Una task force per aiutare i giovani neet valdostani
Un efficace orientamento è la prima mossa per aiutare i giovanic he non studiano, non lavorano, non cercano occupazione e non sono impegnati in corsi di formazione
Educazione e formazione: una task force per aiutare i neet.
1,7 milioni di giovani tra 15 e 29, nel bel Paese, non studiano, non frequentano alcun corso di formazione e non cercano un’occupazione.
Il dato è spaventoso e pone l’Italia al secondo posto dietro la Romania.
Anche nella nostra regione il dato è allarmante.
Sarebbero 2.718 i ragazzi tra 15 e 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in corsi di formazione.
Il dato è riferito al 2022 ma è giudicato inattendibile secondo l’amministrazione regionale che ha commissionato un’indagine metodologica per quantificare con precisione il fenomeno.
E stata infatti incaricata la società WeGroup, specializzata in data analysis, che ha sviluppato un modello in grado di classificare i singoli ragazzi rientranti nella categoria dei giovani Neet e che entro qualche settimana restituirà dati certi sul fenomeno.
Dispersione scolastica
Non solo i neet.
Il tasso di dispersione scolastica, nella nostra regione è del 14%, due punti percentuali in più rispetto alla media italiana.
3 milioni dal PNRR
A questo proposito, quasi 3 milioni di euro di risorse sono state stanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza a 24 scuola della nostra regione, perchè si mettano in campo azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica.
Tra queste, la figura del tutor orientatore che si occuperà di accompagnare lo studente per scongiurare l’abbandono.
C’è anche una dispersione scolastica implicita che fa aumentare quel 14% e riguarda gli studenti che in base alle prove Invalsi non hanno raggiunto l’adeguato livello minimo di competenze richieste.
All’indomani della pandemia, pedagogisti e sociologi hanno puntato il dito contro il fallimento della più grande agenzia educativa, la scuola, incapace di cogliere l’opportunità del cambiamento che l’emergenza sanitaria ha suo malgrado offerto.
Didattica spenta, apprendimenti indeboliti, relazioni sparite, corsi di studio abbandonati.
Ma il dito è puntato anche contro la prima agenzia educativa, la famiglia, spesso distratta, assente, incapace nella frenesia del quotidiano di diventare punto di riferimento, magari proprio innanzi a un percorso scolastico deludente, all’indecisione o fragilità di un figlio-studente.
Una povertà educativa evidente che preoccupa le famiglie e che ha ricadute pesanti sul sistema scolastico e lavorativo.
La questione Neet
«Il tema non è un numero più alto o più basso di Neet quanto innanzitutto certificare l’attendibilità di quel dato per poter intervenire in modo efficace» argomenta l’assessore allo Sviluppo Economico Luigi Bertschy.
«Il lavoro aggiornato sui dati che sarà disponibile tra qualche settimana fornirà un dato dinamico, capace di essere costantemente aggiornato, mese per mese e diventerà uno strumento di intervento incisivo.
Orientamento da migliorare
L’obiettivo prioritario è migliorare l’orientamento, per far sì che gli studenti siano convinti del percorso scolastico.
Questa è una priorità assoluta, così come un secondo grande tema è intercettare chi è già in difficoltà e prima che sia troppo tardi e interrompa definitivamente il suo percorso di formazione».
Una efficace azione di orientamento non può prescindere dalle famiglie, dagli enti locali e dalla stretta sinergia con il territorio, secondo l’assessore Bertschy.
«Penso agli amministratori locali dei comuni valdostani come lo sono stato io, che conoscono i giovani, sanno chi è impegnato nello studio, chi è alla ricerca di un’occupazione.
Ecco, deve concretizzarsi un’autentica collaborazione con gli amministratori locali, come sentinelle attive in una rete organizzata di sostegno e di intervento.
(c.t.)