Aosta, ok al bilancio di previsione, Nuti: «Creiamo le condizioni per il cambiamento»
Atmosfera surriscaldata nell'ultima parte della maratona consiliare. Il documento "ipotizza" 18 milioni di avanzo di amministrazione e le minoranze votano contro. Girardini all'attacco
«Saremo sotterrati? Forse, ma almeno abbiamo creato le condizioni per un processo di cambiamento che chiunque dovrà portare avanti». Una replica del sindaco Gianni Nuti all’immancabile caso ciclabile riassume il pensiero “governativo” dietro il bilancio di previsione triennale e il Dup 2024-2026 approvato (con voto contrario dell’intera minoranza) dal consiglio di Aosta dopo una maratona di due giorni e il respingimento di 14 mozioni collegate presentate dall’opposizione.
I dati
I dati, già snocciolati nelle commissioni “preparatorie”, del bilancio di previsione per il 2024 parlano di un pareggio a 85.7 milioni di euro, con 51 milioni di avanzo di amministrazione, di cui “solamente” 18 milioni liberi (in attesa di definire poi il rendiconto).
Con 22 milioni di euro di entrate tributarie (spiccano di 12.5 di Imu e i 6.6 di Tari), a livello di trasferimenti ecco gli 1.9 milioni per far fronte ai rincari energetici e i 15.7 dal riparto regionale destinato agli enti locali.
Con entrate extratributarie di circa 14 milioni di euro, la copertura dei servizi a domanda individuale è sostanzialmente confermata (nidi al 60%, servizio anziani all’80% e impianti sportivi, dove rimane la gratuità per gli Under 16).
In tutto questo, le spese correnti pesano per il 67% del totale (oltre 14 milioni per personale e 1.5 milioni per le attività culturali), mentre tra gli investimenti emergono i 6.6 milioni di mutuo legati alla realizzazione del palaghiaccio.
Cala ancora, infine, il fondo crediti di dubbia esigibilità, passato dai 3 milioni del 2022 a 1.8 nel 2024.
Le relazioni
«La Giunta ha confermato di essere una garanzia nel rispetto delle scadenze, consentendo di programmare e spendere fin dal primo giorno» spiega nella relazione il capogruppo di Pcp, Paolo Tripodi, evidenziando i numerosi obiettivi da raggiungere già il prossimo anno, a partire dalla prosecuzione del costruendo accordo con Pila, passando per la valorizzazione dei maggiori eventi, dei mercati cittadini, della conclusione della rivoluzione viaria (ciclabili e non solo), fino ad arrivare ai passi in avanti in materia di Porta Sud.
«L’idea della città prosegue secondo la nostra visione – conclude -. Vogliamo portare avanti un lavoro che avrà anche un’ottica di lungo periodo. Vogliamo favorire crescita, qualità della vita e rispondere alle aspettative dei cittadini».
La relazione di minoranza
La relazione di minoranza della consigliera della Lega, Sylvie Spirli parla di un «libro dei sogni impossibili», ma anche di un «bilancio invisibile», fatto di «se e ma», tirando in ballo il tormentone della mancanza di priorità.
«Potremmo nominare il Dup “AAA cercasi priorità”» esordisce, illustrando una città in cui è evidente «la crescita del fenomeno della denatalità (quasi mille residenti in meno in cinque anni ndr)», ma che nei programmi non vede «obiettivi strategici concreti e di breve realizzazione».
Spirli rileva discrepanze tra Dup e bilancio, a cominciare dalla presunta attenzione all’analisi della ricerca commissionata all’Università della Valle d’Aosta sul tema dei bisogni e delle aspettative delle famiglie aostane con bambini di età 0-3 anni, ridotto a un mero «monitoraggio del nuovo servizio di gestione degli stessi e un semplice avvio dell’analisi della gestione in concessione dell’asilo nido del Quartiere Dora».
Sul tema fondamentale del turismo, la consigliera del Carroccio nota come a un aumento di posti letto (+307 nel 2023) non corrisponda l’attuazione di «uno strategico programma di sviluppo turistico» e resta perplessa sulla «volontà di porre un’attenzione ai pubblici esercizi e alle attività produttive della città attraverso un costante confronto con le varie associazioni di categoria», quando in realtà la maggioranza ha «completamente dimenticato il commercio, penalizzandolo con politiche della mobilità puramente ideologiche e coercitive».
