Banca d’Italia: l’economia valdostana cresce (poco) nel 2023, nubi sul 2024
La Regione trainata dai dati positivi del turismo e delle costruzioni; aumenta l'occupazione, ma preoccupano l'incertezza geopolitica e le chiusure di Tunnel del Monte Bianco e ferrovia
Un’economia in crescita, pur con qualche chiaroscuro nel 2023, trainata da turismo ed edilizia, ma un 2024 che, alla luce della crisi geopolitica e del problema trasporti, presenta pesanti nubi. Questi dati che emergono dall’aggiornamento congiunturale sull’Economia della Valle d’Aosta, presentato venerdì dalla sede rossonere della Banca d’Italia.
L’analisi
Il quadro congiunturale dei primi sei-nove mesi del 2023 scaturisce dall’opera di Luciana Aimone Gigio, della Divisione analisi e ricerca economica sede di Torino, nella quale si evidenzia un’economia «in crescita» pur con tratti in chiaroscuro «rispetto al 2022» e una fase di rallentamento ben evidenziata, pur rimanendo inferiore al resto d’Italia.
Secondo Aimone Gigio, la Valle d’Aosta presenta un Pil in crescita del +1.5% nei primi mesi dell’anno, in forte contrazione (+3.2%) su quanto registrato nel 2022.
Le imprese
Tutto questo, a livello di imprese, si traduce in un’attività positiva, con fatturato in crescita, per i primi nove mesi dell’anno, «ma più contenuta delle aspettative», a causa della «composizione produttiva della Regione», ma anche, ovviamente, dell’aumento dei costi energetici e delle difficoltà di approvvigionamento.
La situazione rosea, ma non troppo, colpisce in particolare l’export (-19%), trainato «dal sistema siderurgico» e in parte salvato «dall’alimentari – evidenzia Aimone Gigio -. Questo è in crescita del 6.6%, in particolare per le bevande e forse in ottica della chiusura del Tunnel del Monte Bianco».
Vola il turismo
In materia di servizi, il quadro peggiora rispetto al 2022, anche se il turismo sembra volare.
«Assistiamo al ritorno degli stranieri – illustra ancora Aimone Gigio -. In inverno e in estate l’aumento è dell’11.8% di presenze, +20% di stranieri».
Per quanto riguarda le costruzioni, continua ancora l’onda lunga del Superbonus, ma anche degli investimenti legati al Pnrr.
Ne risente, invece, il mercato immobiliare, che registra un -13% nel primo semestre, a causa soprattutto della dinamica dei tassi di interesse.
Rimangono su livelli buoni, invece, gli investimenti programmati e la redditivà delle aziende (solo il 10% dichiara una perdita), mentre cala la liquidità, anche per frutto «del rimborso di numerosi prestiti»; fatto, questo, che fa calare anche l’indebitamento (-11,8%).
Diminuisce, infine, l’incidenza dei debiti a rischio.
Le famiglie
La situazione riguardante le famiglie presenta un mercato del lavoro «andato molto bene nel primo semestre 2023 – ricostruisce ancora Aimone Gigio -. L’occupazione è aumentata del 2%, il lavoro dipenente ha ripreso i livelli pre-pandemia e il tasso di attività è arrivato al 74.2%», con la disoccupazione crollata al 4.3%.
Questo ha portato a una riduzione del ricorso agli strumenti di integrazione salariale.
A livello di consumi, il 2023 paga l’inflazione (al +4.7% a settembre, con rincari comunque sempre inferiori alla media nazionale) e registra un aumento stimato al +1.1% e spera nella stima dell’inflazione al 2% per questi ultimi mesi dell’anno.
Mutui: forte contrazione
Discorso particolare riguarda i mutui.
L’aumento sconsiderato dei tassi ha portato a «una forte contrazione (-34%) per le nuove erogazioni – rivela ancora Aimone Gigio -. In Valle, però, la cosa è compensata, almeno in parte, dalla presenza di Finaosta, che dà un effetto di sostegno al mercato».
Molte famiglie, però, ora scelgono i mutui a tasso fisso (66% contro il 44% del 2022), con il credito al consumo che vede una cospicua crescita di quello legato all’acquisto di automobili.
Il frutto di tutto questo è una riduzione (-8.3%) dei depositi sui conti correnti, legata però a una crescita dei depositi a risparmio e ai titoli a custodia presso le banche.
Le prospettive
È le prospettive? Non certo rosee.
«Il clima di fiducia peggiora – conclude Luciana Aimone Gigio -. In questi dati mancano l’acuirsi delle crisi geolpolitiche, ma si può comunque pensare a un rallentamento della manifattura, soprattutto per le realtà più piccole. Per il 2024, poi, calano le previsioni di investimento delle imprese e si evidenzia un possibile peggioramento della qualità del credito».
Rimangono aspettative positive, invece, per turismo e costruzioni «sostenuti dai 365 milioni di euro stanziati per il Pnrr».
Il direttore
E in materia di previsioni non si esime il direttore della Filiale di Aosta della Banca d’Italia, Simone D’Inverno.
«Nell’analisi mancano riferimenti alla crisi mediorientale e alle chiusrue di Monte Bianco e ferrovia perché non ci sono dati concreti – analizza D’Inverno -. Sicuramente l’incertezza è la nemica peggiore degli investimenti».
I dati su Tunnel e ferrovia arriveranno solamente nei prossimi mesi, ma il direttore può anticipare un aspetto.
«La Valle vive di turismo e tutto questo può farla percepire come chiusa e difficile da raggiungere, isolata – conclude -. Mobilità e comunicazione sono un nervo scoperto per la Valle e vedremo se questi saranno solo miei timori».
(alessandro bianchet)