Festival di Sanremo: tra allarme bomba, lacrime e luci e microfoni sempre accesi
Dal nostro inviato a Sanremo Luca Mauro Melloni, la vigilia della 74ª edizione del Festival della canzone italiana
Festival di Sanremo: tra allarme bomba, lacrime e luci e microfoni sempre accesi
“Cosa succede?”, “C’è un allarme bomba, hanno bloccato tutto”, “Certo, anche questo è Sanremo”, ecco il surreale dialogo che ho vissuto alle 23 e 30 di ieri sera, lunedì 5 febbraio, al termine della prima giornata sanremese, la vigilia di un Festival che in realtà ha già travolto la riviera.
Allarme bomba a Villa Nobel
Villa Nobel, che stava ospitando artisti in gara e personalità dello spettacolo, viene evacuata in tutta fretta e diventa il caso del giorno.
Di fronte alla strada bloccata e alla comprensibile confusione di chi come me doveva tornare presso il proprio alloggio e invece si ritrova tra le pattuglie delle forze dell’ordine si alterna un mix di leggera preoccupazione e ponderato disincanto.
«Sarà una prova del FantaSanremo, chissà quanti punti vale».
«Saranno gli artisti che non sono stati invitati alla cena ad aver chiamato».
«Forse è Fiorello che si era lamentato in conferenza stampa che non stava succedendo nulla» – commentano giornalisti e curiosi.
Così un allarme bomba, che fortunatamente si è rivelato infondato, si trasforma in parte dello show e dell’atmosfera straniante che si respira nella città.
Dirette radio, tv e social
Mancano ancora diverse ore all’inizio della manifestazione, ma ogni angolo è popolato da stand che propongono musica, prodotti e testimonial, maxi schermi disposti un po’ dappertutto, feste private che spuntano di continuo.
Pullulano dirette radio, dirette tv, dirette social.
Fermandosi in qualunque punto del centro, si possono osservare contemporaneamente almeno una decina di influencer che parlano convintamente al proprio pubblico.
Intanto i media tradizionali intervistano passanti, curiosi e fans, le luci e i microfoni non si spengono mai.
Il popolo del Festival è pronto
Il popolo del Festival è pronto, si passa da chi osserva distrattamente il flusso delle persone a chi è disposto a fare una coda anche di mezz’ora per un selfie davanti all’Ariston, fino a chi scoppia in lacrime sentendo solo citare il nome del proprio idolo.
È sufficiente un “Alessandra Amoroso” o un “Sangiovanni” oppure un “Geolier” e le emozioni non possono più essere trattenute.
In tutto ciò quante possibilità esistevano di trovare casualmente in mezzo all’onda umana travolgente sanremese una persona proveniente dalla Valle d’Aosta?
O meglio, è possibile che la prima persona incontrata nel momento in cui si è messo piede su un marciapiede marginale della località ligure sia stata Jvli? Anche questo è Sanremo. E non è ancora cominciato.
(luca mauro melloni)