«Ciao capo, fai buon viaggio» Pré-Saint-Didier saluta il suo sindaco
La Valdigne si ferma per l'ultimo saluto a Riccardo Bieller, tanta commozione e applausi per un uomo che «era come fuoco ma si spegneva subito»
«Mai avrei immaginato di celebrare le esequie del mio sindaco Riccardo. Ma la vita è strana, come ci siamo trovati a dire, e molto precaria».
Nelle parole di don Rodolfo Granelli c’è tutto lo sgomento di una comunità che si è trovata all’improvviso orfana della sua guida.
Una comunità che ha voluto partecipare massiccia all’ultimo saluto a Riccardo Bieller, sindaco per antonomasia di Pré-Saint-Didier, paese che ha amato e servito per quasi cinquant’anni entrando in Consiglio comunale da ragazzo, rivestendo la carica di assessore e poi sindaco per tre legislature, passando il testimone alla sua vice Alessandra Uva per il limite dei mandati tra il 2010 e il 2015 ma rimanendo suo vice, per poi tornare a indossare la fusciacca fino adesso.
Oggi, domenica 3 dicembre, la Valdigne si è fermata per rendere omaggio a un uomo che tutti riconoscono un po’ burbero al primo impatto, ma onesto, sincero, schietto, «dal cuore tenero».
Lutto cittadino
Interpretando lo sgomento e il dolore del paese, la vice sindaca Alessandra Uva ha proclamato per oggi il lutto cittadino. Attività ferme, bandiere a mezz’asta e sui pannelli all’ingresso del paese la scritta: «Buon viaggio sindaco Riccardo».
Attorno alla chiesa una folla commossa e silenziosa nella quale si riconoscevano le divise dello sci club Crammont, tutti i sindaci della Valle d’Aosta con le loro fusciacche tricolori, le autorità regionali, amministratori di adesso e di un tempo, gonfaloni delle sezioni dell’Union Valdôtaine listati a lutto, guide alpine, allevatori e semplici cittadini.
Le parole del parroco
Don Rodolfo Granelli conosceva bene il suo sindaco, da oltre vent’anni.
«A volte il suo carattere un po’ impetuoso poteva creare quasi timore ma, come diceva un altro parrocchiano, lui era come un fuoco che si spegne subito» ricorda strappando un sorriso nei molti che ricordano bene il suo fervore.
«Alle necessità della chiesa Riccardo ha sempre avuto un’attenzione particolare – aggiunge il sacerdote -. In questo momento le parole sono solo rumore. Restano invece le parole del Vangelo, le parole che gli angeli dicono alle donne di Gerusalemme che corrono alla tomba di Gesù: non cercate tra i morti colui che vive. Riccardo vive. Nei pascoli del cielo, lui che è stato un sindaco contadino non si stupirà di vedere cieli e terra nuovi».
Le parole della squadra di Bieller
A salutare “il capo” a nome della giunta è l’assessora Loredana Chevalier che lo ringrazia per tutto quello che ha sempre fatto per la comunità, «per il nostro e soprattutto per il tuo amatissimo paese».
«Il nostro Comune era per te la seconda casa che gestivi con passione e con dedizione. Senza lesinare energie, proprio come un buon padre di famiglia. I tuoi dipendenti, il tuo segretario, i tuoi consiglieri e la tua giunta erano la tua seconda famiglia che non indugiavi a rimproverare, ma anche sovente a elogiare. Tutti, ma proprio tutti eravamo orgogliosi di far parte della squadra di Bieller!»
«Quanti progetti ambiziosi realizzati e da realizzare sono passati sulla tua grande scrivania, ordinata, ma piena delle tue detestate scartoffie burocratiche che rallentavano tutto e frenavano la tua corsa a portare a termine i tuoi tantissimi progetti mai banali. Ogni tanto urlavi “non abbiamo fatto niente, sono incavolato nero! N’en pa fa ren, n’en pa fa ren!”».
«Invece ti sbagli caro sindaco, tu hai fatto tantissimo, sei stato un amministratore che passerà alla storia per le grandi opere che hai portato a termine, per la tua grande esperienza e lungimiranza, ma soprattutto per l’umanità con la quale hai accolto chiunque venisse a bussare alla tua porta o a chiederti un consiglio anche per strada. Chi ha avuto la fortuna di conoscerti sa che sotto il primo approccio un po’ burbero, si nascondeva un uomo buono e sensibile, un cuore tenero».
«Proprio quel cuore ha tradito te, noi e la tua adorata famiglia senza darci la possibilità di darti un ultimo saluto e senza la possibilità di ricevere le tue ultime consegne. Purtroppo non possiamo tornare indietro, ma proprio grazie ai tuoi insegnamenti, sindaco, noi andremo avanti cercando di fare il nostro meglio, seguendo il tuo esempio e la tua passione. Non sarà facile, ma ci proveremo con tutte le nostre forze, tu sarai sempre con noi, nel cuore dei tuoi concittadini e delle tante persone che ti hanno stimato e voluto bene».
«Ciao capo, fai buon viaggio».
Il ricordo della famiglia
La famiglia lo ricorda come «gentile e severo brontolone».
«Molti lo ricordano come un politico lungimirante, intuitivo e intelligente, persona onesta, di estrema chiarezza, un gran signore. Per lui, lo sappiamo, pochi fronzoli e grandi risultati» dice la nuora Veronica Pellizzeri.
«L’amore che Riccardo ha avuto per il suo paese e per tutta la Valdigne lo ha avuto per tutta la sua grande famiglia».
«Mi piace pensare che se ne sia andato come voleva lui, con il suo stile, nel pieno della sua vivacità intellettuale, senza invecchiare e senza essere mai messo da parte».
«Ricordo ancora le sue ultime parole mattutine, ci ha detto, guardando l’agenda sul telefono, l’ultimo giorno: “Oh, oggi è una giornata tranquilla, finalmente. Che beffa, eh Riccardo?»
«Salutiamo un uomo che ci ha insegnato tanto e nel modo giusto. Da domani per noi sarà dura ma adesso raccogliamo i pezzi e andiamo avanti come ci hai insegnato tu».
(erika david)