“Emile Chanoux era fascista”: reazioni di sdegno della politica contro le frasi di Aloisi (FDI)
L'ex consigliere regionale missino ha tirato fuori durante il congresso di FDI il suo cavallo di battaglia
«Il fascismo fa parte della nostra storia nel bene e nel male e va valutato in quanto periodo storico. Noi non siamo fascisti né antifascisti».
Domenico Aloisi, per 10 anni consigliere regionale del Msi, nel congresso regionale di FdI, si ispira a Giorgio Almirante che era solito dire: «Non rinnegare e non ripristinare» e poi rilancia un suo vecchio cavallo di battaglia: l’iscrizione al partito fascista dal 21 aprile 1928 di Emile Chanoux. Pertanto, “Chanoux era fascista”. Di che fare scoppiare la bomba. Le reazioni, tutte indignate, non si fanno attendere. Vanno dalla sinistra agli autonomisti passando per Forza Italia e pure dal consigliere leghista Erik Lavy, fino al presidente della Regione e all’assessore alla Cultura.
Testolin: revisionismo falso di suo
“Nell’anno dell’80° anniversario della tragica morte di Chanoux questo tipo di revisionismo è falso di suo. Chanoux è morto in un carcere fascista. Credo che la presidente Meloni debba manifestare il suo distacco da certe affermazioni”, lo ha detto il presidente della Regione, Renzo Testolin, a margine della conferenza stampa di giunta di lunedì 19 febbraio.
Guichardaz: approfondire il tema “Chanoux fascista”
“Le dichiarazioni dovrebbero essere misurate anche se rilasciate all’interno di un congresso di partito. Ciò dimostra il livello del dibattito e quello dell’approfondimento. Quanto ha subito Emile Chanoux è storia, potremmo anche promuovere un approfondimento sul tema “Chanoux fascista”, anche se credo che sarebbe il caso lo facessero loro (FdI, ndr) con documenti”. Lo ha detto l’assessore alla Cultura, Jean-Pierre Guichardaz, a margine della conferenza stampa di giunta di lunedì 19 febbraio.
Pd: il vero problema siete voi
“No cari Fratelli d’Italia, Emile Chanoux non era fascista, è stato ucciso dai fascisti, mentre è fascista invece chi crede di riscrivere la storia. Fatevene una ragione! Il vero problema siete voi che nel 2024 fate fatica a dirvi antifascisti» scrivono i dem.
Pays d’Aoste: no a riscrivere la storia
Così nell’analisi Pays d’Aoste Souverain: «Di tanto in tanto i rappresentanti dell’estrema destra e sinistra, non avendo argomenti validi da presentare, ci dicono che dobbiamo riscrivere la storia perché Chanoux aveva la “tessera del partito nazionale fascista”. Secondo le disposizioni del regime fascista tutti erano obbligati ad iscriversi al partito nazionale fascista per lavorare nel settore pubblico. Al contrario, tutte le azioni e i pensieri di Chanoux testimoniano il suo profondo antifascismo».
UV: FdI molto confusi e superficiali
La presidente dell’Union valdôtaine, Cristina Machet commenta: «Prendiamo atto dei proclami ascoltati al congresso di Fratelli d’Italia, che mi pare siano molto confusi e superficiali. Più che una proposta ci sembra che, con la logica del franchising, si voglia sfruttare il successo che Giorgia Meloni sta avendo in Italia. I Valdostani credo sappiano pesare e valutare coloro che affermano senza vergogna che il martire della resistenza Chanoux era un fascista».
Alliance: accusa offensiva e ridicola
Per il coordinatore di Alliance valdôtaine, Albert Chatrian, «l’accusa mossa non solo è offensiva, ma persino ridicola ed è stata inserita nel quadro di una polemica speciosa nei confronti dell’area politica autonomista, che in Chanoux ha da sempre un punto di riferimento ideale e morale. Sono stati i fascisti ad uccidere Chanoux nel 1944, perché lo si riteneva un pericolo sia per il proselitismo antifascista senza se e senza ma»
Erik Lavy: Chanoux pagò con la vita
Per il consigliere leghista Erik Lavy «Chanoux pagò con la vita le sue posizioni, fu ucciso barbaramente. Come chiunque allora per lavorare, anche per lui era necessaria l’iscrizione al Pnf, di certo questa non è una novità. La sua portata ideale però, i suoi testi, i suoi pensieri, i suoi auspici, evidenti nei suoi scritti non sono in discussione».
