K2-70, Anna Torretta e Federica Mingolla nella spedizione femminile al K2 nel 70° anniversario della conquista
La spedizione K2-70 voluta dal Cai e coordinata da Agostino da Polenza è composta da donne italiane e- pakistane, tra queste le guide valdostane Torretta e Mingolla
Sarà una prima assoluta: otto donne per un Ottomila, quattro italiane e quattro pakistane insieme per salire il K2 a 70 anni dalla conquista italiana, e tra queste le due guide valdostane Anna Torretta e Federica Mingolla.
Si chiama K2-70 il progetto voluto dal Cai, patrocinato dal ministero del Turismo e degli Esteri e coordinato da Agostino Da Polenza, alpinista e presidente dell’associazione EvK2Cnr, che in collaborazione con il Cnr si occupa di ricerca scientifica e tecnologica in alta e altissima quota, per celebrare i 70 anni, il 31 luglio 1954, dalla salita agli 8.611 metri del K2 di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, nella spedizione guidata da Ardito Desio.
Una spedizione femminile
Un unicum una spedizione tutta femminile sugli Ottomila del K2.
Si tratta di Anna Torretta, prima guida donna della Società delle Guide di Courmayeur, Federica Mingolla, guida alpina della Valle d’Aosta, la guida alpina padovana Silvia Loreggian, l’alpinista ossolana Cristina Piolin e Samina Baig, la prima donna pakistana a scalare l’Everest, il K2 e le Sette Vette, le scalatrici Amina Bano, Nadeema Sahar e Samana Rahim, la prima guida alpina autorizzata nel Gilgit Baltistan.
Con loro anche la dottoressa Lorenza Pratali.
«È una storia italiana, una storia di donne. Una spedizione storica: mai un gruppo di donne ha salito, tutte insieme, un Ottomila» dice Anna Torretta, raggiunta al Rifugio Torino mentre è impegnata in un allenamento corale nel Massiccio del Monte Bianco con le compagne di spedizione.
«Una spedizione femminile porta con sé sempre qualcosa di più, è un esempio di emancipazione, soprattutto in paesi come il Pakistan dove la condizione della donna è ancora molto lontana da quella del mondo occidentale» aggiunge la guida torinese di nascita che da anni vive e lavora a Courmayeur.
Contattata dal Cai, insieme al comitato K2-70 Torretta ha coinvolto le altre donne «scegliendo tra le alpiniste più rappresentative e preparate in Italia».
Gli Ottomila sono una quota nuova per Torretta che ha all’attivo, come altitudini massime, la spedizione sull’Ama Dablam, 6.852 metri, in Nepal, salito senza sherpa per il progetto il Lato Femminile della Montagna, nel 2006 e il tentativo sul Cho Oyu, 8.200 metri, sempre in Nepal, per la prima discesa italiana in sci, che, a causa dell condizioni meteo e della neve, è rientrato a quota 7.000.
L’idea di lavorare con un gruppo di donne motiva particolarmente Anna Torretta che fa parte del team di Donne di montagna, ed è impegnata nell’organizzazione dei Women’s Climbing Days. «Ho sempre lavorato con team femminili cercando di formare donne che vadano in montagna» conferma la guida.
«Sono sicura che la spedizione K2-70 sarà una tappa fondamentale della mia vita» aggiunge Torretta.
Anche per Federica Mingolla, giovane e forte scalatrice torinese di nascita ma da qualche tempo residente a Introd, gli 8.000 metri sono una novità.
«Non ho mai provato un Ottomila, non avevo questa ambizione ma quando si è presentata questa occasione ho accettato perché sarà un’esperienza che comunque andrà ne varrà sicuramente la pena» dice Mingolla.
«La salita a un Ottomila richiede un’organizzazione che non sarei stata in grado di gestire da sola, così quando il Cai mi ha contatta ho colto la palla al balzo – aggiunge -. È una sfida ancora più motivante perché organizzata per celebrare il 70° anniversario della conquista italiana del K2».
La preparazione
Scialpinismo, salite in montagna e un po’ di palestra per la rifinitura è la preparazione che le due guide alpine valdostane intendono seguire.
«Vado in montagna tutti i giorni e continuerò a farlo, credo che a fare la differenza saranno la capacità di resilienza e l’aspetto mentale che agli sportivi solitamente non manca» dice Federica Mingolla.
Ci sarà poi occasione di prepararsi tutte insieme, dopo la tre giorni sui ghiacciai del Monte Bianco appena conclusa, nel trekking di avvicinamento al campo base, occasione «per fare un po’ di team building».
L’affiatamento è sicuramente importante, ma non così fondamentale «la salita è abbastanza individuale – dice Mingolla -, tant’è che non ci si lega nemmeno perché ci sono le corde fisse. È un mondo a parte che non conosco…»
Non solo impresa alpinistica
La spedizione K2-70 sarà l’occasione per portare avanti progetti come Ice Memory, per studiare per la prima volta neve e ghiaccio a quelle latitudini, e Montagna e Solidarietà che prevede corsi di formazione l’avvicinamento delle popolazioni locali alle attività professionali legate all’alpinismo.
K2-70, inoltre, diventerà un documentario Rai, Sulle orme del K2, che vuole celebrare il 70° anniversario dell’ascensione del 1954 attraverso il racconto della spedizione femminile.
La partenza
La partenza per il Pakistan è programmata per il 15 giugno, con arrivo al campo base il 29 giugno dove avranno inizio le attività alpinistiche e l’acclimatamento, per poi tentare la vetta di 8.611 metri nella seconda metà di luglio, anche se in realtà, come dice Mingolla, «come sempre sarà la montagna a dirci quando partire».
(erika david)