Fénis, tuffi nel torrente, ma c’è il divieto: 20 giovani nei guai
Nel Clavalité non è consentita la balneazione, i carabinieri denunciano diversi ragazzi
In estate, a Fénis, il bagno alle «pozze» del torrente Clavalité è un must. Ogni giovane fénisand un tuffo in quel luogo incontaminato lo ha fatto almeno una volta, soprattutto nelle giornate più calde, così come tanti altri valdostani. Peccato che la zona, da alcuni anni, sia sottoposta a un divieto di balneazione e, così, è scattata la denuncia per una ventina di ragazzi. Sono stati sorpresi ad agosto a fare il bagno proprio nelle pozze.
20 giovani nei guai per i tuffi nel torrente
Un divieto di cui alcuni forse ignoravano l’esistenza, mentre altri, pur conoscendolo, non lo hanno mai rispettato. Sta di fatto che i giovani che sono stati “pinzati” dai Carabinieri si sono ritrovati una denuncia per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Il reato, previsto dall’articolo 650 del codice penale, è punito con l’arresto fino a 3 mesi o con l’ammenda fino a 206 euro.
«Per un tuffo mia figlia si è presa una denuncia e potrebbe avere ripercussioni sul lavoro, dovendo partecipare a dei concorsi, e io sto spendendo soldi in avvocati – protesta il padre di una ragazza sorpresa a fare il bagno alle pozze -. Tanti ragazzi vanno lì, mi sembra tutto esagerato».
Mattia Nicoletta: «C’è un pericolo, il divieto non è mai stato rispettato»
A chiarire la situazione, che per certi versi può sembrare paradossale, è il sindaco di Fénis Mattia Nicoletta. «La zona è sottoposta a un divieto di balneazione da anni, che però non è mai stato rispettato – spiega il primo cittadino -. Lì sopra passano le tubazioni della centrale idroelettrica. L’infrastruttura aveva già avuto delle perdite, se non ce ne accorgevamo poteva venire giù il mondo e i ragazzi che si trovavano lì potevano essere travolti dalla piena, senza nemmeno avere il tempo di accorgersi di cosa sta succedendo».
Secondo Nicoletta, prima dell’intervento dei Carabinieri gli avvertimenti sono caduti nel vuoto. «Abbiamo in prima battuta mandato la Polizia Locale a fare le multe alle auto in sosta, ma non è bastato – ricostruisce il sindaco -. Abbiamo messo delle transenne e delle reti, un lavoro che ci è anche costato qualche soldo, ma alcuni hanno pensato bene di tagliarle e strapparle. Addirittura ho visto gente fare la grigliata. Ho dato molti preavvisi, anche di persona, ma sono stato anche mandato a stendere. A quel punto, abbiamo deciso di rivolgerci a Carabinieri e Forestale».
Mattia Nicoletta: «Non c’è stato verso di farsi capire»
Mattia Nicoletta aggiunge quindi altri particolari. «A me dispiace per questa situazione, perché il posto è bellissimo, ma è pericoloso – ammette -. Non c’è stato verso di farsi capire con le buone, bisogna che sia chiaro che lì c’è un pericolo importante».
E le criticità sono snocciolate nell’ordinanza 137 del 22 aprile 2022. «L’attività di balneazione è principalmente svolta nell’orrido, formato da cascate e pozze di pregio ambientale e naturalistiche, ma molto pericolose – si legge -, sia per il forte dislivello che per la scivolosità delle superficie rocciose, oltre che per la conformazione dei luoghi».
E ancora. «Lungo il tratto del torrente sono presenti diversi impianti e bacini idrici per la produzione di energia elettriche, che in particolari condizioni possono provocare piene improvvise».
(t.p.)