sempre mi affascinano la manualità, il costruire qualcosa e gli automi».
Un premio importante alla tua prima Millenaria…
«Ne sono davvero felice. Le mie figlie sono passate da “papà, speriamo che tu non vinca” così l’opera restava a casa, all’essere super contente quando ho vinto».
Gli esordi della scultura con il maestro Dario Berlier
Nato ad Aosta, Michael Munari dopo il liceo è obiettore come soccorritore in Croce Rossa, prima qui poi a Milano dal 2005 al 2012.
Tornato ad ad Aosta, dal 2017 è passato in forza al 118.
«La scelta di andare a Milano è stata dettata dalla voglia di fuga, la stessa che mi ha riportato a casa, insieme a Libero, preso al canile meneghino, permettendomi di rivalutare la Valle d’Aosta con tutte le sue peculiarità e guardando anche la Fiera di Sant’Orso con altri occhi».
Da qui nasce il tuo desiderio di scolpire…
«Vedendo alla Fiera le scuole di artigianato sotto ai portici di piazza Chanoux, pensai di provare.
Nel 2019 Cristian Gallego Selles, uno dei miei colleghi che già scolpiva, mi suggerì il corso di scultura di Gressan del maestro artigiano Dario Berlier del quale ho frequentato anche la Bottega scuola (2021/2022). Ho deciso così di partecipare per la prima volta alla mostra concorso nel 2022 (2° premio con il bassorilievo “Quella carezza della sera” dove un picchio nutre il piccolo ndr) e alla Fiera di Sant’Orso di Aosta nel gennaio scorso dove ho esposto anche bassorilievi raffiguranti fantasiose mongolfiere, volate letteralmente via. Ero meravigliato e contento. Ne rifarò».
La scultura, tra sfogo e divertimetno
Cosa ti piace della scultura?
«Mi rilassa ed è una valvola di sfogo che mi distoglie anche dalla non sempre rosea quotidianità lavorativa. Mi piace l’idea di fare sculture “simpatiche” dove colori, forme e movimento interagiscono, materializzando idee ed emozioni e vorrei sperimentare la scultura del volto umano, ma non mi sento ancora pronto».
Cosa rappresenta per te l’artigianato?
«Seppur ci sia dentro da poco tempo, penso sia una realtà da portare avanti. Ben venga la tradizione, ma con sguardo innovativo e sperimentale».
Annalisa, Zoe e Sveva e il cane Libero
Oltre al fedele Libero hai due bellissime figlie, Zoe e Sveva e l’adorata moglie Annalisa conquistata dopo molto tempo…
«Un amore, da parte mia, nato al liceo e platonico, perché lei proprio non sapeva neanche esistessi, essendo anche in un’altra classe.
Poi la vita ha portato me a Milano e lei a Bologna fino al nostro ritorno in Valle, riuscendo per caso a conoscerci anche per via dello stesso ambito in cui lavoriamo, seppur con ruoli diversi.
Era destino, coronato dalle figlie e finalmente dalle nozze nel settembre scorso».
Progetti e hobbies?
«Parteciperò alla 1025ª Fiera di Aosta.
Sto già pensando ai soggetti da scolpire e a uno in particolare magari per concorrere di nuovo.
Come hobbies ho giocato a ping pong a livello agonistico, anche in campionati regionali, fino a una decina di anni fa con la TT Coumba Freide, ho sempre avuto la passione per la fotografia, i viaggi con la mia famiglia e mi piace molto leggere, un vero sport mentale».
Qui, per vedere il funzionamento dell’automata ‘Histoires en bois’
(nadia camposaragna)