Omessa motivazione e intervenuta prescrizione: ecco perché la Cassazione ha annullato le condanne di Cuomo e Accornero
Depositate le motivazioni della decisione della Suprema Corte, che ha posto la parola fine sulla vicenda giudiziaria nata dall'inchiesta Corruzione in VdA
«Omessa motivazione su di un elemento già ritenuto decisivo» e, in ogni caso, l’estinzione del reato per prescrizione. Sono queste le motivazioni che hanno portato la Corte di Cassazione ad annullare senza rinvio la condanna per traffico di influenze illecite all’imprenditore Gerardo Cuomo e all’ex manager di Finaosta Gabriele Accornero. Le motivazioni sono state rese pubbliche nei giorni scorsi.
La Cassazione aveva scritto, a novembre 2023, la parola fine sulla vicenda nata dall’inchiesta “Corruzione in VdA”.
Omessa motivazione e intervenuta prescrizione
La Suprema Corte aveva cancellato le condanne inflitte a Torino nell’appello bis. Cuomo era stato condannato a 5 mesi e 10 giorni; Accornero a 8 mesi. Per entrambi era stata disposta la sospensione condizionale e la non menzione della condanna.
Nel riqualificare il reato, però, per i giudici romani, la Corte d’Appello «lascia del tutto irrisolto il quesito pure demandatogli dalla Corte di cassazione, non avendo nuovamente spiegato da quali elementi abbia tratto l’esistenza di un sinallagma tra detta utilità e l’interessamento di Accornero in relazione alla concessione in locazione degli immobili di proprietà di Autoporto».
Da qui, il nuovo vizio di omessa motivazione. L’annullamento è stato disposto senza rinvio, in quanto «il reato è estinto per prescrizione».
«Già la sentenza rescindente – scrive la Cassazione nelle sette pagine di motivazioni della sentenza – ha specificato che la data di commissione del fatto coincide con la data di conseguimento dell’utilità, individuata nel pagamento (il 3 dicembre 2015) da parte di Cuomo della fattura per i lavori eseguiti nell’abitazione di Accornero». Con riferimento a quella data, la prescrizione è intervenuta il 3 giugno 2023.
(t.p.)