Dario Fabbri ad Aosta: «Se Putin fosse nato a Courmayeur non avrebbe l’idea di Ucraina che ha»
Il direttore della rivista di geopolitica Domino, ospite alla Saison Littérature, ha parlato dei conflitti in corso: «La storia è sempre una storia di popoli e non di leader. Guerre in atto sono il risultato del passato delle popolazioni coinvolte»
«Sui libri di scuola leggiamo che fu Napoleone ad aver invaso la Russia, ma Napoleone probabilmente non scese mai dal suo cavallo. Fu l’esercito di Napoleone ad aver invaso la Russia».
Sul palco dello Splendor di Aosta, nell’ambito della Saison Littérature 2023/2024, il direttore di Domino Dario Fabbri ha ribaltato la comune visione della storia fatta di leader e uomini carismatici.
«La storia, invece, la fanno i popoli – ha evidenziato esponendo uno dei concetti cardine del suo nuovo libro Geopolitica umana -. Non è Putin che ha creato la guerra. Se Putin fosse nato a Courmayeur, non avrebbe l’idea di Ucraina che ha. Invece, Putin è emanazione della storia russa oltre che del suo popolo, che crede ancora che l’Ucraina gli appartenga».
Conflitto israelo-palestinese e guerra in Ucraina
Sollecitato dalle domande del giornalista Christian Diémoz, Fabbri ha condiviso la sua analisi sui conflitti in corso. «Le guerre in atto – ha spiegato – sono spin-off di una competizione principale, che è quella tra Stati Uniti, da una parte, e Cina-Russia, dall’altra. Il conflitto israelo-palestinese è sempre stato lì. Prima o poi sarebbe scoppiato, considerando anche l’esuberanza della giovanissima popolazione sia israeliana che palestinese. Così come la guerra d’Ucraina».
In futuro collaborazione tra USA e Russia
L’evoluzione dei conflitti, secondo l’analista geopolitico, si giocherà lungo l’asse di questo confronto tra l’egemone statunitense e le potenze revisori dell’ordine internazionale. «Prevedo che chiunque salirà alla presidenza americana – ha pronosticato Fabbri – tenterà il contatto con i russi, alla maniera in cui si è sempre fatto e di cui Henry Kissinger è maestro: dividere i nemici partendo da quello che ora è più debole».
Guerra e social network
Nel frattempo, attenzione ai social network! «I social sono infrastrutture strategiche – ha denunciato Fabbri -, con Tik Tok la Cina, di fatto, sta studiando i comportamenti delle nuovissime generazioni americane, quelle che tra dieci anni potrebbero fare ai cinesi la guerra».
(ar.pa)