Caos trasporti e autostrada, il Comune di Aosta alza la voce
Approvato l'ordine del giorno per esprimere preoccupazione sui disagi legati all'autostrada e agli ingorghi delle settimane passate. Si astiene Area Democratica: «Non si può dire che Regione non abbia colpe»
Il Comune di Aosta alza la voce e chiede un cambio di marcia in materia di trasporti per evitare le ben note crisi e criticità legate alla viabilità degli ultimi mesi, soprattutto per quanto riguarda l’autostrada.
E per farlo utilizza il terzo ordine del giorno dell’assemblea, approvato con l’astensione di Area Democratica (Diego Foti e Luciano Boccazzi), al fine di chiedere la trasmissione alle sedi opportune della «grande preoccupazione».
L’ordine del giorno
L’ordine del giorno impegna, in particolare, il Presidente del Consiglio a trasmettere al Governo nazionale la «forte preoccupazione dei cittadini di Aosta per quanto accaduto e per la possibilità che si ripetano situazioni di grave criticità viabilistica, sulle quali né le amministrazioni locali né l’amministrazione regionale hanno il potere di incidere» e chiede a sindaco e Giunta, in coordinamento con il Celva, di spingere per la formazione di «tavoli di monitoraggio e di condivisione con i ministeri competenti, finalizzati alla prevenzione di situazioni di crisi legate alla viabilità».
«La criticità è nata da una situazione aggravata dalla chiusura della ferrovia, a cui poi si aggiungono anche quelle del Tunnel del Monte Bianco – evidenzia il capogruppo Uv, Laurent Dunoyer -. La ciliegina sulla torta sono stati i lavori sulla bretella Ivrea-Santhià, peraltro in un periodo di notevole affluenza turistica».
Questo, secondo Dunoyer, ha messo in evidenza «una mancata connessione tra governo centrale e realtà territoriali – continua -. Ciò è stato poi calmierato da un’azione congiunta, ma esprimiamo grande preoccupazione per tutte le realtà e le categorie che ruotano intorno alla Valle».
I commenti
«L’accessibilità del territorio è un tema fondamentale per aree come la nostra – sottolinea il presidente del Consiglio, Luca Tonino -. È un tema strutturale per il Paese. Nessuno chiede che i problemi si risolvano in qualche mese, ma la crescita di presenze in Valle richiede attenzione».
Sergio Togni (Lega) esemplifica le difficoltà.
«Ormai i turisti devono scegliere se fare coda in autostrada, cambiare diversi mezzi o prendere un pullman obbligato a fare chilometri di statale, la situazione è drammatica».
La collega Sylvie Spirli esclama: «Houston, abbiamo ben più che un problema – afferma -. Nelle ultime settimane abbiamo avuto le criticità del tratto autostradale, ma le problematiche sono molto più ampie. Primi piccoli passi sono stati fatti con il coordinamento tra le varie istituzioni, ma bisogna intervenire su un problema pesante per aostani, valdostani e turisti».
Diego Foti, consigliere di Pcp della corrente di Area Democratica, condivide «la preoccupazione», ma si discosta dall’odg, al pari del collega Luciano Boccazzi.
«Non condivido che la Regione non possa incidere su questa questione – afferma, astenendosi poi dal voto -. Non è concessionaria, non è il Ministero, ma deve aver forte voce in capitolo».
Pietro Varisella, Av, allarga la questione.
«Le vie di comunicazione in Valle sono importantissime – dice -. Il tema dell’accessibilità va portato a livello europeo».
La polemica
L’intervento di Bruno Giordano (Lega) crea anche un’accesa differenza di vedute con Sarah Burgay, consigliera di Pcp.
«La tempesta perfetta è legata alla tragedia del Ponte Morandi, dopo la quale si è provveduto a mettere sotto controllo ponti e cavalcavia – spiega Giordano -. Il problema, però, è che la Valle è così da sempre e pensate se la politica del no avesse bloccato anche l’Aosta-Courmayeur, che pure ci ha messo dieci anni più del dovuto a essere realizzata».
E rintuzza.
«Serve un rapporto sinergico anche con l’Europa, altrimenti rischiamo di andare nel dimenticatoio – aggiunge Giordano -. Se non siamo più una vallata di percorrenza, rischiamo di non saper più di cosa vivere, visto che l’unico segno positivo è dato dal turismo. E 17 chilometri di coda, comunque, rimangono nella testa».
Sarah Burgay si chiede quali vantaggi possa avere la Valle dall’essere «un corridoio di mobilità voluto dall’Europa, se non portare centinaia di camion al giorno – dice -. Vorrei capire i vantaggi del raddoppio del tunnel, peraltro in un momento in cui lo shift modale verso la ferrovia è pronto a essere compiuto».
«Siete tutti figli e figlie dello stesso che aveva detto no all’autostrada – conclude attaccando Giordano -. A lei non interessa perché non vive di turismo, e se il Pil di Aosta decade perché la gente non viene più non la tocca. Il raddoppio del tunnel non risolve tutto, ma se continuiamo a dare in testa all’auto e al mezzo privato ne risentiremo».
(al.bi.)