Rilevato come l’obiettivo di decentrare il traffico urbano, contrasti con l’aumento dei costi dei parcheggi in struttura (presente nel Piano della sosta, ma ancora da definire ndr) e con la cancellazione «di ben 144 stalli di sosta», la consigliera della Lega ritiene fondamentale la Zona FA08, «punto cruciale per l’indirizzamento dei flussi del traffico proveniente dai territori della Plaine» e per la quale serve «una soluzione a breve termine».
Ritenuti inacettabili i tanti “se, forse, ma”, per un’amministrazione con grandi disponibilità finanziarie, Spirli bolla Dup e bilancio come «negativi» e «insufficienti rispetto alle sfide che attendono la città; se non esistesse il PNRR, questo DUP sarebbe solo un insieme di pagine vuote. State cambiando la città, è vero, ma in peggio, perché siete chiusi nella vostra bolla».
Il sindaco
Nel corso della maratona, il sindaco Gianni Nuti snocciola le tanto attese (dalla minoranza) priorità, utilizzando la metafora del treno (o littorina per meglio dire), per ricordare come l’amministrazione corra su «un asse di evoluzione su cui periodicamente salgono passeggeri e conduttori differenti» e in cui le cose ereditate costituiscono, già di per sé, delle «priorità».
«Dopo due consiliature, noi chiudiamo piazza della Cattedrale – ribatte seccato -. In un gioco in cui tutti i portatori di interesse hanno priorità, cerchiamo di smuovere le acque stagnanti, facendo al contempo una grande operazione di drenaggio di risorse».
Ricordata la progettazione e l’avvio dei lavori a tempo di record per il Quartiere Dora, il sindaco dice che «via Paravera sarebbe bellissimo prolungarla, ma non possiamo farlo».
Sulla Porta Sud «speriamo di arrivare a una linea di indirizzo condivisa», mentre per i grattacieli «mi aspetto almeno che un morso della tenaglia prenda quell’orrore e inizi a buttarlo giù».
Trovata la direzione giusta per quel luogo di «desolazione e morte di Brocherel», Nuti si lascia andare a uno sfogo.
«Forse non li finiremo, ma la nave si è mossa dal porto – conclude -. Il verde ha fatto passi avanti, gli impianti di irrigazione ci sono e abbiamo colto le indicazioni del qui e ora che non potevamo farci scappare. Il tutto in un quadro di idea della città che i cittadini vedono».
Quando si dice «siete degli incapaci – aggiunge poi in chiusura -, lo sta dando a tutta l’amministrazione, io sono solo un simbolo; in questo modo si banalizza e si fa del male. Io sono nato senza camicia, sudando dalla mattina alla sera, come continuo a fare ora».
Gli interventi: la minoranza
La chiosa del primo cittadino è riferita senza mezzi termini al capogruppo di Renaissance, Giovanni Girardini, partito lancia in resta, parlando di un bilancio «a vostra immagine», fatto di una «quantità di avvio della procedura che lascerebbe disarmato chiunque», senza mai parlare di qualcosa di concluso se non «della pista ciclabile, unica grande e devastante opera che rimarrà a vostro perenne ricordo».
Il capogruppo di Renaissance parla di «flop sancito dalla popolazione» e si chiede se «la vostra presunzione e arroganza la farà ancora da padrone».
Parlando di «bilancio inconcludente, che non fa sognare», Girardini non vede «nulla di nuovo» a causa della «vostra incapacità, come dice la Corte dei Conti, di spendere, neanche i 150 mila euro per gli arredi urbani».
Evidenziando come il flop non sia dei 6 anni della Giunta Centoz, ma «degli ultimi nove anni», Girardini prende «le distanze; siete l’incarnazione perfetta del vecchio modo di fare politica e sbattete le porte in faccia a chi cerca di fare politica».
E conclude. «Siete a fine corsa, la responsabilità, oggi, è tutta vostra, siete incapaci e in ritardo su tutto».
Più soft Eleonora Baccini (Renaissance).
«Nel 2024 riusciremo a realizzare almeno in parte i buoni propositi che ci portiamo dietro da anni? – si chiede -. Bisogna tutti aumentare gli sforzi e il fatto di non sostenere una buona idea non deve più essere un capriccio, perché è un danno per la città».
Baccini non vede «un’iniziativa fatta, finita e portata a termine», nemmeno il «progetto del cuore della ciclabile, indietrissimo, e che ha creato tanti disagi a cittadini e commercio».
