Savt a congresso: Albertinelli verso la conferma, segnali di pace tra i sindacati
Nella prima giornata del 18° congresso, segnali di grande distensioni tra le organizzazioni dopo la "guerra" nei tribunali. Domani l'elezione del segretario, Claudio Albertinelli unico candidato
Una nuova pagina, per far tornare la “pax” tra i sindacati, lavorando insieme per ridare attrattività alla Valle d’Aosta, trattenendo i giovani e magari facendoli tornare in regione. Questo il fil rouge su cui si è mossa la prima giornata del 18° Congresso del Savt “Progettare e innovare: lavoro, sicurezza e identità per la Valle d’Aosta di domani”.
Il percorso, cominciato con gli interventi di istituzioni, associazioni di categoria e altre sigle sindacali, porterà, venerdì 15 dicembre, alla rielezione del segretario uscente, Claudio Albertinelli, unico candidato alla guida del Savt.
Il segretario
E proprio il segretario in via di rielezione, Claudio Albertinelli, ha aperto le danze della prima giornata di congresso, tendendo sostanzialmente la mano al resto della platea sindacale, dopo le note vicissitudini della “guerra” che aveva portato le sigle rossonere nelle aule di tribunale.
Albertinelli ha evidenziato come la sua sola candidatura, per la prima elezione diretta del segretario nella storia dell’organizzazione, «non è una debolezza o una mancanza, ma dimostra che il Savt è unito dopo cinque anni difficili».
Anni cominciati con la dimissioni della segretaria Alessia Demé e poi culminati con pandemia e “guerra” sindacale.
«Tutto questo avrebbe potuto minare la nostra solidità – ha continuato Albertinelli -, ma invece è stato una spinta per rimanere uniti e tornare più forti a svolgere il nostro ruolo» di dare «voce ai valdostani» e far sì che «l’Autonomia possa essere applicata anche in ambito sindacale».
Lotta alla denatalità e alla fuga di giovani
Ricordato il record di «giovani che se ne sono andati», Claudio Albertinelli ha sottolineato come la vera sfida sia di dare «alle nuove generazioni l’orgoglio di continuare a vivere qui e di togliere la voglia di andarsene».
E per questo il segretario ha detto «basta a contrapposizioni, ruoli, guerra per forza», ma bisogna essere «tutti insieme per garantire ai giovani e alla Valle d’Aosta un futuro di un certo tipo».
I punti salienti del rapporto programmatico
Il Savt punterà quindi su alcuni nodi fondamentali, a cominciare dalla contrattazione.
«Bisogna insistere sulla contrattazione territoriale, per fare regole che vadano nella direzione di tenere le persone qui – ha spiegato Albertinelli -. Qualcosa si sta facendo con l’Alleanza per il lavoro di qualità, con accordi in ambito turistico» e altre azioni fatte «nel pubblico impiego e nell’edilizia».
Il segretario ha poi evidenziato come tutte le sfide siano legate, dal turismo all’edilizia, passando per la tutela dell’ambiente e trasporti degni di tal nome, fino ad arrivare alla sicurezza sul lavoro.
«Quando ci sono incidenti, tutti sono indignati, ma poi il giorno dopo ci si dimentica – ha attaccato Albertinelli -. Il sindacato del futuro deve avere rappresentanti in grado di segnalare eventuali pericoli».
Unità sindacale
Ma per fare tutto questo, ancora una volta, torna il leit motiv dell’unità sindacale.
«O si inverte questo flusso della fuga dei giovani o si perde tutti – ha aggiunto -. Le future generazioni non si ricorderanno se ha vinto uno o l’altro, ma se si è riusciti a fare un certo lavoro. Noi nasciamo per rappresentare la minoranza valdostana e non vogliamo essere in contrapposizione con le organizzazioni nazionali, ma lavorare al loro fianco ed essere complementari».
C’è un però.
«Abbiamo un ruolo e non vogliamo che venga messo in discussione come avvenuto – ha concluso Albertinelli -. Oggi, però, i rapporti sono più distesi, possiamo voltare pagina e chiudere un passato tribolato. La nostra forza sono i lavoratori, non i rapporti con gli altri o i tribunali e su questa dobbiamo basarci per vincere tutti insieme. Dobbiamo avvicinare i giovani al sindacato, far valere il rapporto umano e arrivare a un sindacato propositivo, non che si limiti a porre problemi senza dare soluzioni».
Cgil
E che il periodo non sia semplice, ma che l’armonia tra sindacati sia fondamentale, lo ha sottolineato anche la segretaria generale della Cgil VdA, Vilma Gaillard.
«Il nostro ruolo di intermediari è sempre più difficile – ha spiegato – e si tende a marginalizzare il nostro operato. Per questo dobbiamo ripensare il nostro modo di fare sindacato, per rappresentare un mondo del lavoro sempre più frammentato e precario».
Fondamentale tornare a raccogliere il malcontento e portarlo a una politica che «spesso è rivolta sé stessa», ma per questo ci vogliono dei cambiamenti.
«Nelle relazioni sindacali spesso ci sono stati intoppi – ha concluso Gaillard -. E questo ci obbliga a ripensare le modalità di rappresentazione».
Cisl
Ha seguito la falsariga il segretario della Cisl VdA, Jean Dondeynaz.
«Finora le differenze ci hanno divisi, ma è il momento di farci superare dalle cose che ci mettono insieme – ha esclamato Dondeynaz -. Gli argomenti del congresso sono patrimonio di tutti e su questi temi dobbiamo ritrovarci per riportare a galla l’unione. Certo, ci sono delle differenze, altrimenti saremmo tutti insieme, ma bisogna lavorare nella stessa direzione, forze politiche e sindacali, nell’interesse della comunità».
Uil
Spingere tutti insieme per il lavoro.
Questo il senso dell’intervento della segretaria della Uil VdA, Ramira Bizzotto.
«Ciò che ci accomuna è il senso di dovere e lealtà e l’idea di lavorare per dare garanzie e tutele a giovani e vecchi – ha esordito Bizzotto -. Il mondo sindacale è cambiato, nessuno di noi è immacolato e se in passato era fondamentale la confederalità, tutti ora fanno fughe in avanti. Questo, però, crea solo confusione nei lavoratori».
Ecco qui che il concetto di unità torna prepotente.
«Per progettare il futuro della Valle dobbiamo ricordarci che il lavoro rende liberi e per questo dobbiamo impegnarci a rispettarci, essere uniti e senza fughe in avanti da parte di nessuno».
(alessandro bianchet)