Riforma elettorale: doppio premio di maggioranza e ritorno alle 3 preferenze
Sono i due punti salienti della proposta di riforma elettorale, depositata in Consiglio Valle da Union valdôtaine, Alliance valdôtaine e VdA Unie
Riforma elettorale: doppio premio di maggioranza e ritorno alle 3 preferenze. Sono i due punti salienti della proposta di riforma elettorale, depositata in Consiglio Valle da Union valdôtaine, Alliance valdôtaine e VdA Unie.
No all’elezione diretta
I tre movimenti ribadiscono il no all’elezione diretta del presidente della Giunta ma la proposta di riforma introduce l’obbligo di indicare nel programma elettorale, a pena di esclusione, i criteri che la lista o il gruppo di liste considera rilevanti al fine della scelta del Presidente della Regione dopo lo svolgimento delle elezioni.
«L’investitura indiretta del Presidente, infatti, appare tuttora la formula più adeguata al sistema politico della nostra Regione e si ritiene pertanto preferibile agire per favorire la formazione di una maggioranza stabile in Consiglio regionale attraverso le regole elettorali, nella convinzione che tale sia il presupposto per rafforzare la governabilità della Regione» spiegano i tre movimenti.
Allo stesso tempo, la proposta mira a rinsaldare il vincolo tra liste appartenenti alla medesima coalizione e tra coalizione ed elettorato.
Doppio premio di maggioranza
Sempre per garantire stabilità agli esecutivi regionali e favorire le coalizioni di liste, la proposta introduce un “doppio” premio di maggioranza. Se la lista o il gruppo con la maggiore cifra elettorale ha conseguito almeno il 40% della somma dei voti validi espressi e non ha ottenuto 20 seggi, alla suddetta lista o al suddetto gruppo sono attribuiti 20 seggi; se la lista o il gruppo con la maggiore cifra elettorale ha conseguito almeno il 45% della somma dei voti validi espressi e non ha raggiunto 22 seggi, alla suddetta lista o a suddetto gruppo sono attribuiti 22 seggi.
Il “secondo” premio, ancorato al raggiungimento del 45% dei voti validi, consente di ottenere, invece, 22 seggi.
Parità di genere
La proposta, poi, fissa al 45 per cento la percentuale minima di rappresentanza di ciascun genere nelle singole liste di candidati all’elezione del Consiglio regionale. Nessuna indicazione per la presenza di donne in Giunta.
Infine è prevista la reintroduzione delle tre preferenze, con vincolo al rispetto della parità di genere nel caso in cui venga espressa più di una preferenza.