Ospedale: 3 milioni di investimenti per la nuova terapia intensiva, «assistenza personalizzata per 12 pazienti»
4 aree di degenza, nuove tecnologie e strumenti all'avanguardia, con spazi più grandi e luminosi
Ospedale: 3 milioni di investimenti per la nuova terapia intensiva, «assistenza personalizzata per 12 pazienti».
Spazi raddoppiati e dotazioni di apparecchiature e sistemi di ultima generazione, insieme all’assistenza dei professionisti, garantiranno ai pazienti un’assistenza personalizzata.
9 mesi di lavori e investimenti per 3 milioni
Così la nuova terapia intensiva, presentata oggi, giovedì 15 febbraio, agli operatori dell’informazione e di nuovo operativa dopo 9 mesi di lavori costati 3 milioni di euro, finanziati dall’azienda Usl.
Mesi durante i quali la terapia intensiva è stata ospitata nel cosiddetto triangolo, costruito post Covid e che da oggi tornerà silente, fatta salva la malaugurata ipotesi di una nuova pandemia.
Le parole dell’assessore alla Sanità
L’assessore alla Sanità Carlo Marzi ha parlato di un sentimento di «gioia, parola forte che vuole sottolinearne l’importanza, i sacrifici organizzativi e finanziari per dare centralità a un reparto la cui storia è nata in un momento particolare e che accompagnerà a lungo la comunità valdostana».
In un primo tempo organizzata in ospedale, l’incontro con gli operatori dell’informazione è stato dirottato nella sala riunioni di via Guido Rey.
«Per la sicurezza dei pazienti, per organizzarla in loco avremmo dovuto rinviare il trasloco (iniziato lunedì 12, ndr) dal triangolo la prossima settimana, abbiamo preferito rinunciare e così la nuova terapia intensiva è già operativa».
Tecnologia e normativa in continua evoluzione
Sul perchè di un ammodernamento così significativo mentre è in corso l’intervento su restyling e ampliamento dell’ospedale Parini, si è pronunciato il direttore generale dell’azienda Usl Massimo Uberti.
«Perchè non si possono interrompere i processi di ammodernamento, né per ciò che attiene alla dotazione tecnologica, né per la normativa; dire stop ai lavori significherebbe avere ospedali inadatti ad accogliere pazienti e fuori norma che andrebbero chiusi.
Il commento del direttore del DERA Luca Montagnani
Il Direttore della Struttura Complessa Anestesia e Rianimazione e direttore del Dipartimento di Emergenza, Rianimazione e Anestesia dell’azienda Usl Luca Montagnani ha parlato di un «traguardo importante» ringraziando «la vera anima della Rianimazione, la dottoressa Monica Meucci e la coordinatrice infermieristica Elisa Pitzalis, che si accollano tutto ciò che deriva dalla gestione di un reparto così complesso» ha detto.
«Siamo davanti a un concentrato di nuove tecnologie, parlerei di una nuova terapia intensiva, non tanto di una ristrutturazione.
Il corpo è quello vecchio ma è cambiato persino il perimetro degli spazi, che sono diventati molto più grandi» precisa il dottor Montagnani.
L’insegnamento della pandemia
«La filosofia della nuova terapia intensiva deriva da ciò che il periodo della pandemia ci ha insegnato: abbandonare schemi rigidi in favore della flessibilità, scommettere sulle risorse umane e mantenere le competenze professionali» secondo il dottor Montagnani.
La nuova terapia intensiva
La parte di degenza si trova sul lato opposto dell’ala C rispetto alla vecchia terapia intensiva.
500 metri quadrati sono riservati alla degenza e altri 400 alla cosiddetta logistica, che comprende gli studi medici, i magazzini, gli spazi per i familiari dei pazienti, per i colloqui e gli uffici.
Gli interventi dell’area logistica sono ancora da concludere; il termine dei lavori è previsto entro 7 mesi.
12 posti letto
I posti letto sono 12, 2 in più rispetto al vecchio reparto e al triangolo.
La nuova terapia intensiva è organizzata in 4 ambienti di degenza: una camera con 6 letti, una camera con 4 letti e 2 box singoli per l’isolamento.
Un sistema di ventilazione forzata all’avanguardia garantisce il bio contenimento, separato e autonomo di ciascuno dei 4 ambienti di degenza.
Gli ambienti possono essere modificati per la gestione dei ricambi d’aria e delle pressioni.
«Possiamo così proteggere ad esempio un malato immunodepresso, mettendolo al riparo da infezioni ospedaliere o ancora un paziente con malattia altamente contagiosa.
Il monitoraggio dei pazienti
Una control room permette il monitoraggio costante di ogni paziente tramite telecamere e sensori.
Tecnologie e sistemi di ultima generazione che agevoleranno anche il lavoro di oss e infermieri, che avranno 50 centimetri in più per ogni posto letto e il sollevatore che permetterà in modo automatizzato, di sollevare il paziente ed eseguire le necessarie operazioni.
La responsabile della Struttura Semplice Terapia Intensiva Monica Meucci e la coordinatrice infermieristica Elisa Pitzalis hanno ribadito l’importanza «delle nuove dotazioni tecnologiche e della nuova funzionalità del reparto, con spazi più grandi e luminosi e con la luce naturale nelle aree di degenza».
La Struttura Complessa Anestesia e Rianimazione e l’intero Dipartimento di Emergenza, Rianimazione e Anestesia dell’azienda Usl
Nella foto in alto, da sinistra, l’assessore alla Sanità Carlo Marzi, il direttore generale dell’azienda Usl Massimo Uberti, il direttore del DERA Luca Montagnani, la responsabile delle SS Terapia Intensiva Monica Meucci e la coordinatrice infermieristica della Terapia Intensiva Elisa Pitzalis.
(cinzia timpano)