Campi del Montfleury, continua la telenovela: cambia il progetto e si allungano i tempi
Nel consiglio comunale di Aosta è tornato nuovamente a galla il futuro di quella che dovrebbe diventare la cittadella del calcio
Continua, e non si sa ancora per quanto, la telenovela riguardante la riqualificazione dell’area Montfleury, dove dovrà sorgere, prima o poi, la cosiddetta cittadella del calcio.
Il caso Montfleury
Il caso Montfleury, anticipato lunedì da Gazzetta Matin, è tornato d’attualità in consiglio comunale, grazie alla mozione presentata dal consigliere di Forza Italia, Paolo Laurencet, che ha manifestato le proprie rimostranze ottenendo come risultato una serie di incognite: su tempi, progetto e costi.
«Il problema dei campi da calcio si porta avanti da tempo – ricostruisce il consigliere forzista – e ora riguarda tre associazioni sportive che si sono spostate dalla zona, andando in altri comuni della Plaine, per avere spazi consoni. Ma ricordo che la cosa riguarda non solo chi gioca, ma anche chi assiste agli eventi, che deve farlo in modo decoroso e non solo se si ha uno sponsor alle spalle (leggi Ares Sport ndr.). Abbiamo visto il progetto su carta, sappiamo che volete spostare l’isola ecologica, ma servono chiarimenti sul futuro e magari la programmazione di un incontro con gli stakeholders».
Rincara la dose l’ex sindaco Bruno Giordano, che ricostruisce la genesi di un progetto che si trascina da oltre 27 anni e che nel 2011 aveva trovato i finanziamenti (1.5 milioni di euro) da Aosta Capitale dell’autonomia, poi nel 2017 aveva visto cambiare le fonti di approvvigionamento, confluendo nel Bando periferie.
«Ricordo che qui ci mettiamo tutti la faccia – tuona Bruno Giordano – quando si devono spiegare ritardi cronicizzati. Se poi la maggioranza ha deciso di vendere per quattro soldi, una barbonata, il campo da calcio a 5, rovinando l’integrità dell’area, è un’altra cosa che potrà portare problemi».
L’assessore
Fa il punto della situazione, anticipando l’allungamento dei tempi, l’assessore ai Lavori pubblici, Corrado Cometto.
«Il calcio deve avere una propria cittadella e riunire gli appassionati in una zona dedicata – illustra Cometto -. I progettisti sono stati incaricati 27 anni fa e in questa consiliatura in parte sono stati sostituiti».
L’iter è proseguito, ma l’Asl ha bocciato l’idea di creare una tribuna sul lato ovest dei futuri campi.
«Non è stata concessa la deroga – ricorda Cometto -. Ora serve una nuova soluzione, con tribuna a est e una serie di variazioni sensibili su tutto il progetto. Per evitare “l’abbagliamento” abbasseremo il campo da gioco di 2.5 metri e faremo gli spogliatoi al piano interrato. La soluzione sarà comunque da approfondire con Polma, e valutando gli interessi della futura discarica e le diverse esigenze».
E tempi e costi?
«Non siamo in grado di definire tempistiche, costi e altro – conclude l’assessore -. Quando avremo una soluzione consolidata coinvolgeremo anche le società sportive».
L’assessora allo Sport, Alina Sapinet, si toglie però un sassolino.
«Su uno dei quattro campi abbiamo avviato la co-progettazione e vorremmo ampliarla – esclama -. Mancano impianti? Ci sono tre società per quattro strutture, quando al coperto abbiamo dodici impianti per una sessantina di società: mi paiono numeri diversi».
Novità per il bando periferie
Viste le lungaggini dei progetti che riguardano il Bando periferie, la Giunta prova a dare una svolta.
«Il Bando periferie procede lentamente, il Rup non ha struttura adeguata – conclude Cometto -. Stiamo così trattando con Inva perché si possa mettere a disposizione il gruppo Pnrr per migliorare la messa a terra. Così ci auguriamo di velocizzare i processi».
(al.bi.)