Autostrada A5 Torino-Aosta: chiusura scongiurata Scarmagno-Ivrea
L'annuncio di chiusura per oggi, 22 gennaio alle 14, aveva allarmato tutti. Il confronto Ministero Ativa proseguirà
Chiusura scongiurata dell’autostrada A5 nel tratto Scarmagno-Ivrea.
L’annuncio della retromarcia è arrivato al termine della riunione di questa mattina, 22 gennaio, con i vertici della società, la Prefettura e la Regione Piemonte. Non invitata la Regione Valle d’Aosta.
Non ci sarà, dunque, la chiusura dalle 14 di oggi: un provvedimento che avrebbe mandato in tilt la viabilità del territorio, con le pesantissime ricadute economiche legate alla logistica da e verso la Francia. In caso di chiusura, infatti, i mezzi leggeri avrebbero dovuto uscire dall’autostrada e percorre il tratto Scarmagno-Ivrea su strada statale o provinciale. Più complicata la questione dei mezzi pesanti.
«Abbiamo chiesto che non si entrasse nel merito della vicenda amministrativa tra la società concessionaria e il Ministero, questione che verrà approfondita nelle sedi adeguate» commentano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore ai Trasporti, Marco Gabusi.
Oggi la retromarcia sull’annuncio di venerdì, che non cancella la questione tra MIT e Ativa, ma disinnesca una disastro dal punto di vista trasporti.
La diatriba
Al centro della diatriba tra Ativa e MIT c’è la messa in funzione di un ponte realizzato da Ativa nell’ambito degli interventi sul nodo idraulico di Ivrea. Ativa lo ha collaudato, ma dal MIT non c’è il via libera. Una presa di posizione assolutamente incomprensibile per Ativa. L’apertura avrebbe significato migliorare la viabilità autostradale alle porte dell’ Eporediese.
Testolin: in ballo l’interesse generale del Paese
“Dopo aver evitato oggi la chiusura del tratto autostradale che collega la Valle d’Aosta con Torino è ora necessario che si trovino le soluzioni tecniche per scongiurare il rischio che l’impasse tra Ministero e Ativa si ripresenti nei prossimi mesi – commenta il presidente della Regione, Renzo Testolin -. In questa vicenda è in ballo non solo l’accessibilità della Valle d’Aosta, ma anche l’interesse generale dell’intero Paese a garantire il transito verso i due trafori alpini strategici del Monte Bianco e del Gran San Bernardo”.
(re.aostanews.it)