Aosta presenta il programma di sviluppo turistico, ma la minoranza insorge
Il documento illustrato da Turismo Ok in commissione prima dell'approvazione delle prossime settimane. Tanti gli spunti. Balbis (Renaissance) all'attacco: «Tante cose condivisibili, ma ovvie»
«Per il suo posizionamento, il connubio tra outdoor estivo e invernale, il patrimonio culturale, a cui si può sommare anche l’elemento di valdostanità, Aosta può diventare un polo turistico fondamentale e internazionale». Così Aimé Pernettaz, marketing manager di TurismOk, incoraggia i membri della prima e della seconda Commissione consiliare, riunite in seduta congiunta per l’esposizione del Programma di sviluppo turistico del capoluogo.
Il Programma di sviluppo turistico
Successivamente all’illustrazione, avvenuta nel corso di martedì 12 marzo, avverrà il passaggio formale e deliberativo nel corso della prossima settimana.
L’azione di TurismOk, società incaricata della creazione del Pst (Programma di sviluppo turistico), prende il via dai dati raccolti durante gli incontri con operatori della città.
«Erano una quarantina i proprietari di attività e rappresentanti di associazioni, del turismo sportivo e culturale presenti – continua Pernettaz -. Loro, direttamente, hanno disegnato i flussi, le debolezze e i punti di forza di Aosta».
Dalle valutazioni di chi agisce sul territorio si è giunti alla redazione del piano.
«All’interno ci sono alcuni progetti più semplici in atto e altri molto complessi – spiega Pernettaz-, come la creazione di uno strumento di governance che ad oggi non c’è. Il sistema turistico, in capo al Comune, è tratteggiato dagli operatori con luci e ombre per la distribuzione delle competenze poco chiara tra comune e regione e la conseguente confusione su chi è responsabile di cosa. È auspicabile la nascita di un team con approccio manageriale, definito e con esperienze nel settore».
I dati danno fiducia
Jean Paul Tournoud, data analysis manager di TurismOk, sottolinea però dati che infondono fiducia ai presenti.
«A dicembre 2023 sono state rilevate 223mila presenze, una quantità maggiore rispetto alla stima che avevamo previsto per la ripresa post-Covid – racconta -. Attualmente vi sono 1.500 posti letto con la micro ricettività in aumento e le strutture tradizionali in leggero calo. Abbiamo inoltre analizzato i coperti dei servizi ristorativi, il volume degli eventi e delle attività attrattive comunali, regionali o di altre entità. Ci siamo poi concentrati sul rapporto con il comprensorio di Pila».
Il rapporto con Pila e l’outdoor
A proposito di questo aspetto, esponendo il Pst, Pernettaz evidenzia che «i flussi legati allo sci alpino hanno un peso specifico rilevante, ma con varietà limitata e interamente derivanti da Pila – evidenzia ancora Pernettaz -.Per migliorare serve maggiore differenziazione, puntando ad esempio su sci alpinismo, ciaspole e attività famigliari. Bisogna inoltre valorizzare le alternative culturali e territoriali per essere pronti alle conseguenze dello scarso innevamento».
Ad oggi esistono per le attività all’aria aperta delle opzioni sottovalutate.
«Pensiamo all’outdoor bike o all’outdoor trekking. Ci si rende poco conto della vicinanza con gli itinerari della via Francigena e del cammino Balteo, ne va assolutamente potenziato il collegamento».
In ambito culturale, accanto al miglioramento dei servizi, il potenziamento della segnaletica, della viabilità e del marketing, per Pernettaz è prioritario «creare un sistema di offerta connesso, con cui coinvolgere maggiormente la soprintendenza, che possiede ancora un approccio troppo legato all’informare – sottolinea -. La cultura è ancora solo una serie di eventi, invece deve diventare un bene. È opportuno coinvolgere anche artigianato e settore enogastronomico, integrando altre dimensioni e creando rapporti con il territorio e la storia della Valle d’Aosta».
Urbanistica e arredo
Lo sguardo viene rivolto anche all’urbanistica e tra i diversi consigli Pernettaz nota un aspetto.
«Si dovrebbe migliorare l’attrattività del centro storico, l’arredo urbano e i punti di collegamento con l’Area megalitica attraversola riqualificazione e il collegamento di piazza della Repubblica – spiega ancora -. Attraverso lo sviluppo della porta sud si potrebbe movimentare il flusso turistico, facendone un luogo di sosta e interscambio che liberi dal traffico veicolare il centro. Potrebbe diventare un punto di incontro tra patrimonio monumentale e ambito outdoor».
La comunicazione
L’ultimo appunto riguarda il modo di comunicare.
«Il piano di comunicazione dovrebbe essere strutturato nel tempo e coordinato con gli operatori locali, non saltuario e inerente solo a momenti specifici – si congeda -. Una volta definito il nuovo brand, cioè ciò che Aosta vuole essere, e il relativo posizionamento strategico, è opportuno avere un’organizzazione precisa, che elimini le distorsioni e le incoerenze, potenziando invece eventi coerenti con il brand».
L’opposizione punge
Punge l’opposizione, che va all’attacco con Roberta Carla Balbis (La Renaissance Valdôtaine).
«Ci è stata fornita una puntuale fotografia, ma siamo sempre allo stesso punto, da qui dove vogliamo andare? – esclama -. È vero che sono sufficienti determinati investimenti per essere realmente una città turistica? Ciò che abbiamo sentito ripercorre in diversi punti quello che noi consideriamo necessario, come il coordinamento con la regione, la creazione di un sistema, il miglioramento dell’arredo urbano o la creazione di una governance manageriale e professionale. È curioso che se queste valutazioni arrivano da altri vengano ascoltate».
Balbis punge però anche TurismOk.
«Invece di stare nei massimi sistemi, si dovrebbe cercare di essere più precisi e concreti, ad esempio quando si parla di cultura o di rappresentanza della valdostanità – conclude -. Tante cose sono molto condivisibili, ma ovvie».
«Progetti saranno sviluppati da area turistica»
Alina Sapinet, assessora alla Promozione turistica, puntualizza.
«È l’area turistica che avrà il compito di concretizzare i progetti che sono collegati al piano, di cui condivido il progetto e il suo sviluppo – ribatte -. Rispetto al passato, quando Aosta veniva vista solo come potenzialmente turistica, oggi lo sta diventando anche più rapidamente rispetto alle previsioni».
Loris Sartore, assessore all’Ambiente, aggiunge.
«Se non fossimo soddisfatti del piano non sarebbe arrivato su questo tavolo – conclude -. Gli assessori hanno fornito indicazioni su come sia possibile svilupparlo».
(luca mauro melloni)