Saint-Pierre, addio a Chez Mario lo storico locale ha chiuso i battenti
Aperto a fine anni '70 da Mario Cognein nel borgo di Saint-Pierre, nel 1982 è stato rilevato da Ugo Pellissier, Claudio Giri e Giovanni Papallo
Occhi lucidi, strette di mano e tanti brindisi di saluto sabato 23 e domenica 24 settembre, per il lungo addio ai clienti del bar ristorante Chez Mario.
Domenica sera, a fine servizio, Ugo e Giovanni hanno chiuso definitivamente la serranda.
Con la scadenza del contratto, comprese le mille proroghe, e la chiusura definitiva del locale di rue de la Liberté dalla storica insegna gialla, finisce un’epoca, per i titolari, per tutti i loro clienti affezionati e di passaggio, ma soprattutto per la comunità di Saint-Pierre.
Generazioni di coscritti
«Da noi sono passati un po’ tutti, sono cresciute almeno due generazioni di ragazzi e ragazze che sono tornati con i figli, tutte le classi di coscritti dal 1983 al 2022 -quest’anno non siamo riusciti a prenderli per ragioni di spazio e mi dispiace molto- persone note, come Licia Colò o la brunetta dei Ricchi e Poveri o sportivi di successo, e veri e propri personaggi del paese» racconta Ugo Pellissier, incontrato gli ultimi giorni prima della chiusura, intento a produrre gli ultimi gelati.
Pellissier è la colonna del Chez Mario dall’ottobre 1982 quando con l’amico e socio Claudio Giri, scomparso nel 2020 per il Covid, ha rilevato l’attività aperta da Mario Cognein e gestita allora dalle sorelle Berthod.
«Dopo un anno, nel 1983, è arrivato anche Giovanni Papallo e abbiamo proseguito con la nostra società a tre fino a tre anni fa, quando Claudio purtroppo ci ha lasciati, cercando di andare sempre d’accordo, qualche volta di più, qualche altra volta un po’ meno» ricorda Pellissier.
«Devo ringraziare Mario e tutta la famiglia Cognein con i quali i rapporti sono sempre stati buoni e c’è sempre stata disponibilità».
I personaggi dello Chez Mario
L’insegna gialla Chez Mario del fondatore e proprietario dell’edificio ormai era conosciuta quindi i titolari hanno deciso di mantenerla fino alla fine.
Troppi gli aneddoti da ricordare, le storie da raccontare nate tra un gelato e un caffè.
Il locale era il punto di ritrovo delle associazioni del paese dagli alpini ai vigili del fuoco, dagli allevatori alla Pro loco ma al bancone o a uno dei tavoli era sempre trovare anche i personaggi del paese: «Bonfanti, Tonso, i Paillex, i vari Arnod… sono i clienti che hanno fatto la storia del locale» dice Ugo.
L’impatto sul paese
La chiusura del locale avrà un impatto anche a livello di presenze sul territorio dal momento che i flussi turistici sono aumentati con la riapertura dei castelli, come ha riscontrato lo stesso titolare, e che circa il 70% della clientela dello Chez Mario era di passaggio.
«Per il tessuto socio-economico del paese sarà una perdita, con i nostri prezzi abbordabili e una carta vasta ma curata accoglievamo gli operai, i dipendenti ma anche i turisti di passaggio, sarà un servizio in meno perché eravamo sempre a disposizione anche per i corrieri che spesso ci lasciavano pacchi un po’ per tutti» prosegue il titolare.
Le cose che non ho mai fatto
Adesso è arrivato il momento del riposo.
«Potrò finalmente fare i colli che non ho mai fatto, salire sui ghiacciai che ho sempre voluto vedere, alcuni dei quali nel frattempo sono già scomparsi, godermi il mare a cui spesso ho rinunciato» sospira Ugo.
Un saluto lungo un fine settimana per Ugo, Giovanni, Tina e Ivan, membri dell’ultima brigata, che hanno accolto, sabato 23 e domenica 24, i vecchi clienti offrendo una bevuta.
Nel frattempo sono andati a ruba piatti, bicchieri, pentole, attrezzatura da bar e cucina e arredi che i titolari hanno messo in vendita per liberare il locale.
In tanti si sono portati via un piccolo pezzo di Chez Mario.
«Siamo stati sommersi dalle chiamate – dice Pellissier, accarezzando il locale con lo sguardo -. Dispiace lasciare – sospira -, non potrò più fare qualche fantastico cocktail. È così. Si chiude un ciclo» conclude visibilmente commosso.
(erika david)