Zone franche urbane e di montagna: la proposta di legge di Rassemblement valdôtain
Tra gli obiettivi: l'esenzione dalle imposte sui redditi, sulle attività produttive, dalle imposte municipali e l'esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente
RV: proposta di legge per l’istituzione di zone franche urbane e di montagna.
La proposta
«Abbiamo voluto mutare le parole in uno strumento concreto e abbiamo scelto la strada di una proposta di legge al Parlamento, su iniziativa del Consiglio, e non di una norma d’attuazione di rango costituzionale. Il quadro normativo esiste, ma non è mai stato applicato» ha sottolineato il capogruppo di Rassemblement Valdôtain Stefano Aggravi nel presentare la proposta di legge che prevede l’istituzione di zone franche urbane e di montagna in Valle d’Aosta in via sperimentale. Il testo si compone di 8 articoli.
Tra gli obiettivi: l’esenzione dalle imposte sui redditi, sulle attività produttive, dalle imposte municipali e l’esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente per periodi di tempo definiti dalla legge. Le agevolazioni della proposta di legge possono essere fruite anche dalle piccole e microimprese che hanno avviato la propria attività in una zona franca antecedentemente al 1° gennaio 2025. Possono accedere alle agevolazioni coloro che intendono trasferire in Valle d’Aosta nelle zone franche. Le attività devono essere ubicate oltre i 650 metri sul livello del mare.
Criteri di individuazione
Ai fini dell’individuazione delle zone franche montane si considerano le aree particolarmente svantaggiate, relative ai territori di Comuni nei quali oltre il 50 percento della superficie totale è posto ad altitudine di almeno 650 metri sul livello del mare, con una popolazione residente inferiore a 5 mila abitanti, o porzioni di aree comunali densamente edificate, poste sempre al di sopra di 650 metri sul livello del mare, con popolazione residente sempre inferiore a 5 mila abitanti, e costituenti nuclei storicizzati dove sono presenti fenomeni di spopolamento calcolati in funzione dell’andamento demografico di tali aree con dati storici certi negli ultimi 50 anni.
Il disegno di legge è finanziato con 30 milioni di euro «valutando di stornarli dalla quota parte che la Regione trasferisce allo Stato» ha detto Aggravi.
«Questa proposta di legge al Parlamento italiano vuole per l’appunto proporre una via di attuazione di quelle modalità richiamate, in forma di legge dello Stato, dal secondo paragrafo dell’articolo 14 del nostro Statuto speciale. Una proposta concreta per favorire il dibattito in corso e l’avvio di utili interlocuzioni con lo Stato italiano sul tema. Ora ci deve essere la volontà politica di perseguire l’obiettivo» ha concluso il capogruppo di RV che ha annunciato che il testo sarà consegnato ai parlamentari valdostani e alla Commissione paritetica.
(da.ch.)