Sanità, Valle d’Aosta maglia nera: per Marzi «penalizzati dai criteri di valutazione dei dati»
Per la Cgil, «non riuscire a garantire i Livelli essenziali di assistenza, al di là delle legittime obiezioni sui dati, resta un segnale di forte negatività»
Sanità, Valle d’Aosta maglia nera: per Marzi «problemi nella raccolta dati». Lo ha sottolineato l’assessore ala Sanità Carlo Marzi, rispondendo a due question time sui Livelli essenziali di assistenza (Lea) proposti dalla Lega e dal Progetto civico progressista.
Il monitoraggio sui Lea, pubblicato lo scorso 31 maggio dal ministero della Salute sulla base del nuovo sistema di garanzia e relativo ai dati del 2021, relega la Valle d’Aosta al penultimo posto, davanti alla Calabria. Le due regioni sono le uniche a non raggiungere la sufficienza in tutte le macroaree analizzate (area prevenzione, area distrettuale, area ospedaliera).
La contestazione
Secondo Marzi, alcuni indicatori del nuovo sistema di garanzia «sono pensati per regioni di altre dimensioni e complessità di territorio, che penalizzano a priori la nostra regione e che determinano il risultato negativo».
E spiega, ad esempio, che per quanto riguarda il soccorso, il tempo ottimale di intervento previsto dal monitoraggio «è lo stesso sia per le regioni di pianura con grandi centri urbani che per la Valle d’Aosta, regione interamente montana, dove il 60% degli interventi avviene sopra i 2.000 metri di altezza». Stesso ragionamento per i parti con taglio cesareo e per le campagne di prevenzione.
Per l’assessore, è quindi «evidente che le caratteristiche e complessità del nostro territorio siano pressoché un unicum a livello nazionale e non tener conto di tali situazioni penalizzi la valutazione».
A ciò si aggiunge l’invio errato di alcuni dati, ad esempio quelli sulle vaccinazioni in età infantile.
La replica
«Siamo sicuri sia una questione di dati errati e non vi sia un problema reale? – dice in replica la capogruppo del Pcp Erika Guichardaz – Speriamo che gli indicatori vengano esplicitati in Commissione o nel prossimo Consiglio sul Piano salute».
Sulla stessa linea anche Andrea Manfrin, capogruppo della Lega: «Mi sembra davvero debole la giustificazione sull’invio di dati errati che poi si sarebbe cercato di sostituire precipitosamente . Non è la prima volta che sentiamo questa motivazione e non so se ci sia qualcuno che continuamente manda dati sbagliati al ministero».
La Cgil
Sul tema, la Cgil della Valle d’Aosta, con la Funzione pubblica Cgil e il Sindacato pensionati Cgil interviene in una nota, definendolo un “triste primato”.
Per la Cgil, «non riuscire a garantire i Livelli essenziali di assistenza, al di là delle legittime obiezioni sui dati non aderenti alla nostra realtà territoriale o degli errori nell’elaborazione o trasmissione degli stessi, resta un segnale di forte negatività». I dati del ministero della Salute dovrebbero essere «l’ennesimo segnale di allarme per la politica valdostana, che invece di alimentare sterili polemiche, adducendo giustificazioni e tesi tortuose, dovrebbe ripensare a quale direzione intraprendere per invertire una condizione paradossale».
Il sindacato conclude: «Non vogliamo rassegnarci a un Sistema sanitario pubblico in asfissia, che trova facili scappatoie, scaricando sui valdostani il costo delle inefficienze e precludendo il diritto alla salute, limitando la prevenzione e la cura. È per questo che rivendichiamo da tempo con le nostre proposte, sollecitazioni e mobilitazioni, un rapido cambio di passo, affinché la situazione possa migliorare e la sanità possa tornare concretamente pubblica e per tutti, come sancito dalla nostra Costituzione».
(re.aostanews.it)