Il trail Arrancabirra 2023 si tuffa tra la barriera corallina
Si è conclusa, con la gara più pazza della regione, la stagione dei trail. Tanti i runner che hanno risposto alla chiamata dal mare, tema di quest'anno: in gara pesciolini, granchi aragoste e meduse. I costumi più bizzarri del trail goliardico di Courmayeur nel video!
«In fondo al mar…mi sbronzo al bar». Paolo Rubaldo, veterano di tutti i TOR, arriva al rifugio Ermitage di Courmayeur cantando. Sedici dei diciotto chilometri previsti dal Trail semiserio Arrancabirra sono già stati percorsi, e si avverte già aria di traguardo (oltre che di sbronza).
I partecipanti
1100 i partecipanti alla 16esima edizione del Trail più goliardico della zona. Quasi tutti hanno aderito alla chiamata della “barriera corallina” e si sono trasformati in sardine, meduse, granchi, squali, aragoste.Alle 12 all’Ermitage, sabato 7 ottobre, passano i runner più seri, quelli che si sentono competitivi anche nel trail più sgangherato della Valle.
I vincitori
Con una rispettabile quantità di birra arrivano sul podio Lucas Pollet-Villard in 2h10’46”, Basile Goy secondo in 2h11’52” e Romain Pernet-Mugnier terzo in 2h18’21”, che fa doppietta vincendo anche per la categoria CCC (concorrente con cane…o viceversa). Francese anche il podio femminile, con Alicia Gaillard Liaudon che completa l’anello in 2h41’05”, seguita da Zoé Gallay in 3h01’20” e Naomi Morand in 3h04’53”.Ambre Morand e Matteo Luca Fava vincono invece il trofeo Hurzeler-Grivel, fischiati da tutti. Una vittoria di poco onore la loro: neanche un sorso di birra, e nessun plauso dal pubblico.
I migliori costumi: i pesciolini d’oro neozelandesi
Il premio per i migliori abiti, invece, va ai pesciolini d’oro neozelandesi Sophie Grant e George Woods. «Un viaggio comodo – commentano gli altri runner -. E che ci vuole ad arrivare a Courmayeur dalla Nuova Zelanda!». «È una gara che, non solo conclude la stagione dei trail valdostani – racconta Benedetto Danieli, volontonno, cioè volontario dell’arrancabirra – ma è gioiosa e mette tutti d’allegria». Il compito di Benedetto è tracciare una X sulle 6 birre disegnate sul pettorale degli atleti e poi porgere loro la bionda schiumosa, che solitamente tracannano come se fosse acqua.
Grondanti di sudore, sotto i pesanti costumi da sardine, divinità del mare, surfer con annessa tavola, la stanchezza non si sente, ma il caldo si. Al parco Bollino, infatti, in attesa dell’arrivo di tutti i bizzarri runner, chi può si sveste per godersi gli ultimi raggi di un sole fuori stagione. «Ogni anno dico che è l’edizione migliore di Arrancabirra, e sono costretta a replicarmi anche quest’anno», commenta Laura Giudicianni, da Ginevra, da dentro il suo colorato vestito squamoso. «Mi chiamo Pesce – scherza – e vengo dalla barriera corallina».