Corecom: la maggioranza si rimangia i nomi dei componenti proposti
Sostituisce i nomi di Cesarino Cerise, Emanuele Burzio e Sabina Fazari con quelli di Cristiano Pivato, avvocato (23 voti), Laura Mangosio, avvocato (18 voti), Simonetta Padalino, giornalista pubblicista (18 voti), Alberto Jorioz, avvocato (14 voti), nome fatto dall'Opposizione
Corecom: la maggioranza si rimangia i nomi dei componenti proposti. Sostituisce i nomi di Cesarino Cerise, Emanuele Burzio e Sabina Fazari con quelli di Cristiano Pivato, avvocato (23 voti), Laura Mangosio, avvocato (18 voti), Simonetta Padalino, giornalista pubblicista (18 voti), Alberto Jorioz, avvocato (14 voti), nome fatto dall’opposizione.
Quindi il Corecom è così composto: presidente Elena Boschini, componenti Pivato, Mangosio, Padalino e Jorioz.
Dopo essere stata impallinata sul nome della presidente (silurata Valeria Fadda) la Maggioranza ha deciso di azzerare i nomi.
La richiesta
Le opposizioni per bocca di Claudio Restano chiedono conto.
Così il consigliere del gruppo misto: «Prendiamo atto che nessuna delle persone proposte ha trovato il riscontro dell’aula. Siamo a Carnevale ed è uno scherzo oppure è in atto una crisi politica o della récomposition. Non capiamo il messaggio che volete fare passare? Siate seri e metteteci la faccia. Ve saremo grati così , forse, anche i valdostani».
Il Consiglio è nuovamente sospeso per una riunione dei capigruppo.
FP-PD indignazione
«Purtroppo si è ripetuto quanto già accaduto circa un anno fa in occasione della votazione del presidente Testolin – dicono i Consiglieri di Fp-Pd -. Nel segreto dell’urna c’è chi decide vigliaccamente di affossare il candidato prescelto e c’è chi, volutamente spacciandosi per esponente di una certa sinistra, vota candidamente il candidato espressione del centro destra reputandolo forse più affine alle proprie idee. Dispiace infine che vengano coinvolte in determinate situazioni professionisti di indubbia qualità, estranei ai giochini della politica».
L’Opposizione, sconcerto
Le forze di opposizione del Consiglio regionale della Valle d’Aosta, dopo la rocambolesca elezione del Corecom, che ha visto bocciare tutti e quattro i candidati proposti dalla maggioranza, hanno preso atto, con profondo sconcerto, che nonostante la sonora sconfitta né il Governo regionale, né il Presidente del Consiglio, hanno avuto il coraggio di assumere la responsabilità del fallimento. È quanto si legge in una nota di Lega VdA, RV, Pcp, FI e Misto.
«Nella giornata di oggi – analogamente a quella del primo fallito tentativo di nascita del governo Testolin – la maggioranza risicata, senza affrontare un tema importante come quello della nomina del Corecom con l’opposizione, ha indicato per bocca del Capogruppo dell’Union Valdôtaine, tramite le consuete logiche di lottizzazione, quattro candidati, dichiarando però in Aula di averli scelti valutando solo i curricula», evidenziano.
E aggiungono: «Con la bocciatura del candidato a Presidente però, in maniera singolare, quello stesso curriculum, ritenuto così fondamentale per la scelta, è stato archiviato. Non solo: anche la terna indicata per i Commissari, in un primo momento considerata dalla maggioranza di miglior qualità, è stata messa da parte e sono state votate altre tre persone, a dimostrazione del fatto che i curricula non erano i criteri fondamentali della prima scelta».
«Alla fine di tutta questa operazione – concludono -, durata oltre quattro ore e frutto di veti incrociati e veleni mai sopiti, nessuno esponente della maggioranza, pur sollecitata dall’opposizione, ha sentito l’esigenza di dare chiarimenti trincerandosi dietro un vergognoso silenzio. Che questa maggioranza fosse minata in partenza dalla mancanza di coesione era noto, oggi si aggiunge un altro tassello al quadro complessivo».
Pcp lo stigma
«Al termine di una giornata surreale, in cui la maggioranza autonomista/finto progressista ha dato prova di superficialità, confusione e sciatteria, riuscendo a indicare i 4 nominativi da votare per il Corecom e non votandone poi nemmeno uno, il gruppo FP-PD è riuscito addirittura a partorire un comunicato in cui accusa “chi, volutamente spacciandosi per esponente di una certa sinistra, vota candidamente il candidato espressione del centro destra reputandolo forse più affine alle proprie idee».
A dirlo sono le consigliere del gruppo Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz e Chiara Minelli.
E aggiungono: «Posto che l’unico candidato indicato espressamente da una forza di destra non è stata la giovane avvocata eletta Presidente, ma un altro avvocato che si è piazzato quarto, i voti che sono mancati alla candidata alla Presidenza indicata dal Capogruppo unionista sono di almeno tre franchi tiratori membri di maggioranza. Non accettiamo lezioni di comportamenti di sinistra e di progressismo da parte di chi in quest’Aula ha dato più volte prova di aver abbandonato da tempo quella strada».
(d.c.)