Detenuto aggredisce il personale di scorta con calci e pugni in ospedale
Tre agenti della Polizia penitenziaria feriti, ieri, lunedì 13 novembre, per le escandescenze di un detenuto appena trasferito nel carcere di Brissogne
Si rifiuta di scendere dal mezzo della Polizia penitenziaria, tenta di aggredire il Comandante di reparto e, in ospedale per una visita specialistica aggredisce con calci e pugni il personale di scorta.
Giornata ad alta tensione, ieri, nel carcere di Brissogne e all’ospedale regionale di Aosta per le escandescenze di un detenuto appena trasferito dal carcere di Biella, dov’era già stato protagonista di gravi episodi di violenza.
«Appena arrivato nel penitenziario aostano, l’uomo ha posto resistenza rifiutandosi di scendere dal mezzo della Polizia Penitenziaria e cercando inoltre di aggredire il Comandante di reparto che era intervenuto per mediare» spiega il segretario del Sindacato autonomo Polizia penitenziaria, Massimo Chiepolo.
«Ieri, poi, dopo analoghi comportamenti aggressivi e turbativi dell’ordine e della sicurezza interna, veniva accompagnato in ospedale per essere sottoposto a visita specialistica ma qui aggrediva il personale di scorta con calci e pugni tentando, presumibilmente, la fuga» aggiunge .
Chiepolo riferisce che solamente il pronto intervento «della scorta di Polizia Penitenziaria che, mettendo a repentaglio la propria incolumità, riusciva a bloccare in maniera rapida ed efficace il detenuto, ha evitato conseguenze più gravi anche per i cittadini presenti al momento nel nosocomio».
Bilancio pesante per la Polizia penitenziaria con tre agenti feriti con diversi giorni di prognosi.
«Le scellerate decisioni dell’amministrazione penitenziaria continuano a ricadere sui colleghi che, nonostante l’abbandono in cui il nostro Corpo versa da anni, riescono col sacrificio personale, l’abnegazione e grande professionale a garantire la sicurezza della comunità» denuncia il sindacalista.
Agli agenti coinvolti arriva la solidarietà del segretario regionale per il Piemonte del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), Vicente Santilli. «Con questi ulteriori gravi eventi critici sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi nel Distretto penitenziario di Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria».
«Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutti i colleghi della Casa circondariale di Brissogne. Questi ultimi episodi devono far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione: ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere!« aggiunge Santilli.
«Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni».
Il segretario generale del Sappe, Donato Capece denuncia una «situazione penitenziaria sempre più critica a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto».
«I detenuti sono tornati a numeri allarmanti: 60 mila a livello nazionale, oltre 120 quelli ristretti ad Aosta. Il Sappe torna a chiedere l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi, l’espulsione dall’Italia dei detenuti stranieri per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di appartenenza, la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari per il contenimento dei numerosi detenuti affetti da problemi mentali (oggi ristretti indiscriminatamente nelle carceri tra gli altri e molto spesso responsabili di gravi eventi critici), la previsione che i detenuti tossico ed alcoldipendenti siano destinati in comunità di recupero» sottolinea.
«Ma è urgentissimo – conclude – dotare al più presto la Polizia Penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato».
(e.d.)