Mattia Surroz dà voce alle occasioni mancate in “Riflesso perfetto”
In libreria dal 10 novembre e in questi giorni al Lucca Comics il nuovo lavoro di Mattia Surroz, fumettista di Brusson, per Sergio Bonelli Editore
Enea ha 90 anni, è ospite di una casa di riposo, ha il passo lento e incerto degli anziani, ma c’è stato un tempo in cui le sue gambe erano forti e allenate dalle lunghe escursioni sui sentieri della Valle d’Aosta, dove amava andare in vacanza.
Su quei sentieri aveva incontrato Giacomo, «un’occasione mancata».
Enea e Giacomo sono i protagonisti di Riflesso perfetto, la nuova graphic novel di Mattia Surroz, 128 pagine a colori, che uscirà nelle librerie per Sergio Bonelli Editore il 10 novembre.
Una storia che nasce da lontano, con i primi disegni del 2010, con un germoglio di idea che cresceva lentamente fino a quelle tre frasi sognate e scritte di getto sul telefono, una notte del 2017, e alla vicenda che piano piano si delineava, aveva urgenza di uscire, essere raccontata.
«Riflesso perfetto è nato, nei ritagli di tempo, è uscito tutto da solo e l’ho assecondato, solo dopo ho iniziato a preoccuparmi del fatto che in mano avevo un libro e di cosa potessi farci» spiega Surroz, originario di Brusson, fumettista, insegnante alla Scuola internazionale di Comics nella sede di Torino dove vive alternandosi con Barcellona, dove ha conosciuto e sposato il marito Daniel.
Mattia Surroz è tra le matite di punta di Topolino e autore a quattro mani con Paola Barbato, sempre per Bonelli, della graphic novel 10 Ottobre.
Riflesso Perfetto
Un libro rimasto parcheggiato per 3 anni nel computer fino a quando Michele Masiero, direttore editoriale di Bonelli lo ha letto e ha deciso: «lo facciamo noi».
Per la prima volta Surroz cura interamente da solo soggetto, sceneggiatura, disegni, copertina e colori di una storia, quella di Enea, 90 anni, ospite di una casa di riposo dove la vita scorre senza troppe emozioni fino a quando arriva un altro ospite un po’ inatteso, Giacomo, che Enea aveva conosciuto tantissimi anni prima.
«È stato difficilissimo ambientare la storia in un ospizio perché gli ospiti per gran parte del giorno non fanno nulla – spiega -. Ho parlato a lungo con un’amica che lavora come Oss per capire come potevo raccontare queste giornate, queste persone».
Ambientato in gran parte in Valle d’Aosta, Riflesso perfetto «non è un libro autobiografico in senso stretto perché non ho 90 anni, ma il protagonista ha comunque la mia voce – spiega l’autore -. Avevo iniziato a fantasticare se avessi 90 anni e riguardassi a come sarebbe stata la mia vita se non avessi fatto le scelte che ho fatto».
Un libro «con tanti ingredienti. È una storia amara, ma si ride anche».
«Si deve obbedire alle storie senza pensare troppo al pubblico, non c’è un pubblico di riferimento» spiega.
Una storia queer, come suggerisce lo sguardo dei due protagonisti in copertina, il loro modo di essere vicini, ma mai apertamente e davvero queer, come spiega Surroz.
«Lo dice anche Enea nel libro “ai nostri tempi questa cosa non aveva nemmeno un nome”. Non succede niente tra loro ma non è per colpa o mancanza di coraggio, semplicemente non avevano i mezzi per capirla e affrontarla, come dice Enea “mi vergognavo perché il mondo non mi aveva insegnato altro”».
«Siamo isole. I sentimenti sono ponti. Quando ci si innamora si va a vivere lì, nel mezzo. È lì che ci si costruisce una casa, un riparo. Ogni giorno bisogna fare un po’ di manutenzione, di fatica, perché non crolli sotto il nostro peso. Pare ne valga la pena».
Appuntamenti
Mattia Surroz è in questi giorni al Lucca Comics e presenterà ancora Riflesso perfetto domani, sabato 4 novembre alle 11.30 nell’incontro Uno sguardo al futuro, al Teatro del Giglio.
Dalle 14 alle 15 sarà allo stand per il firmacopie per terminare alle 19.30 con l’intervista con Manuele Enrico per Cultura Pop.
In programma i primi di dicembre una presentazione ad Aosta.
(erika david)