Defr, per le opposizioni: «documento debole che non risponde alle esigenze dei valdostani»
Per le maggioranze «è un buon documento ancorato alla realtà che dà risposte restando con i piedi saldamente a terra»
Defr, per le opposizioni: «documento debole che non risponde alle esigenze dei valdostani»
Timori per la chiusura del Monte Bianco, per il calo demografico e per il ceto medio sempre più in sofferenza, per il mancato sviluppo del digitale, per la poca attenzione all’agricoltura e all’ambiente e alla sanità. Problematiche alle quali non risponde, se non in minima parte, il Documento di economia e finanza regionale.
E’ quanto è emerso dagli interventi dei consiglieri dell’opposizione in Consiglio Valle dove è in corso l’analisi del Defr.
Sul testo, l’aula è chiamata a esaminare 64 ordini del giorno, di cui sei presentati da Forza Italia, 24 dalla Lega, 15 da Rassemblement Valdôtain, 14 dal Progetto civico progressista e cinque dal gruppo misto. A questi si aggiungono 12 emendamenti di cui 10 del Pcp, uno del misto e l'”emendamento bandiera” del Rv che vuole ristabilire “la centralità del Consiglio Valle” sulla scelta della realizzazione del collegamento intervallivo delle Cime Bianche, su cui, nel Defr, è indicato esclusivamente l'”avvio dell’iter autorizzatorio”.
Gli interventi
«Oggi analizziamo un documento che è generico, stilato in difensiva – ha esordito il capogruppo della Lega Vallée d’Aoste Andrea Manfrin -. Balza agli occhi il calo demografico che esigerebbe una robusta iniziativa ma nel Defr non si rileva traccia di azioni di contrasto».
Manfrin ricorda i no dei governi valdostani al raddoppio del tunnel del Monte Bianco per dire «di tempo se ne è perso e oggi ne scontiamo le conseguenze con la chiusura del tunnel e i francesi, un tempo a favore, sono decisamente contrari alla seconda canna». Inosomma il capitolo trasporti – elettrificazione della ferrovia – per il consigliere leghista è un vero disastro.
«Per quanto riguarda gli obiettivi strategici la nostra attenzione si focalizza sulla riorganizzazione della struttura regionale. Bisognerà fare chiarezza sui ruoli per dare risposte concrete. Ci vorrebbe una conduzione manageriale. Ma in questo Defr non si va in questa direzione ma si rimanda ad approfondimenti. L’operatività di questa amministrazione è incastrata su stessa» ha sottolineato Mauro Baccega (FI).
Per Erika Guichardaz (Pcp) «il Defr arriva in ritardo e non dà risposte ai valdostani, non affronta l’aumento dei prezzi, la diminuzione dei turisti stranieri, l’alto abbandono scolastico, l’aumento della povertà e le liste di attesa in sanità. È il peggiore Defr che abbia mai analizzato. Potessimo cementificheremmo anche la Dora. Manca l’individuazione delle priorità».
Strenua difesa del francoprovenzale del consigliere di RV Diego Lucianaz che dà del ”fascio-unionista” a chi da più di un anno disattende la richiesta di riconoscere «l’arpitano come lingua ufficiale del Consiglio Valle oltre il francese e l’italiano». Lucianaz lamenta la poca «attenzione verso i valdostani che vogliono essere messi in condizione di lavorare»; la sanità «disastrata».
Claudio Restano (Gruppo misto) «le nostre proposte sono degne di essere prese in considerazione. Anticipare a giugno il Defr è difficile ma dopo 9 anni sarebbe bene provarci. Mi aspettavo qualcosa di più nella forma e nella sostanza. Il Defr ricalca il programma del governo. Si ragiona per assessorati, a silos, ma a volte sarebbe bene trattare i temi trasversalmente. Il Defr manca di fantasia, si limita ad allocare risorse che non mancano. Non c’è un cambio di marcia».
La maggioranza
Per il presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin, il «tema cardine del Defr è la sostenibilità a medio lungo termine in tutte le sue possibili declinazioni».
Testolin cita alcuni temi che vanno dalla messa in sicurezza del territorio al turismo e alla destagionalizzazione, dal sostegno del mondo agricolo al completamento della nuova sede dell’Università della Valle d’Aosta, nell’ex caserma Testa Fochi, ad Aosta. Cruciali anche lo sviluppo della mobilità sostenibile, la tutela del paesaggio e il completamento dell’iter delle norme di attuazione.
Per il capogruppo di AV – VdA Unie Albert Chatrian: «Bene conoscere il termometro socio-economico prima di passare alla stesura del Defr. È sicuramente una Regione a macchia di leopardo, con esigenze diverse. Per noi questo è un buon documento ancorato alla realtà che dà risposte restando con i piedi saldamente a terra».
«Il Defr tiene in conto le prospettive per creare reddito, servizi, occupazione. È il punto di partenza di programmazione per il prossimo biennio. Mette insieme i bisogni del nostro territorio. Ha obiettivi importanti, trasversali e legati alla montagna» ha detto il capogruppo di Fp-Pd Paolo Crétier.
«Il documento ha affrontato in maniera corale i molteplici aspetti e le complessità del mondo del lavoro per come si presenta oggi, concentrandosi su formazione e misure per la conciliazione vita-lavoro; inclusione lavorativa; sicurezza nel mondo del lavoro; pari opportunità occupazionali e retributive» ha fatto rilevare Andrea Padovani (Fp-Pd).
(da.ch.)