La vendemmia turistica è realtà: siglato il protocollo tra Città del Vino e Ispettorato del Lavoro
La regolamentazione della vendemmia turistica può diventare una grande opportunità per le cantine e per i territori coinvolti
Prestare la propria manodopera alle aziende vitivinicole per partecipare e conoscere da vicino la filiera del vino è uno degli aspetti che possono rendere la vendemmia turistica un ottimo volano per il mondo agricolo.
Adesso, grazie al protocollo d’intesa siglato tra l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e l’Associazione nazionale Città del Vino, «cantine e turisti potranno vivere un’esperienza in tutta sicurezza» come sottolinea il presidente Angelo Radica.
L’accordo è stato sottoscritto a Roma mercoledì 12 luglio dal direttore generale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, Paolo Pennisi, e dal presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino, Angelo Radica.
I contenuti dell’accordo
Nel protocollo d’intesa si stabilisce che la vendemmia turistica non può considerarsi un rapporto di lavoro, ma «si intende l’attività di raccolta dell’uva, non retribuita, di breve durata, episodica, circoscritta ad appositi spazi, avente carattere culturale e ricreativo, svolta da turisti e correlata preferibilmente al soggiorno in strutture ricettive del territorio e/o alla visita e degustazione delle cantine locali nell’ambito di un’offerta turistica di tipo integrato».
Si può dunque prestare la propria manodopera senza che sia riconosciuto alcun emolumento, né in denaro, né in natura.
Si potrà lavorare in vigna per poche ore «alternativamente nella fascia oraria antimeridiana o postmeridiana e non può ripetersi per più di 2 volte nella stessa azienda vitivinicola nell’arco della stessa settimana».
I commenti
Regolarizzare la vendemmia turistica ignifica dare un importante impulso all’enoturismo, che in Italia vale già un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro e 14 milioni di presenze, ed è un’opportunità ulteriore per tutti i territori enologici» sottolinea il presidente d Angelo Radica.
«Grazie a questo accordo le cantine avranno tutta la tranquillità di far svolgere in sicurezza per i turisti una esperienza turistica, senza incorrere in spiacevoli equivoci con le autorità preposte ai controlli sul lavoro».
«Anche per la Valle d’Aosta questo protocollo può diventare il volano di una serie di iniziative che rendono sicuramente interessante l’offerta enoturistica regionale L’auspicio è che, come accade in altre regioni, la vendemmia turistica costituisca una grande opportunità sia economica, per le cantine, che di promozione territoriale, per le amministrazioni comunali coinvolte» sottolinea Stefano Carletto, coordinatore regionale delle Città del Vino valdostane.
Per l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Carrel, «La regolamentazione della vendemmia turistica rappresenta un’iniziativa utile e significativa per dare un ulteriore impulso all’enoturismo anche nella nostra regione».
«Questa possibilità ben si inserisce, completandola ulteriormente, tutta una serie di attività ed iniziative collegate al concetto di multifunzionalità del settore agricolo» aggiunge Carrel.
«Auspichiamo che le nostre aziende aderiscano a questa nuova tipologia di approccio turistico, in linea con le numerose iniziative che, già attualmente, sono in essere. Siamo certi che la possibilità di vivere il nostro territorio a contatto diretto con il mondo agricolo contribuirà ad offrire ai turisti che frequentano la nostra regione, un’esperienza profonda e indimenticabile» conclude l’assessore.
(re.aostanews.it)