Nasce il bullizzometro, lo strumento per riconoscere e fermare atti di bullismo
Il progetto è stato presentato questa mattina, 20 novembre, alla scuola Einaudi di Aosta
“Hai pensato di farti del male o pensi di avere via d’uscita”. “Hai subito aggressioni fisiche e/o lesioni”. “Ti costringono a fare cose che non vuoi”. Se subisci questo e altro di simile, allora sei vittima di bullismo. Cosa fare per uscirne? I carabinieri danno alcuni consigli ai ragazzi vittima di bullismo e strumenti, attraverso il progetto Bullizzometro, per riconoscerli e stopparli anche sul nascere.
Il progetto Bullizzometro è stato presentato questa mattina, 20 novembre, alla scuola Luigi Einaudi di Aosta in occasione della Giornata internazionale dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
“Ringraziamo le autorità per la loro presenza e per il loro intervento – ha esordito la dirigente scolastica Gabriella Sottile -. Da un paio di anni la nostra istituzione investe molto in questo ambito, collaborando soprattutto con il corpo docenti che dedica tempo, risorse ed energie al tema”.
Il Bullizometro
Si tratta di un test di autovalutazione sotto forma di segnalibro che presenta tutti i comportamenti o le azioni che caratterizzano le vittime di bullismo in una scala di gravità dal verde al rosso. Ad ogni colore (verde, giallo e rosso) corrisponde una possibile risoluzione del problema.
“Ringrazio la Regione per il sostegno a questa iniziativa nata dal Reparto Analisi Criminologiche del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche – ha detto il colonnello Giovanni Cuccurullo -. È importante parlarne. Quando ci si trova in queste situazioni sembra di essere soli ma non è così”.
“Le persone più sensibili sono le persone più speciali – ha detto il presidente della Regione, Renzo Testolin -. Ricordatevi che quando vedete delle divise siete di fronte a degli amici e potete raccontare loro tutto, anche le cose meno belle. Quando andate a casa e quando parlerete con i vostri compagni trasmettete questo messaggio”.
Scuola sicura
“Secondo quanto emerso dati della nostra regione pubblicati a marzo 2023, il 78% degli alunni si sente sicuro a scuola. “Tuttavia, il 28% dei ragazzi della scuola secondaria ha subito episodi di prepotenza e il 9% episodi di cyberbullismo – ha precisato la sovrintendente agli studio, Marina Fey – . L’86% delle scuole primarie ha dichiarato di avere un referente contro il bullismo e il dato sale al 93% per le scuole secondarie di primo grado. Se pur incoraggianti, i dati non ci permettono di fermarci: dobbiamo continuare a lavorare a situazioni di prevenzioni; il bullismo non avviene necessariamente tra i banchi di scuola”.
“Speriamo di costruire insieme un piccolo strumento che vi permetta di capire se siete in una situazione di criticità o meno – ha detto Jean-Pierre Guichardaz, assessore al Sistema educativo -. Ricordo che da piccolo avevo un gruppetto di ragazzi che mi ha fatto trovare lungo e voglio dirvi che se vi sentite perseguitati potete prendere degli accorgimenti. Parlatene con chi vi fa sentite più al sicuro e non tenetevi dentro le cose”.
Le parole chiave
Al termine della presentazione la sovrintendente Marina Fey ha chiesto ai ragazzi quali fossero le parole chiave con cui riassumerebbero l’intervento. Pronta la risposta dei ragazzi, che hanno detto: “Se sei diverso non sei sbagliato”, “Parlare con gli altri è importante”, “Non bisogna tenersi tutto dentro”, “Bisogna rispettarsi e aiutarsi a vicenda” e “Le persone forti non sono i bulli ma quelle che vanno contro i bulli”.
Giulia Calisti