Regione VdA: Resistenza e Autonomia, passa la legge per la celebrazione degli 80 anni
Il dibattito tra punti di vista storici e politici - tra posizioni indipendentiste, nazionaliste, revisioniste, autonomiste, federaliste e anti totalitariste - ha occupato il Consiglio Valle per l'intera mattinata di oggi, giovedì 27 luglio
Resistenza e Autonomia: passa la legge per la celebrazione degli 80° anni. Il dibattito tra spunti di vista storici e politici – tra posizioni indipendentiste, nazionaliste, revisioniste, autonomiste, federaliste e anti totalitaristi – ha occupato il Consiglio Valle per l’intera mattinata di oggi, giovedì 27 luglio. Alla fine la legge è passata con 21 voti a favore e 11 astensioni (Lega).
Lucianaz, celebrare gli indipendentisti
«Sentire ancora le categorie fascisti e comunista mi disturba – ha esordito il consigliere leghista Diego Lucianaz – . Perché non festeggiare i valdostani che hanno lottato per l’indipendenza della Valle d’Aosta. Bisogna ricordare tutti i giovani valdostani che hanno dovuto riparare in Francia. Dopo 20 anni di dittatura hanno lottato per l’indipendenza. Ci sono altri valori da ricordare oltre alla liberà e la resistenza. Oggi glorifichiamo lo Statuto ma l’autonomia valdostano è un concetto ben più importante, nato prima della Costituzione. Il 30 aprile 1945 per fermare l’esercito francese ci fu un patto con i fascisti. Non è sempre bianco e nero, è stato un periodo difficile ma bisogna conoscere i fatti e la storia».
Perron, no ai totalitarismi
Per Simome Perron (Lega): «i fatti storici non vanno mai piegati alle proprie idee politiche. Ci sono margini di studio sul fascismo in Valle d’Aosta. Pur limitando la libertà il fascismo consentì alcuni aspetti di industrializzazione e modernanizzazione della Valle d’Aosta pur condannando tutti i totalitarismi. La storia non è iniziata nel 1943. Capisco che è un mito fondante per la Valle d’Aosta, ma sul tavolo bisogna mettere l’oggettività storica». Chiede la Lega di inserire il no ai totalitarismi.
Albert Chatrian, guardare avanti
Per Albert Chatrian (Av-VdA Unie): «Su questi temi è importante guardare avanti. Vogliamo trasmettere alle generazioni future il patrimonio culturale dell’antifascimo. Dobbiamo garantire la libertà e la democrazia, sapendo che dobbiamo confrontarci con le comunità dell’arco alpino. Raccontare la lotta al regime fascista è l’arma migliore contro ogni dittatura, una garanzia per il futuro della democrazia. Guardiamo al nostro Statuto, scaturito da questo periodo, come a una fiaccola, a un punto di riferimento del nostro particolarismo».
Erik Lavy la Resistenza in VdA fu diversa
Così Erik Lavy (Lega): «Chanoux non era autonomista ma federalista. Chabod fu autonomista. Chanoux non voleva partigiani da fuori Valle perché i valdostani dovevano pensare alla loro libertà. Chanoux era scettico sulla lotta armata. La Resistenza valdostana fu totalmente diversa. Vogliamo ricordare il plebiscito. Dell’Italia in quel periodo ai valdostani non fregava niente. L’union valdôtaine nacque contro i decreti luogotenenziali, che davano più libertà. Non mistifichiamo la storia. Come si costruisce il futuro se si abdica alle questioni storiche. La vostra narrazione è un falso storico».
Luciano Caveri il federalista
Luciano Caveri nel suo intervento ha detto: «In politica si è liberi di piegare la storia alle proprie idee ma l’80esimo anniversario dalla Liberazione dovremo celebrarlo senza fanfare ma guardando ai fatti con equilibrio. La condanna del fascismo deve essere netta. Il federalismo non si sposa con l’attuale nazionalismo. La ricostruzione storica di questo 80° non deve essere solo un momento di autocelebrazione ma un’occasione utile per riflettere sullo stato dell’Autonomia e sul futuro della Valle d’Aosta».
