Flavescenza dorata: parte il lavoro di prevenzione promosso dall’assessorato e il Consorzio Vini
Focolai più recenti di flavescenza dorata individuati a Chambave e Verrayes, inviate una trentina di ingiunzioni di estirpo
È scattata da qualche anno a questa parte, in diverse regioni del Nord Italia, l’allerta nei confronti della flavescenza dorata, una malattia della vite causata da un particolare parassita delle piante chiamato scafoideo.
Il picco nella diffusione della malattia, probabilmente dovuto all’uscita dal mercato di alcuni insetticidi tra i più efficaci contro l’insetto portatore della fitopatia, non è passato inosservato nella nostra regione, sebbene al momento nei vigneti valdostani l’insetto vettore sia presente con una popolazione di medio-bassa entità.
Alla luce di questo inasprimento, infatti, l’assessorato dell’Agricoltura e Risorse naturali e il Consorzio Vini hanno scelto la strada della prevenzione, dando vita ad una collaborazione finalizzata a raggiungere, tramite mezzi diversi, il maggior numero di viticoltori possibile, senza dimenticare gli esponenti della categoria più avanti con l’età, per i quali i sistemi informativi online possono risultare più difficilmente accessibili.
Cos’è la flavescenza dorata
La flavescenza dorata è una malattia causata da fitoplasmi, microorganismi privi di parete cellulare che non possono sopravvivere a contatto con l’aria, ma restano confinati nelle piante ospiti o nel corpo del vettore specifico.
Nel caso della flavescenza, il vettore è un parassita chiamato scafoideo. La flavescenza dorata è così denominata in ragione della colorazione gialla-dorata che assumono le foglie e i tralci delle piante colpite.
Quali zone della regione sono interessate
In Valle d’Aosta, la flavescenza è comparsa più tardi rispetto ad altre regioni del Nord Italia: i primi casi risalgono al 2007, ma la malattia era stata completamente eradicata.
Successivamente si è ripresentata sul territorio valdostano nel 2012, anno a partire dal quale non è più stata debellata.
Attualmente i focolai in Valle d’Aosta sono una ventina: è infatti sufficiente che venga rilevata una sola pianta infetta per circoscrivere il focolaio nel raggio di un chilometro.
I focolai più recenti sono stati individuati a Chambave e Verrayes, comuni nei quali sono anche state inviate una trentina di ingiunzioni di estirpo.
Infatti, il modo più efficace per combattere la diffusione della flavescenza dorata consiste proprio nella rimozione tempestiva delle piante malate.
È importante inoltre estirpare i vigneti abbandonati presenti nelle zone focolaio, in quanto le viti inselvatichite possono ospitare l’insetto vettore favorendone la proliferazione.
Le mappe dei focolai e dei punti di rilevamento sono consultabili sul sito della regione, nella sezione dedicata all’Ufficio Servizi fitosanitari.
Quali precauzioni
Poiché lo scafoideo rappresenta l’unico mezzo di trasmissione della flavescenza dorata, il contrasto alla malattia passa unicamente attraverso la lotta puntuale al parassita che la causa.
A questo proposito, è stato emanato nel 2000 un decreto di lotta obbligatoria, voluto da diverse regioni del Nord Italia tra cui Piemonte, Veneto e Emilia Romagna, per agire contro la fitopatia a livello territoriale.
Attualmente, visto l’inasprimento della diffusione della flavescenza dorata nel Nord Italia, è stato costituito un gruppo di lavoro a livello nazionale che ha l’obiettivo di sostituire il decreto di lotta obbligatoria con una normativa aggiornata, che verrà ufficializzata non appena la precedente disciplina sarà stata abrogata.
In generale, nelle aree più colpite dalla malattia i viticoltori hanno l’obbligo di sorvegliare attentamente lo stato di salute delle loro piante, in modo da individuare la comparsa dei sintomi e provvedere alla rimozione tempestiva delle piante sintomatiche.
Infatti, anche se dopo l’individuazione del focolaio è previsto che vengano effettuati i trattamenti insetticidi raccomandati dall’Ufficio Servizi fitosanitari, l’azione in assoluto più utile per frenare il proliferare della flavescenza è l’estirpo della pianta sintomatica.
La collaborazione con il Consorzio Vini
«I nostri uffici sono a disposizione degli utenti – precisa l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Carrel – e diramano puntualmente indicazioni utili a contrastare il fenomeno attraverso comunicati pubblicati sul sito della Regione, nel canale tematico Agricoltura».
Tali indicazioni vengono anche veicolate attraverso sms inviati a tutti gli iscritti e attraverso avvisi esposti presso le bacheche degli uffici territoriali dell’assessorato e presso i rivenditori di fitofarmaci.
«Inoltre l’assessorato – prosegue Carrel – ha avviato una collaborazione con il Consorzio Vini in un’ottica di prevenzione e contrasto al fenomeno con la speranza di raggiungere il maggior numero di persone e riuscire così a contenere la diffusione di questo insetto».
«La collaborazione con l’assessorato è pura prassi» spiega il presidente del Consorzio Vini Vincent Grosjean.
«Noi desideriamo fare in modo che siano inclusi nella conoscenza della malattia tutti i viticoltori, compresi gli hobbisti e quelli più avanti con l’età, per i quali è più utile il passaparola rispetto al sistema di comunicazione informatico dell’Ufficio Servizi fitosanitari» aggiunge Grosjean.
Per dubbi o domande l’ufficio servizi fitosanitari è a disposizione ai numeri di telefono 0165/275405 oppure 0165/275382 oppure 340/0634624.
(sara maietti)