Commercio: il 6 luglio via ai saldi anche in Valle con le novità anti-sconti farlocchi
Previsione di spesa in contrasto per le svendite estive 2023: Federmoda parla di 213 euro a famiglia, Federconsumatori di 149 euro
Un giro di affari di 3.4 miliardi per una spesa media a famiglia di 213 euro (95 euro pro-capite), secondo Confcommercio. Queste le cifre che caratterizzano i saldi estivi 2023, che partiranno anche in Valle d’Aosta domani, giovedì 6 luglio, con la grande novità “anti sconti farlocchi” nel codice del consumo.
I dati sui saldi estivi 2023
Secondo l’Ufficio studi di Confcommercio, come detto, quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 213 euro – pari a 95 euro pro capite – per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro.
Rivede le stime al ribasso Federconsumatori.
L’ufficio studio dell’associazione, infatti, parla per i saldi di una spesa media di 149 euro a famiglia, con gli acquisti che reggono «solamente perché molti cittadini li avevano programmati, rinviando ogni spesa alla ricerca del risparmio».
Secondo Federconsumatori, infatti, l’appuntamento coglie le famiglie «in una situazione di forte difficoltà e crisi», in un contesto peraltro di rincari generalizzati che vedrà «ben pochi italiani concedersi qualche acquisto extra».
Ma chi ricorrerà alle svendite, secondo l’associazione, sono proprio coloro che «hanno rimandato gli acquisti necessari a tale data, rinunciando a comprare a prezzo pieno ciò di cui avevano bisogno».
I saldi in Valle d’Aosta
Ma come saranno i saldi in Valle d’Aosta?
A fare il punto ci pensa lo storico commerciante e presidente di Federmoda VdA, Franco Napoli, che parla della necessità di mettere una pezza su un maggio e un giugno altalenanti, facendo i conti con novità, in materia di codice del consumo, che paiono portare aspetti positivi per i consumatori, ma potrebbero anche essere forieri di problematiche e complicazioni.
Le novità
La novità principale riguarderà gli annunci di riduzione dei prezzi, per i quali i negozi fisici e i siti dovranno fare i conti con regole più stringenti in materia di trasparenza.
Nel dettaglio, la nuova norma dovrebbe mettere un freno alla pratica di alzare il prezzo di un prodotto prima di applicare la scontistica durante in saldi.
In particolare, la normativa prevede l’obbligo per i negozianti di indicare, oltre alla percentuale di sconto e al prezzo finale, anche il prezzo più basso (e non più il prezzo di listino) applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni precedenti.
Di conseguenza, anche quando gli sconti diventeranno via via più alti, il prezzo precedente da indicare sarà quello riferito ai trenta giorni antecedenti l’avvio dei saldi.
Chi non dovesse attenersi alla norma, rischia una sanzione pecuniaria da 516 a 3.098 euro.
La norma vale anche per le piattaforme di e-commerce.
Le altre pratiche punite
Un’altra pratica ingannevole verrà punita.
Sanzioni da 5000 euro a 10 milioni di euro sono previste, infatti, anche per le iniziative volte a far apparire, senza esserlo nella realtà, una merce venduta in Italia come identica a un’altra venduta in un altro stato UE.
Per quanto riguarda l’e-commerce, saranno puniti altri aspetti.
Per prima cosa, non potranno più essere fornite recensioni dei consumatori senza indicare se e in che modo le recensioni provengano da chi ha acquistato o utilizzato il prodotto.
Inoltre, i commercianti dovranno fornire indicazione di eventuali annunci a pagamento volti a ottenere classificazioni migliori sui motori di ricerca e dovranno fornire informazioni su chiare sulle modalità di classificazione dei prodotti e sui parametri che le determinano.
Inoltre, tutte le clausole vessatorie presenti nella contrattualistica online sono da ritenersi nulle.
Chi dovesse applicarle, rischia un’ammenda massima del 4% del fatturato annuo.
Federmoda VdA
Fa le carte ai saldi Franco Napoli.
«Arriviamo da un maggio e da un giugno altalenanti per tutti – evidenzia Napoli -. In centro, ad esempio, i tanti cantieri, la riduzione dei parcheggi e i cambi alla vabilità non ci stanno aiutando molto, anche se la speranza è che dopo una sofferenza iniziale si vedono i risultati; ci piacerebbe, però, essere ascoltati, visto che siamo le prime vittime delle problematiche».
Ma ci sono anche altri aspetti che incidono.
«Io sono sempre stato per l’inizio dei saldi al 1° luglio – afferma Franco Napoli -, anche perché il posticipo allunga solamente il periodo di mancati incassi e di attesa. Giugno, infatti, diventa un mese di “limbo”, in cui i siti iniziano a fare sconti e noi dobbiamo attrezzarci con altri escamotage, anche per dare giusti servizi ai clienti».
L’impatto delle modifiche
Ora, con le modifiche, le cose cambieranno, ma si dovrà vedere in che direzione.
«I cambi possono creare confusione, perché l’intento è combattere le promozioni selvagge, soprattutto sul web, e i comportamenti truffaldini, però il rischio è creare confusione – conclude Napoli -. Diventerà complicato fare promozione come di solito si fa a giugno, magari fornendo sconti per l’acquisto di più prodotti: che prezzo bisognerà segnare? Non so, sarà tutto da capire, ma mi auguro solo che i saldi funzionino. Abbiamo bisogno di avere tutti i comparti del commercio al massimo per far riprendere la Valle».
Il vademecum di Federmoda
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo ecco il vademecum e i consiglio di Confcommercio e Federmoda.
1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo).
In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato.
Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
Indicazione del prezzo: obbligo di indicare il prezzo normale di vendita (che, in base al D.lgs 26/2023, è il prezzo più basso applicato alle generalità dei consumatori nei trenta giorni precedenti l’avvio dei saldi), lo sconto e il prezzo finale.
(alessandro bianchet)