Paolo Crétier, onore alla Resistenza
«La storia non si cancella o si modifica a piacimento – ha precisato Paolo Cretier capogruppo di Fp-Pd -. Questo disegno di legge rende onore ai momenti storici dal 1943 al 1948 quando le formazioni partigiane si sono unite nella lotta contro l’oppressore straniero e italiano. Fare memoria non è solo ricordare ciò che è stato, ha un significato di conoscenza per fare nostre le storie del passato, comprendere le ragioni per poi cambiare il presente. Molti hanno letto e studiato i testi, io ho ascoltato dalla viva voce di molti, anche dopo 50-70 anni si leggeva ancora nei loro occhi la tragedia vissuta».
Augusto Rollandin, evitare il ripetersi degli errori
Per il capogruppo di Pour l’Autonomie, Augusto Rollandin, «è fondamentale sapere cosa è stato per immaginare il nostro futuro, perché è grazie all’impegno dei nostri avi che oggi possiamo parlare di questi eventi e goderci la nostra libertà. È importante che i giovani, nelle scuole di ogni grado, comprendano i fatti di questo periodo storico, per evitare che si ripetano e per difendere la libertà di tutti».
Stefano Aggravi, bando alla logica della ‘fanfara’
Il vice capogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi, ha auspicato che «la memoria di questi eventi non avvenga con una logica di “fanfare”, perché la fanfara manifesta gioia ma è anche un po’ confusionaria. L’Autonomia è un po’ come una turbina di una centrale idroelettrica, che se non è collegata a un sistema non può utilizzare la sua forza: forse nel tempo, questa forza è rimasta in potenza e non è sempre stata utilizzata appieno. La riforma del nostro Statuto va fatta, ma dobbiamo stare attenti a due elementi: non possiamo farla da soli – perché lo sviluppo delle nostre prerogative statutarie può avvenire solo nella leale collaborazione con lo Stato centrale – e dobbiamo gestire il rischio di una perdita di garanzie oggi date dal nostro Statuto di Autonomia.»
Erika Guichardaz, non accettiamo i revisionismi
Per la copogruppo di Pcp Erika Guichardaz vi è «la necessità di affrontare questo anniversario senza pregiudizi e indulgenze, superando le finte memorie della Liberazione e della Resistenza. Non vogliamo accreditare falsi miti, conosciamo le luci e le ombre di questo fenomeno, ma non accettiamo i revisionismi espliciti o sottintesi e le concezioni riduttive di un periodo storico di cui i valdostani devono essere orgogliosi. Bisogna vincere le sacche di non conoscenza che non aiutano a vivere il presente né a nutrire il futuro. Dobbiamo far capire ai giovani il coraggio e la bellezza delle scelte fatte in quel periodo storico da persone che decisero di lottare contro una dittatura, anche a costo della vita».
Luca Distort no alla storia museificata
Il Consigliere Luca Distort (Lega VdA) ha rilevato che «una legge può avere più obiettivi: amministrativo, operativo o di coscienza civile. Ed è il caso di questo testo, la cui finalità è quella di risvegliare una coscienza civile e di accompagnarla con il concetto di universalità, che è il campo della verità. È quindi essenziale che questa legge abbia i caratteri della verità, capace di comprendere lo sviluppo della coscienza civile per avere gli anticorpi per combattere il totalitarismo in senso universale, altrimenti svolgiamo un’evocazione che museifica la storia, perdendo la sua capacità di essere “maestra di vita”.
Noi dobbiamo invece tendere alla comprensione del fatto che il grande pericolo che sta dietro a una lezione di storia è il totalitarismo, in ogni sua forma e in ogni sua evoluzione: il totalitarismo è un costante e sgradito ospite della storia. O c’è questa chiarezza o persone che hanno perso la vita nel dramma della guerra civile saranno morte invano».
Carlo Marzi, no alle strumentalizzazioni ideologiche
«Il dibattito su un disegno di legge come questo permette di distinguere due concetti – ha sottolineato il capogruppo di Stella Alpina Carlo Marzi -: la differenza tra dare il giusto rilievo da attribuire alla memoria e alla storia rispetto all’apologia e alla strumentalizzazione ideologica. La storia dell’Autonomia della Valle d’Aosta nasce prima del periodo storico rilevato dalle celebrazioni dei rilevanti fatti storici che compiono 80 anni dal 1943 al 1948. Ma è fondamentale per l’Autonomia valdostana, che si fonda su un’identità, una lingua, una cultura e una storia propria, dare centralità alla memoria degli avvenimenti storici del periodo di cui celebreremo l’80° anniversario».
