Suicidio assistito: Pcp illustra la proposta di legge che definisce tempi e procedure
La proposta di legge depositata è aperta alla sottoscrizione di altri consiglieri, Marco Cappato: «sono fiducioso che si possa decidere in una logica di rispetto delle persone malate»
Con la proposta di legge 135 depositata dalle consigliere regionali Erika Guichardaz e Chiara Minelli (Pcp), la Valle d’Aosta è la quindicesima regione che dovrà esprimersi su procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito.
La proposta di legge Liberi subito – Liberi fino alla fine nasce dall’associazione Luca Coscioni, è stata inviata a tutti i consiglieri regionali in modo trasversale, e, dopo alcuni approfondimenti, è stata fatta propria e depositata, il 15 febbraio da Guichardaz e Minelli che oggi pomeriggio l’hanno illustrata insieme a Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, in video collegamento.
Obiettivi
L’obiettivo della proposta di legge è definire tempi e procedure perché le persone possano usufruire del suicidio medicalmente assistito in seguito a quanto sancito dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019.
«Parliamo di persone che hanno esplicitato la volontà di ricorrere al suicidio assistito, in piena autonomia, persone malate, con patologia irreversibile, insopportabili sofferenze fisiche o psichiche e tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale» evidenzia la consigliera Erika Guichardaz.
Marco Cappato sottolinea che si tratta di un’iniziativa «aperta al sostegno di chiunque lo vorrà».
«Non si tratta di sancire un nuovo diritto, il diritto esiste già» sottolinea Cappato.
«Quattro persone in quattro regioni diverse -Marche, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Toscana- lo hanno già ottenuto perché la Corte costituzionale ha stabilito che se il paziente è in quelle condizioni, il reato è depenalizzato» spiega il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
«Il diritto è stabilito dalla Corte costituzionale che ha chiesto al Parlamento di intervenire, cosa che il Parlamento non ha ancora fatto. La Valle d’Aosta è competente per legiferare in questa materia?»
«Sì – aggiunge Cappato -, perché la proposta di legge non espande o restringe la platea di persone che possono usufruire del suicidio medicalmente assistito, ma definisce le modalità di attuazione che sono competenza del servizio sanitario regionale e della Regione Valle d’Aosta non da domani, ma da ieri».
«Già oggi c’è il dovere del direttore sanitario di dare una risposta» precisa ancora Cappato.
«Se il Consiglio regionale vorrà cogliere l’occasione per uno scontro ideologico su a chi appartiene la vita, allora è difficile che passi – osserva il promotore della proposta di legge a livello nazionale -, ma leggendo con attenzione si deve votare sull’attuazione di un diritto nazionale da parte del servizio sanitario, allora sono fiducioso che si possa decidere in una logica di rispetto delle persone malate».
Cappato pone l’accento sulla necessità di normare i tempi per la verifica delle condizioni dei malati che avanzano questo tipo di richiesta.
Nella proposta di legge sono indicati 20 giorni.
«Fare in fretta è importantissimo soprattutto per chi non è nelle condizioni di ricevere suicidio assistito. Per persone così è importantissimo che si verifichi, per poterli aiutare con altre cure» spiega.
Ai consiglieri che si occupano della prevenzione dei suicidi Cappato dice che «verificare condizioni è importante per evitare il suicidio clandestino quando i malati avrebbero invece il diritto di essere curati».
«Questa è un’occasione straordinaria per il Consiglio della Valle d’Aosta per discutere un tema così importante e spero che i consiglieri lo faranno senza lasciarsi dirottare da quello che non è scritto nella legge».
Le sensibilità del Consiglio regionale
La consigliera Chiara Minelli evidenzia come il suicidio medicalmente assistito sia «un tema che va oltre l’appartenenza politica, che tocca la sfera personale, religiosa».
«Qualcuno ha detto che abbiamo voluto intestarci la maternità politica di questa legge, no. Noi abbiamo accolto un invito che viene dall’associazione e dalla cittadinanza, per colmare un vuoto che pesa e che lo Stato non ha ancora potuto o voluto colmare» ancora Minelli.
«La sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul piano etico e giuridico segna un punto di svolta, da qui non si può tornare indietro. La giusta regolamentazione è una responsabilità che non si può eludere».
«Capisco che in molte persone questo tema possa creare un disagio e un travaglio non indifferente – aggiunge la consigliera Minelli -. Io stessa mi sono posta degli interrogativi e ho analizzato attentamente la proposta. Non riconosce in diritto al suicidio, ma la facoltà di chiedere aiuto per compierlo a certe condizioni: scegliere in piena autonomia, avere una patologia conclamata irreversibile, fonte sofferenze, essere tenuti in vita da un sostegno artificiale. Condizioni che devono essere verificate».
Con questa proposta di legge Pcp ha voluto «raccogliere un’esigenza sentita. Rinnoviamo l’invito ai consiglieri a sottoscriverla e dare il loro contributo ai lavori che prenderanno avvio a breve in Commissione e che poi ci porterà in aula».
Riguardo alla sensibilità con la quale il Consiglio potrà accogliere una proposta di questo tipo, Guichardaz ricorda che l’assessore Luciano Caveri ha annunciato la condivisione e che Rassemblement Valdôtain ha detto che avrebbe lavorato alla legge, magari proponendo emendamenti.
«Si chiede che le strutture mettano a disposizione quanto è necessario per assecondare la volontà del malato, facendosi carico delle spese mediche e dell’attrezzatura – chiarisce Guichardaz -. Non vogliamo che la legge venga strumentalizzata, crediamo che con il testo sotto mano anche altri consiglieri possano considerare di sottoscriverla» aggiunge la consigliera ricordando che «la Valle D’Aosta è stata virtuosa in tema eutanasia, la più virtuosa, proporzionalmente, nella raccolta firme».
«Non andiamo a mettere un diritto in più né incentiviamo al suicidio come detto nei corridoi da qualche collega – conclude Guichardaz -. Vogliamo tempi e modalità uguali per tutti».
La proposta di legge 135 sul suicidio medicalmente assistito
Il diritto al suicidio medicalmente assistito è riservato alle persone che ne formulino richiesta in piena lucidità, con patologia irreversibile, insopportabili sofferenze fisiche o psichiche e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale.
La proposta di legge si compone di 6 articoli che sanciscono:
- la garanzia della necessaria assistenza sanitaria
- l’individuazione delle condizioni di accesso alla pratica secondo quanto stabilito dalla Corte costituzionale
- la previsione di una Commissione medica che verifichi le condizioni
- la disciplina della procedura e dei tempi (massimo 0 giorni)
- la gratuità della prestazione
- la clausola di invarianza finanziaria
Qui il testo completo della proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito
(erika david)