VdA Unie: sul sangue di Chanoux non si può speculare
«Sul sangue di Chanoux e sul suo esempio – scrive sul suo blog l’assessore regionale Luciano Caveri – non si può speculare e farne una macchietta da mettere alla berlina. Fu lui con i suoi scritti e con il suo esempio di amore per la nostra Valle l’ispiratore dell’autonomismo valdostano. Temo faccia parte di un filone di glorificazione del Ventennio che, nel caso specifico, usa la Storia per polemizzare senza un senso reale».
Forza Italia: superficialità
Scrive su Facebook Forza Italia Valle d’Aosta: «oltre a prenderne le distanze sulle dichiarazioni, intendiamo affermare il nostro fermo posizionamento antifascista, così come siamo sempre stati anche anticomunisti, poiché il nostro partito ripudia e combatte ogni forma di totalitarismo e dittatura. Su simili temi non può esserci alcun tipo di equivoco e simili temi non possono essere trattati con questa superficialità».
ADU: Chanoux capo della Resistenza
Ambiente diritti uguaglianza ricorda che «durante una dittatura, pochi hanno il coraggio di dire di no, subito e sempre: persone coraggiose che segnano la via. Altrettanto importanti sono però coloro che, dopo una presa di coscienza, decidono di percorrere quella via, di dire un no dopo aver detto troppi sì. Questa è stata la storia di molti partigiani ed anche degli ex internati militari italiani. Chanoux era il capo della resistenza valdostana ed è morto da antifascista in una prigione del regime».
Pour l’Autonomie: parole che si commentano da sole
«Le parole di Domenico Aloisi, nominato Consigliere Fiduciario dal Congresso provinciale/regionale di Fratelli d’Italia, si commentano da sole» puntualizza Aldo Di Marco, segretario politico di Pour l’Autonomie «La sola idea di operare una distorsione di tal portata su chi ha sacrificato la propria vita in nome dell’ideale di Resistenza al regime nazi-fascista, è priva sia di costrutto che di coerenza, e per questo supera i limiti del paradossale per approdare direttamente nell’assurdo. A questo signore che la storia la manipola a suo uso e consumo con insinuazioni sconfessate da dati di realtà inoppugnabili, voglio solo far presente che sulla strada lunga e complessa che porterà Fratelli d’Italia a venire a patti con i propri retaggi del passato, questa scelta di adombrare dubbi inesistenti di fascismo su uno dei padri della nostra autonomia costituisce un vero passo falso, che però tanto ci dice sulle sue aspirazioni politiche ed il suo modo di realizzarle. La Valle d’Aosta deve molto ad Émile Chanoux e non sarà certo una visione evidentemente distorta dei fatti ad appannarne la figura nella memoria e nel cuore di tutti i valdostani».
Stella Alpina: studiare, poi parlare o tacere
“La storia è maestra di vita, se qualcuno però da essa vuole imparare – lo scrive Stella Alpina -. Quando alcune affermazioni sono così assurde e illogiche è bene ricordare che alla politica è chiesto di alzare il livello di conoscenza senza letture superficiali che mistificano la realtà storica. Il semplice sillogismo “Chanoux aveva la tessera del PNF quindi era fascista” decontestualizzata dal periodo storico e dalla professione che esercitava, denota una superficialità imbarazzante che non tiene conto di ciò che il suo agire, al di là di ogni mistificazione, ancora oggi ci insegna. Chanoux e Chabod, padri della nostra Autonomia, hanno combattuto contro coloro che avevano un’idea dello Stato, della libertà e della democrazia che non era quella che ci ha permesso, oggi, di avere ciò che abbiamo”.
Rete Civica: patetico tentativo di ricerca di visibilità
Rete civica ritiene che “le gravi e assurde affermazioni di Domenico Aloisi a proposito di Emile Chanoux (“era un fascista”) hanno rivelato oltre ad una crassa ignoranza storica, anche un patetico tentativo di ricerca di visibilità – si legge in una nota -. Chanoux, come moltissimi italiani e valdostani, durante il ventennio aveva la tessera del PNF. Sono infatti pochissimi ancorché encomiabili i casi di intellettuali che hanno rifiutato l’iscrizione al Partito fascista. Il documento della Prefettura mostrato come uno scoop al Congresso di Fratelli d’Italia è noto da tempo e nulla toglie all’antifascismo di Chanoux. Ben vengano le “dimissioni irrevocabili” di Aloisi dagli organismi dirigenziali di Fratelli d’Italia VdA: di tale revisionismo storico la politica valdostana fa volentieri a meno”.
(re.aostanews.it)