Ambiente: stambecchi in salute, ce ne sono oltre 4 mila
Dai dati emersi degli ultimi 26 anni si rileva che la popolazione di questo ungulato è in lenta ma costante crescita sull’intero territorio ma il cambiamento climatico sta modificandone le abitudini
Ambiente: stambecchi in salute, ce ne sono oltre 4 mila. È quanto emerso in Consiglio Valle dalla risposta a un’interrogazione di Dino Planaz del gruppo Rassemblement Valdôtain.
Citando uno studio dell’Università di Ferrara sul cambiamento delle abitudini degli ungulati dovuto al riscaldamento globale, il consigliere Planaz ha chiesto conto dello stato di salute della specie.
Il punto
L’assessore alle risorse naturali, Marco Carrel, ha riferito: «Dai dati emersi degli ultimi 26 anni si rileva che la popolazione di questo ungulato è in lenta ma costante crescita sull’intero territorio. Nel 1997, erano stati censiti 1.934 capi, mentre lo scorso anno è stato rilevato il dato più alto, pari a 4.052 stambecchi. Lo studio dell’Università di Ferrara evidenzia come i cambiamenti climatici attualmente in corso (aumento delle temperature, alterazione dei regimi idrici, inaridimento del suolo e ritiro quasi totale dei ghiacciai) stiano lentamente modificando le abitudini di tutta la fauna. Sul territorio valdostano, considerati i numeri emersi dai censimenti, non sono stati rilevati particolari elementi che facciano presupporre una diminuzione della popolazione dello stambecco legata ai cambiamenti climatici, in quanto, molto probabilmente, le densità di animali all’esterno dell’area protetta sono molto più basse e quindi gli stambecchi (e gli altri ungulati), hanno a disposizione molto più foraggio».
Ha aggiunto Carrel: «Per tutelare le popolazioni di queste specie sono state messe in campo numerose azioni nel corso degli anni come l’installazione di pannelli informativi all’inizio dei più frequentati itinerari di scialpinismo presenti sul territorio regionale, per cercare di limitare il disturbo apportato dagli escursionisti e un’attenta pianificazione dell’attività dell’heliski, con rotte di volo e itinerari di discesa».
La replica
«Lo studio dell’Università di Ferrara evidenziava una relazione tra la riduzione della specie dello stambecco con i cambiamenti climatici e con la modifica delle abitudini della Capra ibex che, uscendo in ore notturne per procurarsi il cibo, era più esposta agli attacchi dei predatori – ha osservato il Consigliere Planaz -. I dati riportati dall’Assessore sono soddisfacenti: in passato questa specie ha rischiato l’estinzione, mentre oggi i numeri sono rassicuranti. Terremo comunque alta l’attenzione nei confronti di tutte le specie presenti sul nostro territorio al fine di scongiurarne il pericolo di estinzione».
(re.aostanews.it)