Renzo Testolin, trasmettere una visione completa
«Questa legge – ha osservato il Presidente della Regione, Renzo Testolin – vuole condividere spunti riprendendo le vicende della Resistenza e dell’Autonomia per guardare al futuro. È una legge che ha voluto riprendere la legge del 70°, ma conserva tutta la sua attualità, perché dà la possibilità di trasmettere alle giovani generazioni una visione completa di questo momento storico e del cammino che ci ha portato al presente giorno.
La storia non dovrebbe essere rivisitata, ma dovrebbe esserci la possibilità di confrontarsi con visioni diverse. Il Comitato, che sarà composto da diverse sensibilità, avrà il compito di tracciare una rotta dedicata a rilanciare un dibattito su questi temi: auspico ci sia l’impegno di tutti a lavorare sulla strada tracciata da questo testo di legge».
Alberto Bertin un bel dibattito
Per il presidente del Consiglio Alberto Bertin «è positivo l’ampio dibattito che ha dato l’occasione per avviare anche una riflessione sull’Autonomia valdostana. Con questa legge vogliamo dare gli strumenti di conoscenza della nostra storia».
Andrea Manfrin, ampliare il raggio della memoria
In capogruppo della Lega Andrea Manfrin, annunciando l’astensione dei leghisti, ha detto: «Abbiamo provato a modificare questo testo affinché si creasse una cultura della memoria condivisa, che comprendesse anche l’analisi e l’approfondimento di tutti i regimi totalitari. Così non è stato, ma continueremo con la nostra azione per ampliare il raggio della memoria e della conoscenza a contrasto di tutti i regimi, compreso quello comunista».
Claudio Restano, voto a favore
Il consigliere Claudio Restano (Gm), ha ricordato «di avere votato favorevolmente la stessa legge già approvata nel 2013 e coerentemente con quanto fatto allora, annuncio il mio voto a favore. Sono dispiaciuto nel verificare che nonostante l’importanza della materia trattata, l’Aula non sia riuscita a trovare una posizione di convergenza».
La legge
Il testo si compone di cinque articoli finalizzati alla promozione e al sostegno, nel periodo 2023-2028, di progetti e iniziative per commemorare e trasmettere la memoria degli eventi e dei protagonisti della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia valdostana, per valorizzare il patrimonio storico, patrimonio politico, sociale e culturale della Resistenza e dell’antifascismo in Valle d’Aosta, per approfondire la riflessione sull’evoluzione delle disposizioni che disciplinano l’Autonomia valdostana dal dopoguerra ai giorni nostri, viste le attuali prospettive di regionalismo e federalismo in Italia e in Europa.
Emendamenti
Sono stati respinti i due emendamenti della Lega che impegnavano ad approfondire la riflessione sulle caratteristiche e sugli elementi costitutivi dei regimi totalitari, dagli anni Venti del Novecento alle forme attuali.
Ordini del giorno
Respinti i due ordini del giorno presentati l’uno dal gruppo Pcp, l’altro dalla Lega Vallée d’Aoste.
Il primo, del gruppo Lega VdA, impegnava a «promuovere un momento di approfondimento sui fatti storici legati alla Missione Monte Bianco, sotto la direzione della Fondazione Chanoux che custodisce il fondo Voisin composto da 153 documenti riguardanti l’attività di questa Missione, presieduta da Henri Voisin. Il testo è stato ritirato a seguito dell’impegno del presidente Testolin ad affrontare la questione nell’ambito delle iniziative da organizzare.
Il secondo, del gruppo Pcp, solelcitava il Presidente della Regione ad intervenire presso il Consorzio degli enti locali per sensibilizzare i Comuni che non hanno ancora preso provvedimenti per revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Il testo non è stato discusso perché il Consiglio ha approvato (con i 2 voti contrari del Pcp) la questione pregiudiziale posta dal gruppo Lega VdA che considerava l’iniziativa come un’invasione di competenze comunali.
(re.aostanews.it)