Cristina Dattola (Renaissance) non le manda a dire e ricordando di aver lavorato «con disponibilità e impegno a servizio della città» evidenzia come l’amministrazione «non è stata votata solo per portare avanti i vostri desideri, per rendere la vita più difficoltosa, ma per migliorarla».
Secondo Dattola, la maggioranza non tiene conto del «malcontento che c’è nell’aria» e porta avanti le idee «con il paraocchi e senza guardarsi intorno», con una visione della città che «non considera cittadini e bisogni».
Elencate tutte le cose «mancanti», dai bagni pubblici agli interventi sui marciapiedi, conclude.
«Abbiamo un gioiello tra le mani e non lo valorizziamo. Fate mega progetti, ma trascurate l’oggi».
Bruno Giordano, dopo le sferzate nel corso della due giorni, chiedendo più volte alla maggioranza di declinare le proprie «priorità» e definendo «sei anni di nulla cosmico» l’operato della Giunta Centoz, apre anche a concessioni.
«So benissimo che state facendo i salti mortali per recuperare sei anni di errori clamorosi – dice -. Ma sappiamo anche tutti che la parte amministrativa chiederà di scegliere perché tutto non si può fare. Abbiamo cercato di dirvi di scegliere, di selezionare, perché il problema è capire come possa stare in piedi in armonia una città».
Poi una provocazione.
«C’era bisogno, con l’avanzo di 18 milioni di euro, di fare un mutuo per il palaghiaccio? – chiede -. Mi rendo conto che bisogna essere prudenti, ma così andiamo a indebitarci. Apprezzo il rispetto di tempi, le iniziative culturali che danno lustro, ma su altri settori c’è scarsa attenzione».
Renato Favre (Forza Italia) vede «cose condivisibili e altre che affronteremmo in maniera diversa – afferma -. Il Dup, però, non sostiene le attività commerciali e il turismo e scelte come la ciclabile affossano il centro. Avete troppi progetti in cantiere, usate la co-progettazione fuori contesto: Aosta è cambiata, ma in peggio. Non è più la Ville où il fait bon vivre».
Roberta Carla Balbis (Renaissance) chiede più «equilibrio» e ricorda come «siamo tutti qui per il bene comune».
Mentre sul palaghiaccio spiega la “fuga” della minoranza «perché non ci avete dato tempo di prepararci e indebitate le amministrazioni future», raccoglie l’apertura sulla candidatura a Capitale della Cultura che, però, «è il risultato di tutto il Consiglio, non ci devono essere bandierine».
E sulla ciclabile.
«Non siamo contro, ma ci sono dei problemi – conclude -. Arrivare in centro con l’auto è un disagio vero».
Maggioranza
Al fuoco di fila risponde tutta la maggioranza, a cominciare da Cecilia Lazzarotto (Pcp), che rimarca come su Quartire Cogne e Quartiere Dora «tutti si sono riempiti la bocca per anni, ma non si è mai visto fare tanto» e i risultati «arriveranno».
Sottolineato come sia semplice «cavalcare la polemica», Lazzarotto nota come un passo in avanti nel «comunicare ciò che facciamo bene vada fatto», perché i cambiamenti «portano malcontento a prescindere, ma o si guardano passare o ci si lancia».
Roberto Favre (UV) punge Girardini.
«Prendiamo atto che non si candiderà più per non prendersi una città allo sfascio – ironizza -. Sindaco e vice, invece, hanno la mia massima approvazione. Aosta era ferma e si sta dando una visione sul futuro».
La vice sindaca, Josette Borre, puntualizza in merito alla pronuncia della Sezione di controllo della Corte dei Conti.
«Si focalizza sul periodo 2020-2021 – chiarisce -, mentre la riorganizzazione della macchina organizzativa prende avvio a metà 2021. Dopo un lento inizio, con i dati alla mano si vede un’accelerata, che noteremo negli anni successivi».
Sottolineato il miglioramento in materia di riscossione dei crediti e delle strutture organizzative, la vice sindaca ricorda che l’ente si è «dotato di soluzioni organizzative idonee per la gestione dei fondi Pnrr».
E tutto questo per dire che «è molto difficile sganciarsi da una nomea consolidata – ribatte -. Ci vuole molto tempo per verificare i risultati dei cambiamenti, ma questi si sono prodotti. Siamo partiti dalle criticità del passato per migliorarci».
E chiude.
«Un bilancio dinamico è un buon bilancio – chiude -, perché lo si riprende in considerazione e lo si studia tutti i mesi, valutando l’evoluzione del percorso».
