Lutto: alla soglia dei 100 anni, è morto Pietro Tassone, tra gli ultimi ex internati
La cerimonia funebre si terrà domani, sabato 28 ottobre, alle 15 alla chiesa parrocchiale di Antey-Saint-André
Lutto: alla soglia dei 100 anni è morto Pietro Tassone, tra gli ultimi ex internati.
La cerimonia funebre si terrà domani, sabato 28 ottobre, alle 15 alla chiesa parrocchiale di Antey-Saint-André.
Se n’è andato alla soglia dei 100 anni (che avrebbe compiuto lunedì 4 dicembre), un anno dopo la moglie Piera, Pietro Tassone, ‘Piero’ per tutti, storico commerciante di abbigliamento e articoli sportivi di Cervinia e tra gli ultimi ex internati.
Tassone era ricoverato da qualche giorno al Beauregard, dopo una caduta in casa.
Le sue condizioni si sono aggravate fino al decesso, giovedì mattina.
La cerimonia funebre di Pietro Tassone
La cerimonia funebre si terrà domani, sabato 28 ottobre alle 15 alla chiesa parrocchiale di Antey-Saint-André.
Lo scorso maggio, la sezione valdostana dell’Associazione nazionale Ex Internati aveva documentato la testimonianza di Tassone nell’ambito del progetto di diffusione del documentario ‘Tutti i nostri NO – l’eredità degli internati italiani’, realizzato da Anei nazionale in collaborazione con l’Ambasciata di Germania.
La testimonianza per l’Associazione nazionale ex internati
Era stata organizzata anche una serata pubblica alla Cittadella dei Giovani ed era stata l’occasione, per l’Anei valdostana della presidente Elena Landi di rendere visita a Tassone, nella sua casa di Antey-Saint-André, portando le storiche bandiere Anei, oggi custodite a Villa Brezzi, casa degli Alpini valdostani.
«Con linguaggio forbito, determinazione e memoria inossidabile, Tassone non si è limitato a rievocare i giorni dell’internamento, nel campo Stammlager VC e poi in quello di Rheinfelden-Baden, ma ha sentito il bisogno di ritornare all’infanzia e all’adolescenza, a quando cioè il fascismo al potere aveva fatto credere ai giovani che il Duce fosse una figura sacra» aveva commentato la presidente Anei Elena Landi.
Le parole di Pietro Tassone
«Mussolini che parlava alla folla dal balcone di Palazzo Venezia, Mussolini che, in divisa, passava in rassegna le truppe, le divise da balilla… era l’inizio della fine di un ventennio che aveva illuso soprattutto i giovani come me.
Per tutto il periodo della prigionia, abbandonai ogni speranza di tornare a casa, di riabbracciare la mia famiglia…
Il 21 aprile fu uno dei giorni più importanti della nostra vita… per tanti, lunghi mesi avevamo guardato dall’altra parte del fiume Reno, desiderando quel paradiso che era la Svizzera: ora quel sogno diventava realtà» ricordava Tassone.
L’intervista di Gazzetta Matin al prigioniero numero 5.162
Gazzetta Matin aveva ascoltato Pietro Tassone nel gennaio 2011, in una lunga intervista intitolata ‘Noi cani italiani, io prigioniero numero 5.162’.
Nel ’43, Tassone aveva 20 anni e fu costretto a partire militare giusto nei giorni di gennaio nei quali il fratello maggiore scomparve nel gelo russo, «risucchiato dalla ritirata senza scampo di un esercito impreparato» aveva commentato Tassone.
Dall’internamento a Offenburg, al confine della Foresta Nera fino al trasferimento dei ‘cani italiani’ a Rheinfelden-Baden, al lavoro nella fabbrica di alluminio.
E ancora il ricordo dell’unico pasto caldo, «una zuppa di carote e rape, preceduto dalla sveglia con una scodella di tiglio con 15 grammi di margarina e la razione quotidiana di pane nero, 900 grammi da dividere con due altri prigionieri».
Tutto, fino alla liberazione, su quel ponte sul Reno, il 21 aprile 1945, con quel numero 5162 appiccicato sulla pelle, «mi ci vollero mesi per levarmi di dosso quella sporcizia fisica e morale, quella fame, quell’umiliazione, quel senso di annientamento dell’anima».
Il cordoglio del presidente del Consigli Alberto Bertin
Il presidente Alberto Bertin esprime il cordoglio per la scomparsa di Piero Tassone: «un uomo che dopo aver vissuto la tragedia della deportazione, con coraggio e curiosità intellettuale, ha saputo vivere appieno la sua grande passione per la montagna e per lo sci.
Le nostre condoglianze alle figlie Laura e Tiziana e alla famiglia tutta».
Tassone lascia le figlie Laura (collega ed ex collaboratrice, alla quale va il nostro abbraccio) e Tiziana e l’adorato nipote Filippo.
(c.t.)