Uno spettacolo in omaggio a Émilie Argentier, prima donna sull’Émilius
Nell'ambito di Émilius 3559, il primo vertical K3000 in programma sabato 15, la pièce si terrà domenica 16 al Cimitero di Sant'Orso
In pochi sanno da dove hanno origine i nomi delle montagne, ancora meno conoscono le radici del nome del Mont Émilius.
Nonostante sia sempre indicato come un monte e non una montagna, è una donna a dare il nome alla vetta che, insieme alla Becca di Nona, sovrasta Aosta e Charvensod.
Nel 1839 Émilie Argentier è la prima donna a scalare i 3.559 metri della vetta, ad appena 14 anni.
Chi nel corso degli anni ha partecipato a una delle visite guidate all’antico Cimitero di Sant’Orso lo sa, perché lì riposa Émilie Argentier.
Per far conoscere la sua storia l’associazione Amis du Cimitière du Bourg, in collaborazione con i Comuni di Aosta e Charvensod, organizzano lo spettacolo teatrale Émilie Argentier, entre histoire et fantaisie, già proposto in occasione delle Journées de la Francophonie.
Lo spettacolo si terrà proprio al Cimitero di Sant’Orso, ad Aosta, domenica 16 luglio, alle 18, nell’ambito di Émilius 3559, in primo vertical K3000 in programma sabato 15.
Émilie Argentier
Fu il canonico Georges Carrel, nel 1826 il primo a scalare la vetta, allora conosciuta come Le Pic de Dix Heures, in contrapposizione a Le Pic des Onze Heures, l’attuale Becca di Nona.
Nel 1839 il canonico Carrel torna sul Pic insieme alla giovane alpinista Émilie Argentier, di appena 14 anni, la prima donna a scalarlo, e in suo onore decise di ribattezzare il Pic, Mont Émilius.
L’evento, organizzato dai Comuni di Aosta e Charvensod nell’ambito del protocollo d’intesa siglato lo scorso anno, nasce «per ricordare la prima scalatrice donna a raggiungere la cima dell’Émilius e che, visti i tempi in cui non si poteva dare un nome femminile alla montagna, non ha potuto vedere riconosciuta pienamente la sua impresa» sottolinea l’assessora alle pari opportunità, politiche sociali e abitative del Comune di Aosta, Clotilde Forcellati.
«In un mondo, quello dell’alpinismo, in passato fortemente declinato al maschile, l’impresa di una giovanissima Émilie Argentier di quasi 200 anni fa getta nuova luce sulla storia di questa disciplina e su quella che è la “nostra” montagna» commenta l’assessora alle politiche sociali, istruzione e salute del Comune di Charvensod Francesca Lucianaz.
«Per questo ci fa molto piacere far conoscere la sua storia, ed in particolare farlo proprio il giorno dopo la prima edizione della nostra gara Emilius 3559» conclude.
(e.d.)