Gli uomini che cambiano, per “arrivare prima” che la violenza sulle donne sia compiuta
Presentata questa mattina al Conservatoire de la Vallée d'Aoste la campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne: una serie di spot volutamente disturbanti e incentrata sugli uomini per un crimine che riguarda tutti
Gli uomini ̶n̶o̶n̶ che cambiano: la nuova campagna di sensibilizzazione sul tema della violenza contro le donne cambia prospettiva e mette al centro l’uomo perché se è vero che, a oggi, sono 106 le vittime di femminicidio dall’inizio dell’anno, è anche vero che sono (almeno) 106 gli uomini che si sono macchiati del crimine.
Una campagna diversa, volutamente disturbante, interessante, che avrebbe meritato una platea serale più ampia di quella, pur numerosa e su invito, di una mattina all’Auditorium del Conservatoire de la Vallée d’Aoste.
Promossa dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta, dall’assessorato regionale alle Politiche sociali e dalla consigliera di parità Katya Foletto, la campagna è incentrata su quattro spot realizzati da Davide Bongiovanni con protagonista l’attore comico Francesco Rizzuto.
Promotori, realizzatori e partecipanti alla campagna Uomini che cambiano contro la violenza sulle donne Ph. Paolo Rey
Gli uomini ̶n̶o̶n̶ che cambiano
Un cantiere edile per parlare di catcalling (fischi, commenti e battute di approvazione non richiesti), un bar per denunciare lo stupro, una palestra per gridare contro lo stalking, lo spogliatoio di una squadra di hockey per parlare di botte e violenza.
Le incursioni del regista Davide Bongiovanni e dell’attore Francesco Rizzuto, insieme alla troupe, sono state improvvise, senza preavviso, per creare l’effetto sorpresa voluto, «per arrivare prima» sottolinea Bongiovanni, «perché già questo sarebbe segno di un cambiamento».
Al centro della scena Rizzuto, sul suo sgabello, che arriva canticchiando sottovoce alcuni brani che praticamente tutti, abbiamo cantato, anche a squarciagola, almeno una volta ma che forse non abbiamo mai, davvero, ascoltato.
Attorno a lui lo sconcerto, la curiosità, purtroppo l’indifferenza, ma anche, per fortuna lo sgomento delle persone.
Francesco Rizzuto e Davide Bongiovanni Ph. Paolo Rey
Lo spot più difficile, drammatico per certi versi, dice l’attore, è quello della «totale indifferenza delle persone nella palestra», dove quasi ogni persona continua con i suoi esercizi, guardando con la coda dell’occhio l’esibizione di Rizzuto che istintivamente alza sempre di più il tono di voce per attirare l’attenzione.
I momenti più forti? Quelli nel bar dove entra canticchiando «Mi verrebbe da strapparti quei vestiti da puttana e lasciarti a gambe aperte fino a domattina» che è l’agghiacciante testo di Bella stronza di Marco Masini, e sente addosso lo sguardo ostile di una ragazza sgomenta, oppure nello spogliatoio dove «secondo me ognuno ha fatto un passo indietro, un momento di riflessione».
La versione breve degli spot, 30 incisivi secondi, sarà veicolata attraverso i social, nei cinema, nei teatri.
Una campagna per arrivare prima
Non si parla più tanto di prevenzione, che è comunque il sottofondo di tutte le iniziative, ma di “arrivare prima”, dice la consigliera di parità Katya Foletto, a sottolineare una corsa contro il tempo, l’urgenza di contrastare un fenomeno che ogni anno acquista una dimensione sempre più terribile, con numeri in salita, anche in Valle d’Aosta, come sottolineato dal sostituto procuratore di Aosta, Manlio D’Ambrosi, «lo scorso anno la seconda regione per numero di violenze denunciate, in rapporto alla popolazione, e con un leggero aumento quest’anno».
Crescita che può avere una duplice lettura, da un lato il drammatico aumento del numero di violenze, dall’altro la crescita della presa di coscienza, del coraggio che spingono la donna a denunciare.
