Artigiani in Valle d’Aosta, Marcel Diemoz: «credo nella magia del legno»
Lo scultore di Bionaz che ha vinto il Premio Don Garino con il suo Sen Predzet racconta la sua passione per la scultura, i suoi progetti e l'amore per la sua famiglia.
Artigiani in Valle d’Aosta, Marcel Diemoz: «credo nella magia del legno».
Gazzetta Matin ha iniziato un viaggio per conoscere da vicino gli artigiani premiati in occasione della 1024ª Fiera di Sant’Orso.
Nadia Camposaragna curerà il tour nei laboratori degli artigiani che si sono distinti in questa edizione della Millenaria.Abbiamo iniziato con Marcel Diemoz, Prix Don Garino, per la miglior opera in legno a tema religioso, assegnato dall’associazione Amici di Don Garino. Il riconoscimento è per il suo Sen Predzet, San Proietto, il secondo patrono della sua amata Bionaz.
L’incontro con Marcel, Mara, Sophie e Julie ma anche Sansone e Brie
L’incontro con Marcel Diemoz, vincitore del “Prix Don Garino” con la scultura “Sen Predzet”, è nel giorno di San Valentino, attorniato dalla moglie Mara e dalle figlie Sophie e Julie, che chiama amorevolmente “le mie valentine”.
Ma ci sono anche Sansone il cagnone e Brie il gatto.
Marcel, il 31 gennaio scorso a La Saint Ours hai vinto per l’originalità del soggetto presentato: un santo poco conosciuto, con solo una cappella a lui dedicata, e invernale (25 gennaio) come Sant’Orso…
«Sono felicissimo.
È stata una bella soddisfazione arrivata dopo molti anni di scultura, la mia passione.
È un tuttotondo in cirmolo che ho dedicato a Sen Predzet (San Proietto), secondo patrono di Bionaz (dopo Santa Margherita, ndr) e dei logopedisti, che miracolava i bambini muti, balbuzienti o con disturbi del linguaggio, il cui nome richiama il verbo parlare, “predzé” in patois.
Un santo poco conosciuto e quasi dimenticato. Una scultura che ho donato alla Chiesa parrocchiale di Bionaz».
Una passione nata all’Institut Agricole Régional
Marcel Diémoz, operaio in Cogne Acciai Speciali dal 2005, è nato ad Aosta e fino ai tre anni ha vissuto a Montfleury dove la famiglia lavorava per l’Institut agricole régional e con la quale si è poi trasferito a Saint-Christophe.
Ma la passione per la scultura quando è nata?
«All’Institut agricole régional. Con il corso del compianto maestro artigiano Roberto Chiurato, ma prima mi ero avvicinato all’artigianato con il corso di vannerie del docente Antonio Roncari.
Dopo la scuola ho lavorato come macellaio, poi all’Arev e in Regione come perito agrario.
Il ritorno a Bionaz
I primi anni del 2000 hanno segnato sia un ritorno alle radici, stabilendomi nella casa di famiglia a Bionaz in frazione Rey, 3, dove vivo e ho il mio laboratorio, che il riaccendersi improvviso del desiderio di scolpire.
Dal 2004, quindi, ho iniziato a esporre.
Prima alla Foire d’étè, poi alle Foire de Saint-Ours a Donnas e Aosta. Partecipo in estate, anche all’annuale Rencontre des artisans de la Vallée a Rhêmes-Notre-Dame, dove sono stato premiato varie volte».
Una predilezione per il tuttotondo
Che tipo di scultura preferisci?
«Preferisco realizzare più tuttotondi che bassorilievi, scegliendo soprattutto il legno di noce, ma anche cirmolo e tiglio. Alterno, a seconda dei periodi, vari soggetti: quelli di fantasia come fate, gnomi e animaletti “fumettosi”, per i quali ho nuove idee, a quelli con scene di vita rurale valdostana e diversi personaggi, come il contrabbandiere o quello con in spalle la “brenta” (il contenitore del latte), realizzati in noce tempo fa.
Penso che sia il legno a decidere il da farsi, ogni pezzo ti chiama, la magia è tutta lì e magia, per me, lo è anche ogni fiera».
Bomboniere, scultura en plein air e non solo
Progetti?
«Sto realizzando oltre cento bomboniere in cirmolo, fiori della flora valdostana, per una coppia di amici e lavorando a soggetti per la prossima Rencontre des artisans de la Vallée a Rhêmes-Notre-Dame.
Ho iniziato anche a riflettere sui pezzi di noce, già sgrossati, per tuttotondi che vorrei portare alle Foire di Donnas e Aosta nel gennaio 2025.
Per la prossima estate, inoltre, ho in programma di scolpire “en plein air”, dal mio amico Massimiliano Glarey a Cogne, in Valnontey, oltre a partecipare ancora a “Chez nous”, evento volto ad abbellire con opere lignee il Comune di Oyace, coinvolgendo vari scultori valdostani (ad agosto ndr), per il quale da qualche tempo dò anche una mano nell’organizzarlo, insieme alla sindaca Stefania Clos e all’Amministrazione comunale».
La sua bella famiglia
A inizio 2022 hai coronato un bel sogno…
«Con Mara, l’amore della mia vita, ci siamo incontrati a inizio 2010, quando dal Piemonte è venuta a fotografare il carnevale e abbiamo deciso subito di vivere insieme.
Sophie poi è nata nel 2012 e Julie nel 2019. Ma era mio desiderio coronare tutto questo con le nozze che sono state celebrate il 15 gennaio 2022 qui a Bionaz davanti ai sindaci Stefania Clos (Oyace) e Walter Nicase (Bionaz). Pochi invitati per una festa semplice, ma davvero molto bella ed emozionante».
Hai tempo per altro?
«Mi piace cucinare, pescare e adoro soprattutto andare a funghi».
(nadia camposaragna)