Voto fuori sede, anche il Consiglio di Aosta fa pressione per approvare la norma
Approvato all'unanimità l'ordine del giorno proposto da Pcp; nel dibattito, emersa la necessità di lavorare su educazione civica, rappresentanza e ruolo dei partiti
Spingere su presidente della Regione, Renzo Testolin, e Senatrice, Nicoletta Spelgatti, per far sì che la proposta di legge sull’esercizio del voto in un comune diverso da quello di residenza possa trovare compimento anche in Senato, così da consentire la votazione già dalle Europee di giugno.
C’è nuovamente l’unanimità da parte del Comune di Aosta, che tra precisazioni e modifiche ha approvato l’ordine del giorno presentato da Pcp.
L’ordine del giorno
A illustrare l’iniziativa, presente simile anche in Regione per mano di Erika Guichardaz (Pcp), la consigliera del Pcp comunale, Cecilia Lazzarotto.
«Spero che il voto fuori sede sia un sogno che finalmente si realizza – esclama Lazzarotto -, per tutte quelle persone lontane da casa per qualsiasi motivo, che sia lavoro, studio, o siano caregiver».
Sperando che dopo il passaggio in Senato la normativa passi anche alla Camera, Lazzarotto snocciola alcuni dati.
«Viviamo un paradosso, è possibile votare per chi è domiciliato temporaneamente all’estero, ma non per chi sta in altro Comune o Regione – spiega ancora -. Il diritto di voto è un principio della Costituzione».
Principio che, però, lotta sempre più contro l’astensionismo.
«Nel 2022, alle politiche, in Valle ha raggiunto il 39.4%, percentuale molto preoccupante e in crescita – conclude Lazzarotto -. Noi abbiamo molti studenti fuori sede e persone che lavorano fuori Valle. Come successo in Lombardia, sulla proposta c’è accordo tra le forze politiche; sappiamo quanto il lavoro di Regini e Comuni possa essere importante per sollecitare i diritti dei nostri cittadini».
Le posizioni
Il presidente del Consiglio, Luca Tonino, ricorda «la continua emorragia dei votanti», arrivata in ritardo anche in Valle ed evidenzia come «l’ordine del giorno non ha la presunzione di risolvere la questione, ma credo che possa far ragionare».
Bruno Giordano (Lega) chiede di riflettere sulla «Costituzione, magnifica, ma un po’ datata» e riporta alla mente come «fino a una certa epoca chi non votava poteva essere sanzionato, poi la cosa è stata cancellata in nome di presunte libertà».
Chiesto di dare maggior peso a materie come l’educazione civica, Giordano sottolinea come «se non si interviene sui giovani (cosa peraltro voluta per lungo tempo dalla politica), non si capirà mai che se non vai a votare non fai un dispetto ai politici, ma fai loro un piacere. I “clientes” andranno sempre a votare».
Richiedendo anche «comportamenti virtuosi» da parte della politica, Giordano chiude con una stoccata, evidenziando come Pcp «ormai esista solamente in quest’aula».
«Vorrei sapere come un cittadino fa a districarsi tra tutte le sigle presenti già solo nella politica valdostana – conclude -. Se già noi che siamo considerati a torto professionisti della politica non riusciamo, pensate a loro».
Gabriella Massa, Pcp, evidenzia la presenza di una «nuova generazione disaffezionata, ma per ragioni profonde – dichiara -. È una generazione bistrattata, che ha pagato scelte scellerate; aiutarli credo che sia un piccolo segnale di attenzione nei loro confronti».
Sylvie Spirli (Lega) parla di dati sull’astensione «che devono far riflettere, negli ultimi anni sta aumentando la disaffezione; è fondamentale migliorare le normative vigenti».
Diego Foti, Pcp (ed esponente di Area Democratica) condivide «l’odg e la necessità di implementare l’educazione civica – ammette -. Rivendico anche il diritto alla rappresentanza da parte dei cittadini, visto che il 3-4% di schede bianche o nulle è un messaggio chiaro. Ci vuole una riflessione da parte dei partiti anche a livello di programmi, che vanno mantenuti».
Renato Favre (Forza Italia) lancia una provocazione.
«Siamo nel terzo millennio – esclama Favre -, è possibile che non si riesca a far votare per via telematica così da ottenere immediatamente i risultati? Capisco il problema dei brogli, ma con studi ad hoc, blindati, avremmo la soluzione per tutti».
(al.bi.)