Addio a Ferruccio Miazzo, il partigiano Gordon che scelse da che parte stare
Classe 1924, originario di Padova, Ferruccio Miazzo avrebbe compiuto 100 anni il 15 ottobre, il ricordo dell'Anpi
Si sono celebrati oggi, martedì 5 marzo, i funerali di Ferruccio Miazzo, Gordon, il partigiano che scelse da che parte stare.
A rendergli omaggio parlando ai familiari, il figlio Loris con Susanna, il nipote Michel con Noemi, anche l’Anpi Valle d’Aosta.
Le origini venete e l’arrivo in Valle
Ferruccio Miazzo, il più piccolo di 8 fratelli, era nato a Padova il 15 ottobre 1924, ma fin dall’età di 9 anni si trasferì con la sua famiglia ad Aosta, per raggiungere una delle sorelle.
«Ma quel viaggio da Padova ad Aosta amava raccontarlo sempre» ricorda l’Anpi
«Venendo in Valle d’Aosta avevano fatto sosta a Bergamo, dove era salita la piccola Maria, una bambina di 6 anni che stava raggiungendo il papà, con la mamma e la sorella. Chi avrebbe mai immaginato che quella bambina, Maria Volpi, sarebbe diventata la fidanzata di Ferruccio e poi la sua sposa e compagna di tutta la vita».
Gordon, forte e veloce come l’eroe dei fumetti
Ferruccio, o meglio Gordon, «quel giovane ragazzo che scelse da che parte stare, un nome che ricordava con fierezza perché legato all’eroe dei fumetti Flash Gordon. Forte e veloce come diceva di essere stato da giovane», entra nella resistenza a 20 anni come partigiano nella 76ª Brigata Garibaldi.
Il partigiano ci teneva a ricordare che «già a 14 anni, mentre sfilava come caposquadra moschettieri nei piccoli Balilla e assistette al pestaggio di un anziano che non si era tolto il cappello al loro passaggio, aveva deciso di togliersi la camicia nera e di non sfilare più».
Un ragazzo dalle idee chiare che quando riceve la cartolina di richiamo alle armi scappa da Aosta per rifugiarsi da suo fratello Ampelio a Quincinetto.
Per evitare ripercussioni al fratello, essendo renitente alla leva, si unisce alla banda partigiana comandata dal partigiano Tin, Oreste Ferrari, sotto Timo, Primo Corbelletti, commissario politico di Biella.
«Ha partecipato a molte azioni a Ivrea, Biella, Andrate, sulla Serra e li aveva iniziato a capire cos’era la guerra. E poi ecco l’azione più difficile, la battaglia del Lys del luglio 1944. Qui, con i compagni, Gordon è destinato a Tour d’Héreraz, dove fanno saltare un ponte e attaccano i fascisti» ricorda l’Anpi.
«Ne uccidono, alcuni scappano, ma uno di questi viene ferito e il comandante ordina a Gordon di restare lì a controllarlo e sparargli quando si ritireranno. Inutile dire che quando fu il momento della ritirata, lui non ha assolutamente sparato a quell’uomo ferito».
Torna a casa per il Natale 1944, trascorre giorni sulle montagne, nella neve, per evitare i posti di blocco, attraversa il Buthier per raggiungere la casa di una delle sorelle ma, denunciato dai vinci, viene arrestato e portato alla Torre dei Balivi.
«Ogni giorno dalla finestra del carcere vede il padre che passeggia con il sigaro in bocca e Maria che gli porta cibo, che lui divide con i compagni. Un giorno però un secondino lo chiama fuori e immagina sia arrivata la sua ora. Invece viene liberato, perché il fratello Ampelio aveva trovato il modo per farlo passare per un contrabbandiere e non per un partigiano» dice ancora l’Anpi.
Il barbiere metalmeccanico appassionato di motociclette
Finita la guerra Ferruccio inizia a lavorare alla Cogne e porta avanti l’attività di barbiere, «si impegna nel sociale, in politica e coltiva la sua passione per le moto».
Attivista del Partito comunista italiano era impegnato nel comitato del Qiartiere Cogne e nella sezione dei motociclisti del Cral Cogne.
«Chi parlando con lui non ha sentito parlare della Guzzi Airone 250 Sport, dei viaggi in giro per l’Italia o del suo garage, in cui, assieme a Loris, amava prima restaurare quelle moto e poi semplicemente andarle a guardare!».
«Certo, avremmo voluto festeggiare i tuoi 100 anni (fra 7 mesi) a suon di clacson, nel tuo garage, ma ora non ci resta che farti una promessa caro Gordon, noi continueremo a ricordarti e Loris a curare le bellezze nel tuo garage» conclude la sua orazione funebre l’Anpi.
«L’impegno è continuare ad essere staffette di quei valori che partigiani come te ci hanno trasmesso. Ciao Ferruccio. Ora e sempre Resistenza».
(re.aostanews.it)