Sciopero dei treni: adesione all’80% anche in Valle d’Aosta
Nonostante la precettazione del Ministro dei Trasporti, grande adesione alla mobilitazione nazionale indetta da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal
Un’adesione intorno all’80% nonostante la precettazione da parte del Ministero dei Trasporti. Questi i risultati anche in Valle d’Aosta dello sciopero nazionale dei treni.
Lo sciopero
Insomma, appare riuscito lo sciopero nazionale dei treni, promosso da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal, coinvolgendo tutto il personale Trenitalia e di Italo-NTV.
Inizialmente indetto per 24 ore, lo sciopero è stato poi precettato dal Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, riducendolo così fino alle 15 di giovedì 13 luglio.
«Nonostante la precettazione, lo sciopero ha avuto un’adesione dall’80 al 90 per cento in tutta Italia – spiega la segretaria generale Filt Cgil Valle d’Aosta, Cristina Marchiaro -. È stato un atto vergognoso. Avevamo chiesto unitariamente di intervenire con urgenza in tutti i processi interessati dalla vertenza e aprire un percorso che conduca a delle soluzioni strutturali e condivise con il sindacato».
Le motivazioni dello sciopero
Lo sciopero nazionale era stato indetto per diverse motivazioni.
• Ripianare le attuali carenze rispetto ai reali fabbisogni aziendali;
• delineare un progetto di rilancio e valorizzazione del settore della manutenzione e delle sue attività, che passa da un confronto chiaro sul reticolo manutentivo e dalla garanzia di investimenti sulle postazioni e sugli ambienti di lavoro;
• restituire centralità alla rete di vendita e assistenza attraverso una riorganizzazione adeguata, garantendo formazione e supporto al processo di digitalizzazione ed un sistema di regole condivise a tutela della salute dei lavoratori e garantire trasparenza nella ridefinizione delle attività del personale;
• traguardare misure di mitigazione della gravosità e della saturazione dei turni del personale degli equipaggi, nell’ambito di un miglioramento della normativa di lavoro e un concreto intervento per garantire adeguatamente il diritto al pasto e l’effettiva fruibilità delle ferie;
• aprire un confronto sul personale degli uffici in materia di investimenti tecnologici su postazioni di lavoro, crescita professionale in base a parametri oggettivi legati a un percorso formativo/professionale definito e misurabile.
«Speriamo in un confronto serio»
Ora, insomma, deve aprirsi un tavolo di lavoro.
«Ci auguriamo che dopo questa ennesima azione di protesta – conclude Cristina Marchiaro – si apra un confronto serio sulle problematiche oggetto della vertenza».
(al.bi.)