Femminicidi, Adu: «dalla Lega dichiarazioni sessiste inaccettabili»
Il movimento civico si riferisce all'intervento in Consiglio Valle di Luca Distort che ha esaltato i valore del patriarcato; sulla stessa lunghezza d'onda la Cgil che definisce «inaccettabili le parole dei leghisti»;
Femminicidi, Adu: «dalla Lega dichiarazioni sessiste inaccettabili». Il movimento civico si riferisce all’intervento in Consiglio Valle di Luca Distort che ha esaltato i valore del patriarcato.
Il comunicato
Stigmatizza Ambiente diritti uguaglianza: «Non che nutrissimo grandi speranze, ma il dibattito in consiglio regionale sui femminicidi ha toccato nuove vette. Dopo aver invocato il ritorno del maschio alfa e del patriarcato come modello, alcuni consiglieri dovrebbero restare nelle loro caverne, o al limite nell’aula consiliare, anziché partecipare a manifestazioni o presidi per Giulia Cecchettin (i consiglieri regionali parteciperanno al presidio pomeridiano delle 17 ndr). Non è una veglia funebre, è “distruggere tutto”. Soprattutto il patriarcato e la mascolinità tossica che oggi abbiamo sentito in Consiglio».
Cgil prende le distanze
Il sindacato confederale ritiene inaccettabili «le parole espresse dai consiglieri della Lega in Consiglio regionale sulla violenza contro le donne e i femminicidi, nella discussione di questa mattina.
«Ritenere che un’educazione basata sul patriarcato abbia generato uomini forti e stabili significa avallare una cultura del predominio degli uomini sulle donne – scrive il sindacato in una nota -. Significa non comprendere quanto il patriarcato sia un problema sia per le donne sia per gli uomini. Quella patriarcale non è un’educazione che insegna ai giovani ad affrontare le difficoltà della vita, ma al contrario è un approccio alla vita e alle relazioni basate sulla sopraffazione, sulla presunta superiorità dell’uomo sulla donna e su una società fondata sulla forza, sul dominio e sull’aggressione».
La Cgil ritiene «fortemente irresponsabili le parole espresse dai due rappresentanti (Andrea Manfrin e Luca Distort, ndr) in seno al più alto consesso regionale, porgendo, oltre tutto, il fianco alla cultura della minimizzazione del crimine, derubricando tutte le violenze sulle donne – fino al più estremo del femminicidio – a un semplice squilibrio psichico».
La condanna del Pd
Il Partito democratico in una nota scrive: «Parole come quelle dei consiglieri Distort e Manfrin stridono nell’impegnativa dell’intero Consiglio. Come Partito democratico, come donne e uomini di questo territorio, non possiamo accettarle. È grave che siano state pronunciate in una sede istituzionale. Affermare che la via da inseguire sia “ritornare a educare maschi forti, ripercorrere il ruolo autentico del maschio alfa e dei suoi modelli virtuosi” è contro il modello di una società plurale, paritaria, antiviolenta e giusta. Indicano, inoltre e non possiamo non evidenziarlo, quanto il maschilismo machista sia insediato nella nostra cultura. Non possiamo congelare l’ideologia della prevaricazione e del controllo maschile come una delle possibilità di lettura, sostenendo che sia una percezione del genere femminile. Essa è da combattere perché sbagliata, senza opzioni».
L’intervento incriminato
Così Distort in aula: «Il peccato originale sta nel fatto che il maschio violento è un maschio principalmente viziato, che non è stato educato e formato a gestire i “no”. Il maschio viziato è arrogante perché è debole e reagisce, quindi, con violenza: non è figlio di una società patriarcale che ha dato, invece, intere generazioni di uomini forti e stabili. Sarebbe il caso di ripercorrere il ruolo autentico del maschio alfa e dei suoi modelli virtuosi. Questa visione presuppone un sostegno solidale alle famiglie nell’educazione dei propri figli».
(re.aostanews.it)