«Darei fuoco agli studenti del Liceo Economico Sociale»: bufera per un post su FB di un professore
Il post, del 22 dicembre, è stato rimosso, ma ha fatto il giro del web. Sono stati informati del fatto la Sovrintendenza e il dirigente scolastico
La speranza – per lui – è che sia la vittima di qualche hater. Diversamente, c’è di che rabbrividere.
Sta facendo il giro del web il post del professore valdostano Nicola Molino Pernigotto che se la prende con gli studenti del Liceo economico sociale di Aosta.
Il post – che è stato rimosso probabilmente dopo la richiesta della Sovrintendenza agli studi – è del 22 dicembre scorso (vedi foto a lato).
«Se c’è una tipologia di studenti a cui darei volentieri fuoco, come a Giovanna D’Arco, be’…Les”, il Liceo economico sociale, è la sigla giusta», esordisce il professore su Meta.
Il professore in questione oggi insegna al Liceo delle scienze umane e scientifico ‘Regina Maria Adelaide’ di Aosta. Secondo il docente gli alunni, ai quali avrebbe tenuto un’ora di supplenza, sono «incapaci di accettare la più elementare norma di comportamento, perché in famiglia non ne hanno mai ricevuta nessuna. E visto che i termosifoni accesi in questa scuola non li ho mai sentiti, una classe che in questa stagione tenga tutte e quattro le finestre aperte per 50 minuti non è composta da studenti, ma da emerite teste di c… Spero che trascorrano il 2024 con una broncopolmonite fulminante».
A segnalare il post alla nostra redazione è stato oggi, domenica 7 gennaio, un ex alunno del Les, che si è sentito offeso. Lo screenshot è arrivato anche agli uffici della Regione Valle d’Aosta. La sovraintendente agli studi, Marina Fey, ha provveduto a inoltrare la segnalazione al dirigente scolastico, Giovanni Peduto, affinché valuti un’eventuale procedura disciplinare a carico dell’insegnante. Al docente si chiedono le scuse per quanto scritto.
«Non è cambiato nulla rispetto a otto anni fa, quando ci insegnavo io – si legge ancora nel post -. Incapaci di star seduti. Incapaci di star fermi. Incapaci di alzarsi da una sedia senza far rumore. Incapaci di parlare senza gridare. Incapaci di guardare un film l’ultimo giorno di scuola, perché non hanno altri mezzi per affermare la propria esistenza se non urlando».
(L. M.)