Genitori separati, no alla stele in ricordo di Antonio Sonatore: per Testolin «non è affare della politica»
Il docente valdostano è morto a 49 anni il 9 aprile 1996 a causa delle lesioni procuratesi dopo essersi dato fuoco davanti al Tribunale di Aosta per protesta contro una sentenza che da tempo gli impediva di vedere la figlia
Genitori separati, no alla stele in ricordo di Antonio Sonatore: per Testolin «non è affare della politica». E’ stata respinta la mozione presentata dal capogruppo della Lega Andrea Manfrin che in in Consiglio Valle ha evocato la figura di Antonio Sonatore, docente valdostano, morto a 49 anni il 9 aprile 1996 a causa delle lesioni procuratesi dopo essersi dato fuoco davanti al Tribunale di Aosta per protesta contro una sentenza che da tempo gli impediva di vedere la figlia.
L’astensione
«La questione dei genitori separati è degna di attenzione nel suo complesso tuttavia ho qualche perplessità sul percorso che non trovo lineare. Ci sono altre strade» ha sottolineato il presidente della Giunta Renzo Testolin, motivando il voto di astensione della maggioranza. In sostanza non ritiene che sia un’aula di Consiglio a decidere della deposizione di una stele senza contare che «la figlia mi ha chiesto che la vicenda che ha coinvolto il padre stia fuori dalla politica» ha aggiunto Testolin.
Perora la causa del collega leghista Paolo Sammaritani: «comprendiamo lo stato d’animo di chi ha vissuto la vicenda ma la nostra iniziativa non vuole essere incentrata su una sola persona. Vogliamo rispettare il dolore delle persone coinvolte ma l’episodio è diventato simbolo a livello nazionale». Ricorda che «il 7 aprile è diventato il giorno della memoria, per non dimenticare i tanti genitori separati dai figli, che si sono tolti la vita» e conclude: «Lo scopo è accendere i riflettori su un problema che esiste. Questa stele sarebbe un segnale di forte attenzione verso un fenomeno che noi dobbiamo combattere».
Anche per la consigliera di Pcp Chiara Minelli «la questione è delicata e non può essere dibattuta in quest’aula. Far assurgere a simbolo una persona di cui non conosciamo il percorso non è corretto» e annuncia l’astensione del gruppo.
(da.ch.)