Rete civica lamenta: «Cva è pubblica ma senza controllo pubblico»
Per il movimento il Piano strategico-industriale della Compagnia valdostana delle acque 2023-2027 doveva passare al vaglio del Consiglio Valle
Rete civica lamenta: «Cva è pubblica ma senza controllo pubblico».
«Siamo al paradosso che Cva è una società totalmente pubblica, ma senza alcun controllo pubblico». Lo scrive Rete civica in una nota, commentando il Piano strategico-industriale della Compagnia valdostana delle acque 2023-2027.
Gli appunti
«Un piano che prefigura una grande crescita nei prossimi cinque anni, in particolare con un forte incremento della produzione da fotovoltaico ed eolico, elaborato però senza che il principale organo di autogoverno della comunità valdostana, il Consiglio regionale, possa dire una parola».
Secondo Rete civica il piano di Cva «ignora totalmente il ‘Piano energetico ambientale della Valle d’Aosta al 2030’, e il gruppo programma badando al profitto aziendale, e non a quello che è utile per la comunità».
Inoltre per Rete civica «è assente nei documenti di Cva anche un serio ragionamento sul rinnovo delle concessioni per le grandi derivazioni d’acque. Nonostante i risultati da record, con fatturato e ricavi raddoppiati rispetto agli anni precedenti ed un utile netto cresciuto del 23% rispetto al 2021 in realtà la produzione di energia elettrica da parte di Cva nel 2022 è diminuita dato che in due anni si è ridotta di un terzo. Il che significa che le famiglie e le imprese che hanno comprato energia da Cva, in Valle d’Aosta e fuori dalla Valle, hanno pagato di più».
Conclude il comunicato: «Noi riteniamo, però, che Cva non abbia fatto abbastanza per il contenimento dei prezzi ai clienti e che, come avevamo evidenziato in apposite iniziative alla fine dello scorso anno, lo sconto praticato alle utenze valdostane non sia adeguato».
(re.aostanews.it)