Lavoro e giovani, ministra Calderone: «problema della Valle è lo spopolamento, formiamoci fuori, ma torniamo per il progresso della comunità»
La Ministra del lavoro ospite al Castello di Sarre nell'evento "Giovani la Lavoro - Dialogo sul territorio"
«Il problema in Valle è lo spopolamento. Formiamoci dove vogliamo, ma torniamo per contribuire al progresso della nostra comunità». L’analisi della situazione valdostana della Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha fatto calare il sipario su “Giovani al Lavoro – Dialogo con il territorio”, l’iniziativa promossa sabato al Castello di Sarre dall’assessorato allo Sviluppo economico con la collaborazione dell’ordine dei consulenti del Lavoro.
Giovani e lavoro
Un dialogo a tutto tondo quello nel maniero di Sarre, dove si sono confrontati la Ministra Calderone, l’assessore regionale alla Formazione e Lavoro, Luigi Bertschy e Stéphanie Anselmet, giovanissima imprenditrice, erede della dinastia del vino di Villeneuve.
E proprio Stéphanie, 26 anni, economista, ma poi sedotta dal portare avanti l’attività di famiglia, ha aperto le danze con la sua esperienza da innamorata dell’agricoltura, che a un certo punto si è trovata di fronte a una scelta «fisiologica e naturale».
«Amo il mio territorio, non mi sono mai vista fuori dalla Valle e la decisione di stare in famiglia è venuta automatica – ha spiegato -. Lavoro, benessere e famiglia vanno viste come un cerchio: stai bene quando hai un buon lavoro e la famiglia accanto e per noi giovani è fondamentale crearci il futuro in qualcosa che amiamo. E per me, sapere che ciò che fai porta valore al territorio, è una grande soddisfazione».
Parlando di un’agricoltura che in Valle vede l’11% di imprese giovanili, Anselmet ha sostenuto il ruolo dei suoi coetanei.
«Si dice che i giovani sono il futuro, ma in realtà sono il presente: se non si lavora ora su di loro non si otterrà niente – ha concluso -. Andiamo verso un mondo green e in questo le nuove generazioni possono essere avanti».
L’assessore al Lavoro e Formazione
L’assessore al Lavoro e Formazione, Luigi Bertschy, ha ricordato la grande opera della Regione e del tavolo delle politiche del lavoro per creare un’occupazione di qualità in un contesto completamente cambiato da dopo il Covid e nel quale «non si vive per lavorare, ma si lavora per vivere».
«Con l’alleanza per il lavoro di qualità vogliamo rompere il modo di amministrare che vede tutti fermi sulle proprie posizioni – ha rivelato Bertschy -, ma vogliamo mettere il problema al centro».
Problema che può essere, appunto, anche il cambiamento culturale.
«Si può essere felici anche con soddisfazioni che non siano il completamento del percorso di studi, ma attraverso la famiglia, l’amicizia e le relazioni – ha continuato -. I giovani, oggi, insegnano che non si vive per lavorare».
Ma sui giovani bisogna puntare forte e subito.
«Servono risposte oggi, perché a 25-30 anni si è nel presente, non nel futuro e servono risposte concrete – ha rintuzzato l’assessore -. Abbiamo 500 ragazzi iscritti nei cluster formativi e dobbiamo dare risposte sposando la formazione con un territorio piccolo in cui servono strumenti diversi. Servono ragazzi che si facciano ingaggiare e imprese che vogliano farlo, perché oggi c’è più lavoro che lavoratori».
Insomma, serve la voglia di «costruire relazioni», perché chi lo sta facendo «porta a casa risultati» e «perché i giovani chiedono questo».
Il mantra è quello di non guardare solo i dati, che pure parlano di una disoccupazione al 4.5% (7% la media nazionale) e un’occupazione femminile prima alla pari di Bolzano.
«Il salario è importante, perché senza non si costruisce il futuro, ma bisogna stimolare il lavoratore – ha continuato Bertschy -. Abbiamo una forza lavoro di 60 mila persone, 16 mila ragazzi tra i 15-29 anni, di cui 8 mila studenti: dobbiamo dar loro la possibilità di crescere nel loro territorio, senza per questo togliere l’opportunità di vivere in un mondo globale. Bisogna essere orgoliosi del fatto che cerchino risposte altrove, ma bisogna costruire un modello economico che permetta loro di tornare in campi come sanità, industria e agricoltura. E questo si può fare solo migliorando l’azione di orientamento».
La Ministra Calderone
La Ministra del Lavoro e politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha evidenziato la storia di Stéphanie Anselmet, ricordando come «l’amore per il territorio e il desiderio di non disconnettersi dalle radici» siano elementi importanti, quasi come dare ai figli «la possibilità di scegliere, dando modelli, ma senza confrontarsi con obblighi».
Calderone ha ricordato come i giovani siano da «accompagnare per una fase della vita», evidenziando che loro sono «il presente; quando diciamo che sono il futuro stiamo rubando loro proprio il presente».