Manlio D’Ambrosi e Vitaliano Vitali Ph. Paolo Rey
Anche D’Ambrosio evidenzia come negli anni le campagne per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne siano sempre state «rivolte alle donne, raffigurate in situazione di disagio che non dava speranza, come se fosse un problema dell’universo femminile, ma così non è, è un problema di tutti noi, e se non riusciamo a farlo comprendere difficilmente avremo prospettive di crescita, di uscita».
«È importante non tacere, che si crei rete, che tutti soggetti possano contribuire – aggiunge D’Ambrosio -, è importante la denuncia donna, ma anche non girarsi dall’altra parte quando si sentono battute, epiteti, offese a una donna. In una comunità fluida come la nostra importante che ognuno faccia la sua parte, se non ci riusciamo anche qualsiasi intervento normativo non porta da nessuna parte».
Giulia Cecchettin: lo spartiacque
Il femminicidio di Giulia Cecchettin è evocato più volte nel corso della mattinata.
La consigliera nazionale di parità supplente, Serenella Molendini, in collegamento video, sottolinea come l’uccisione della giovane laureanda di Vigonovo sia uno spartiacque: «Per la prima volta c’è stato un grande movimento non solo delle donne, ma anche degli uomini».
Molendini elenca le priorità che le istituzioni devono affrontare per contrastare la violenza sulle donne: il potenziamento dei Cav (Centri anti violenza), potenziamento delle pene e la necessità di affrontare il tema fin da piccoli, andando alla radice, rendendo i ragazzi protagonisti, dando ascolto e forza alle ragazze, smontare pregiudizi e stereotipi, forse solo così riusciamo a produrre un cambiamento culturale».
La consigliera di parità della Valle d’Aosta, Katya Foletto Ph. Paolo Rey
Insomma, un cambio di passo. Come sottolinea Katya Foletto, «Bisogna provare a fare un cambio di passo, prendere consapevolezza che il patriarcato non è solo degli uomini perché anche noi donne abbiamo introitato questa visione del mondo. Va bene l’educazione e la sensibilizzazione dei bambini e delle scuole, ma non possiamo aspettare che siano loro a cambiare il mondo, dobbiamo partire noi».
La violenza nelle canzoni
Il fatto che il femminicidio di Giulia Cecchettin sia uno spartiacque emerge anche durante l’ascolto dei testi delle canzoni interpretate da Alberto Visconti e che accompagnano gli spot della campagna Gli uomini ̶n̶o̶n̶ che cambiano.
A partire dal «T’ho veduta T’ho seguita T’ho fermata T’ho baciata Eri piccola, Piccola, piccola, Così!» di Fred Buscaglione, al Ricominciamo di Adriano Pappalardo, quel «So dove passi le notti È un tuo diritto Io guardo e sto zitto Ma penso di tutto Mi sveglio distrutto Però, io ci provo Ti seguo, ti curo Non mollo, lo giuro Perché sono nel giusto…» che tanto richiama quanto sappiamo della fine della relazione di Giulia Cecchettin e il suo ex fidanzato Filippo Turetta.
Alberto Visconti Ph. Paolo Rey
Per non parlare di Bella Stronza di Marco Masini («Perché sei bella, bella, bella Bella stronza Che hai chiamato la volante quella notte E volevi farmi mettere in manette Solo perché avevo perso la pazienza La speranza, sì, bella stronza»), per terminare con In nome di ogni donna, di Mariella Nava, il racconto di una faticosa denuncia di violenza alle forze dell’ordine.
Parole, tutte, che arrivano come uno schiaffo.
A chiudere la mattina, sullo schermo, un lunghissimo conto alla rovescia sulle note di Mad World, che inizia da 105, il 2 gennaio con Teresa Spanò per terminare il 18 novembre con Giulia Cecchettin (elenco al quale si è poi aggiunto anche io nome di Rita Talamelli, uccisa a Fano dal marito).
«Ci vorrebbero 105 posti vuoti nelle curve degli stadi, posti vuoti al cinema e a teatro per rendersi conto» dice l’attore Francesco Rizzuto.
Ora basta.
(erika david)