Anziano invalido parcheggiato su una barella in Pronto Soccorso, il figlio: «indegno di uno Stato che si definisce sociale»
Pronto soccorso sotto stress a causa dell'aumento di anziani e pazienti fragili colpiti dall'infuenza e dalla necessità di ricoveri più lunghi che sottraggono posti letto
Anziano invalido parcheggiato su una barella in Pronto soccorso senza cibo, il figlio: «indegno di uno Stato che si definisce sociale».
Invalido, 74 anni anni, con il morbo di Parkinson e laringectomizzato, invalido al 100% e con una piaga da decubito a una caviglia, parcheggiato su una barella per un giorno e mezzo, senza cibo, in Pronto Soccorso.
È successo qualche giorno fa all’ospedale Parini di Aosta.
Professionalità e dedizione del personale da sottolineare
La denuncia è del figlio dell’anziano che non mette in discussione la professionalità e la dedizione del personale, anzi, ne sottolinea l’abnegazione, ma che non può accettare che il genitore, che non era in attesa di esami clinici, fosse parcheggiato lì, così a lungo, in attesa di un posto letto nel reparto di Medicina.
L’anziano, secondo quanto riferito dal figlio, era arrivato in Pronto Soccorso lunedì nel tardo pomeriggio, trasferito dalla casa di cura privata che lo ospita.
Il motivo principale erano i valori di ossigenazione bassi.
Da lunedì pomeriggio a martedì sera, in barella senza cibo
L’uomo ha passato la sera e notte di lunedì e tutta la giornata di martedì fino a sera, sempre sulla stessa barella e senza cibo.
Sempre in attesa di un posto letto che non si sapeva né se né quando sarebbe stato disponibile.
Su sollecitazione del figlio, l’anziano – con quadro clinico sotto controllo – è stato trasferito nella casa di cura, «dove ha trovato una sistemazione dignitosa, un letto antidecubito e qualcosa da mangiare» precisa il figlio.
Lo sfogo del figlio dell’anziano
Lo sfogo del figlio è amaro: «Il Pronto Soccorso accoglie i pazienti ma stante la penuria di disponibilità di posti letto nei reparti si crea un ammassamento di pazienti nei vari ambienti dello stesso Pronto Soccorso.
A chi è da ricondurre questa situazione?
All’azienda sanitaria che non riesce ad organizzarsi nel distribuire i pazienti nei reparti dal Pronto Soccorso?
All’amministrazione regionale che dovrebbe intervenire per realizzare reparti adeguati alla domanda dei valdostani?
Ai troppi pazienti che si ammalano?
Ci tengo a precisare che i sanitari del Pronto Soccorso hanno garantito assistenza a mio padre con competenza e dedizione: mentre li guardavo che passavano da un paziente all’altro mi sono sembrati dei soldati stanchi costretti a combattere una battaglia con armi spuntate.
Una battaglia che da soli non saranno in grado di vincere: non per volontà loro ma per incapacità dei loro generali. E le vittime inermi di questa battaglia sono i pazienti» conclude.
L’appello a denunciare all’Urp
L’appello Invito le persone che dovessero trovarsi in una situazione simile a mio padre a segnalare questi disservizi: scrivendo all’Ufficio Relazioni col pubblico (urp.aosta@ausl.vda.it <mailto:urp.aosta@ausl.vda.it>), ai giornali locali e ai nostri consiglieri regionali.
«L’unico modo per avere un cambiamento è far sentire la nostra voce di cittadini che, ricordo sommessamente, paghiamo le tasse per avere anche una sanità, se non perfetta, almeno dignitosa.
Mio padre ha potuto uscire da questo incubo perchè poteva permettersi una struttura privata che l’ha accolto tamponando l’incapacità del nostro servizio sanitario regionale.
Altre famiglie valdostane non hanno questa fortuna e rischiano di vedere “parcheggiato” un loro caro in Pronto Soccorso per giorni e giorni».
La replica dell’azienda Usl
Dall’azienda Usl fanno sapere che «come sta accadendo in questo periodo in moltissime strutture sanitarie delle regioni italiane, anche nel nostro ospedale stiamo assistendo a un Pronto Soccorso sotto pressione soprattutto per l’arrivo di persone anziane e fragili colpite dall’influenza.
Questi pazienti hanno necessità di ricoveri più lunghi del solito.
L’aumento di questi accessi e la ridotta capacità di dimettere da parte dei vari reparti aumentano il boarding al PS.
Stiamo monitorando attentamente la situazione e valutando tutte le azioni possibili per porre in atto dei correttivi».
Admission room attiva, mancano oss e infermieri
Al momento l’admission room è aperta con 10 posti letto.
La carenza di infermieri e di oss non permette di aprire un numero maggiore di posti.
«A differenza di alcune grandi realtà nelle regioni limitrofe, nonostante queste criticità stiamo mantenendo tutti i servizi attivi e non abbiamo sospeso i ricoveri ordinari» fanno sapere dall’azienda Usl -. Nei giorni scorsi i boarding erano una decina e li stiamo progressivamente assorbendo e riducendo».
Nella foto in alto, uno degli accessi al Pronto Soccorso dell’ospedale regionale Umberto Parini.
(c.t.)