E per fare questo servono una formazione «sempre meno da catalogo», capendo che i «modelli di lavoro stanno cambiando» alla luce delle diverse transizioni, ma anche delle modalità lavorative, come lo smartworking, che deve passare da «strumento di welfare a grande opportunità».
Sottolineando come sia utile assecondare «l’analisi del territorio» fuori dai luoghi della politica romana, Marina Elvira Calderone ha notato come la «disoccupazione in Valle potrebbe non essere un problema – ha detto -, ma ogni contesto ha le sue specificità. E qui il problema è lo spopolamento, con giovani che partono e non tornano, non alimentando il territorio. La sfida è far comprendere ai ragazzi che rinunciare a guardare cosa c’è oltre non è una scelta di serie B: formiamoci dove vogliamo, ma poi contribuiamo al progresso della nostra comunità».
Ricordata l’importanza dell’accordo firmato venerdì in Tunisia per l’ingresso regolare dei lavoratori (un canale di immigrazione da 4 mila persone l’anno), il piano triennale di questi ingressi e la volontà di garantire posti extra quota a chi si forma già nel proprio paese di origine, la Ministra ha sottolineato anche come la scelta di togliere il reddito di cittadinanza sia stata dettata dalla necessità di «usare strumenti efficienti per soggetti che hanno caratteristiche differenti».
Posto l’accento sulla nascita di una piattaforma di inclusione sociale, che per la prima volta mappa i percorsi di formazione disponibili sul territorio, incrociandoli con le esigenze delle aziende, Calderone ha puntato i fari sulla necessità di «intervenire per colmare il divario formativo. Non esistono scuole di serie A o serie B, sono tutti percorsi sfidanti. Il mettere in collegamento formazione professionale e lavoro sta dando grandi risultati – ha continuato -. Dovremmo triplicare i posti nel sistema ITS, perché le aziende hanno già almeno 1.2 milioni di posti a disposizione».
Sottolineata la necessità di semplificare il mondo contrattuale e spingere verso la possibilità di delocalizzare in territori come il nostro, la Ministra Calderone ha elogiato la Valle.
«Ha un potenziale enorme: recuperare la dimensione del piccolo come posto in cui coltivare rapporti umani, valore e senso di comunità – ha concluso -. La formazione deve essere un elemento fondamentale per trattenere i talenti e far comprendere loro la necessità di valorizzare il tessuto economico».
Gli interventi
L’apertura dell’evento era stata affidata al padrone di casa, il sindaco di Sarre, Massimo Pepellin, che ha evidenziato come giovani e lavoro significhi «futuro, famiglia e benessere – ha detto -. I giovani sono la parte più in difficoltà. A Sarre, ad esempio, abbiamo tanti ragazzi che hanno trovato lavoro all’estero, dove possono immaginare di costruirsi un futuro. Qui si fatica a trovare lavoro e prospettive di una vita migliore. Purtroppo è un capitale umano su cui non poniamo sufficiente attenzione e ci lasciamo sfuggire la vera ricchezza del paese».
Daniela Broccolato, presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro della Valle d’Aosta, ha contribuito a organizzare l’evento.
«I giovani devono fare il lavoro che amano – ha esclamato – e sarebbe auspicabile che li accompagnassimo senza imporre stereotipi. Noi avviciniamo i giovani per fare capire come la sicurezza sul lavoro sia un valore per loro e per l’azienda».
Il presidente della Regione, Renzo Testolin, dopo aver presentato una sorta di cahier de doléances nell’incontro privato della Giunta con la Ministra, ha ricordato lo spauracchio del «decremento demografico, che fa sì che le opportunità di crescita siano sempre più limitate – ha analizzato -. Con il Governo vorremmo instaurare un confronto che apra nuove prerogative per mantenere i giovani sul territorio. Siamo aperti ad agevolare l’arrivo da fuori di risorse per turismo, accoglienza e ricerca scientifica; possiamo essere un punto di attrattività da sviluppare e far crescere».
Il presidente, poi, ha commentato anche l’incontro a margine.
«Il confronto è stato un momento proficuo e interessante che ci ha permesso di esplicitare alcune questioni che sono già state affrontate negli ultimi mesi e nelle ultime settimane relative a norme di attuazione attualmente all’esame della Commissione paritetica e che fanno parte di un percorso di riconoscimento delle possibilità previdenziali per il comparto dei vigili del fuoco e per il Corpo forestale – ha dichiarato Testolin -. Inoltre, abbiamo rappresentato la necessità di individuare soluzioni normative che risolvano le criticità riguardanti le Fondazioni valdostane, interessate dalla nuova legge sulle Onlus, che rischiano di chiudere. In ultimo, abbiamo esaminato il problema della carenza di personale in alcuni istituti nazionali presenti sul territorio regionale, quali l’Inps e l’Inail, sollecitando la possibilità di assunzione tramite concorsi in loco anziché nazionali, così come previsto dalla norme di attuazione del nostro Statuto speciale».
(alessandro bianchet)