Tunnel Monte Bianco: Italia viva si schiera per il raddoppio
Il portavoce valdostano Giovanni Sandri punta il dito contro le carenze strutturali messe a nudo dalla chiusura del Frejus
Tunnel Monte Bianco: Italia viva si schiera per il raddoppio. Il portavoce valdostano Giovanni Sandri punta il dito contro le carenze strutturali messe a nudo dalla chiusura del Frejus.
«La chiusura al traffico pesante del Frejus ha trasferito gran parte del traffico al Monte Bianco – scrive Sandri -, mettendone in evidenza le carenze strutturali. Dopo il rogo del 1999, invece del raddoppio, si scelse l’adeguamento di sicurezza dell’unica galleria, sottovalutando l’obsolescenza del progetto, del 1946, e della struttura, aperta nel 1965, che ha visto passare decine di milioni di auto e autocarri molto più inquinanti di quelli attuali».
Chiusura temporanea
Della chiusura del Tunnel del Monte Bianco scrive: «porterà gravi ripercussioni sull’economia di tutto il Nord-Ovest d’Italia e un’importante decrescita del commercio e del turismo nella nostra regione. Impatto negativo economico e sociale che si ripeterà sino al 2040» e ricorda «le valutazioni del professor Bernard Janin (Le Vald’Aoste Tradition et Renouveau) che ha dimostrato la relazione tra il benessere della Valle e le sue possibilità di relazione con i paesi e le regioni confinanti, mentre la scarsa capacità di scambi si è sempre accompagnata a crisi economiche e sociali».
«Da troppo tempo la politica valdostana si è ridotta ad un’ottica locale – conclude Iv -, confondendo la difesa dell’autonomia con l’isolamento. E’ tempo di riprendere a tessere relazioni e collaborazioni per ridare slancio alla nostra comunità a partire dal raddoppio del Tunnel del Monte Bianco, ma non dimenticando il collegamento tra La Thuile e la Rosière, il completamento della variante di Etroubles e il miglioramento della rete ferroviaria».
(re.aostanews.it)