Violenza contro le donne: Aosta dice no alle trattative «al ribasso» a livello europeo
L'intero consiglio comunale sposa l'ordine del giorno e spinge sindaco, Giunta e presidente del Consiglio a prendere posizione in merito alla trattative nel Consiglio europeo
Totale contrarietà in merito alle modifiche al ribasso in merito alla direttiva della Commissione Europea sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica.
È forte e univoca la presa di posizione del Comune di Aosta, che si esprime attraverso un ordine del giorno presentato dalla maggioranza e sottoscritto (con qualche piccola modifica) da tutte le forze dell’assemblea.
L’ordine del giorno sulla violenza di genere
Entrando nei dettagli, l’ordine del giorno pone in evidenza proprio l’adozione, da parte della Commissione Europea, l’8 marzo 2022, della Direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica (COM/2022/105) – 2022/0066 (COD).
Ma più che altro i fari sono puntati sulle trattative «al ribasso» che si stanno vivendo «in seno al Consiglio Europeo».
Qui, infatti, come evidenziato nell’ordine del giorno, «diversi Stati, come Ungheria e Polonia, stanno esercitando una forte pressione per far cassare dalla direttiva l’articolo 5 che, definendo lo stupro come “sesso senza consenso”, ne favorisce la penalizzazione negli ordinamenti di tutti gli Stati».
Stigmatizzata anche la posizione della presidenza belga che, «nel tentativo di trovare una mediazione ha modificato il testo in diversi punti, eliminando la definizione di “molestie sessuali nel mondo del lavoro” (articolo 4), l’articolo 5 (Stupro) ed escludendo dai reati penali di cui all’articolo 6 la mutilazione genitale intersessuale, la sterilizzazione forzata e le molestie sessuali nel mondo del lavoro».
La presa di posizione
Ricordando la mobilitazione di sindacati e associazioni nei confronti del Governo italiano, volta a «difendere le norme a tutela delle donne» e a respingere «la proposta al ribasso della presidenza belga», il documento spinge il Comune a continuare il suo «costante impegno al contrasto di ogni forma di violenza contro le donne e di violenza domestica».
Ma soprattutto impegna sindaco, Giunta e presidente del Consiglio ad agire «presso il Governo, le istituzioni eurounitarie, nonché in sede ANCI, affinché sia espressa totale contrarietà alle ipotesi di modifica alla Direttiva (COM/2022/105) come avanzate dalla Presidenza belga», respingendo così «le modifiche peggiorative proposte su stupro, molestie sessuali nel mondo del lavoro, mutilazione genitale intersessuale e sterilizzazioni forzate e sia garantita in tutti i Paesi dell’UE un’adeguata protezione alle donne e agli altri soggetti interessati».
I commenti
«Siamo a un bivio, l’Europa è a un bivio – esclama l’assessora alle Politiche sociali, Clotilde Forcellati -. Rischiamo di essere poco coraggiosi non approvando quanto passato in Commissione con la direttiva del 2022».
Forcellati è decisa.
«Questa direttiva fortificherebbe la convenzione di Istanbul e sarebbe un peccato non incidere tutti sulla strada decisa dal nostro Paese – continua Forcellati -. Qui, poco cambierebbe, perché il nostro codice penale prevede sanzioni importanti, ma questa sarebbe l’occasione per essere uniti, perché tutti i paesi dell’Ue portino avanti una politica di rispetto e attenzione. L’Unione non deve esserlo solo di nome, ma di fatto e una mediazione del genere rischia di essere al ribasso».
Rintuzza la linea Bruno Giordano (Lega).
«Speriamo che il prossimo Parlamento europeo possa interessarsi in maniera seria di un tema potenzialmente divisivo, visto che l’attuale è già in campagna elettorale – esclama Bruno Giordano -. Abbiamo portato un modesto contributo inserendo i soggetti più fragili, che sono i minori e spesso pagano il prezzo più alto».
Ricordato come il Pnrr non abbia messo fondi sufficienti «su questa tematica», Giordano conclude.
«Queste violenze cambiano la vita, hai paura quando vai a fare la spesa, quando prendi la macchina in garage, e hanno un’incidenza devastante – chiude -. Aosta è un capoluogo di Regione e non può limitarsi solo a parlare in senso stretto di amministrazione».
(al.bi.)