Luca Tonino (Pcp) sveste per un momento i panni del presidente del Consiglio.
«È indispensabile ricondurre il discorso a un po’ di verità, che non può essere raccontata in modo diametralmente opposto – tuona -. Governare è molto difficile, rivoluzionare la città quasi impossibile, ma il tentativo va fatto, altrimenti fai l’amministratore di un grosso condominio».
La maggioranza, però, vuole «buttare la palla avanti e provare a fare le cose – chiosa -. Arrivo da una tradizione con 30 anni di opposizione, non ho paura di tornarci. Non saremo la miglior città del mondo, ma neanche quella in cui la qualità della vita è pessima. Non ci sto a questo gioco al massacro».
Pietro Varisella (Av) ribadisce come governare una città non sia solo «interventi pubblici e opere – ricostruisce -. Noi abbiamo investito tanto in cultura, manifestazioni ed eventi sportivi, abbiamo erogato tanti servizi di cui si parla poco e abbiamo sostenuto le famiglie».
Una puntata anche sulle ciclabili.
«Abbiamo salvato il finanziamento all’ultimo momento – conclude -. Se l’avessimo perso, quanti strali avremmo raccolto? È come per il palaghiaccio, classici esempi di occasioni da non farsi scappare».
Franco Proment (Uv) nota come «la miopia si cura quando si passa da una parte all’altra della barricata – ironizza -. Ora parlate di mutui, quando a inizio 2023 siamo partiti con mutui per 18 milioni e non li hanno accesi Nuti e Borre. L’avanzo, poi, in previsionale può essere usato solo per raggiungere il pareggio di bilancio».
E rintuzza.
«Era da prima che nascesse la consigliera Spirli che non si costruiva un nido ad Aosta».
Rivolgendosi a Renaissance, l’assessore all’Ambiente, Loris Sartore, riporta alla mente il libro “La scomparsa dei fatti”.
«Oggi si può parlare di “costruzione di una realtà parallela” – esclama -. Avete tratteggiato l’azione della maggioranza in maniera diversa rispetto a quella che tutti vivono. Gli altri ci fanno critiche, ma sentiamo anche apprezzamenti. Solo cose avviate? Abbiamo passato due giorni e elencarvele. Tanti progetti sono stati rispolverati, altri li abbiamo messi in atto, rispettando le milestone del Pnrr; e questo è grande motivo di orgoglio».
Gabriella Massa (Pcp) rende onore al compianto Fabio Protasoni e sostiene l’operato.
«Ho trovato grande attenzione nel fornire i servizi alla collettività e questo significa giustizia sociale – afferma -. La città sta cambiando e tutti stanno patendo. C’è tanta carne al fuoco, ma alla base di tutto c’è una visione».
L’assessore ai Lavori pubblici, Corrado Cometto, stigmatizza il «film horror» delineato dalla minoranza e snocciola una lunga serie di numeri, che vanno dal rinnovamento dell’illuminazione pubblica al Brocherel, passando per Palaindoor e Pnrr.
«Noi andiamo d’accordo, c’è collegialità e facciamo le cose – ribadisce -. Girardini, non è che sta rosicando? Non avendo argomenti reali si inventa narrazioni horror per compiacersi e giustificare la sua presenza».
Il capogruppo Uv, Laurent Dunoyer, elogia in particolare l’operato «super» in campo sociale e tiene la barra dritta.
«Abbiamo raggiunto con ostinazione gli obiettivi prefissati – ragiona -. Non tutto è programmabile in precedenza, ma abbiamo sempre avuto una grande determinazione».
E proprio Clotilde Forcellati, assessora alle Politiche sociali, rintuzza.
«Le scelte sono appassionate, pensate e fatte sempre in buona fede, cercando di realizzarle, forse anche grazie alla fortuna avuta per il periodo di governo – ammette -. Non ho apprezzato la veemenza del consigliere Girardini: le cose si possono dire senza pensare che tutto faccia schifo e che nulla vada bene, perché l’anno scorso al consuntivo ci aveva detto che gran parte del nostro lavoro andava».
In chiusura l’assessore alla Cultura, Samuele Tedesco.
«Tre anni fa avevamo a bilancio 10 mila euro per la cultura, le politiche giovanili erano solo Cittadella dei giovani e ora è tutto un altro mondo – fa calare il sipario -. La città continua a cambiare, è in costante evoluzione e si adatta alle sfide del futuro».
(alessandro bianchet)