Energia: il futuro sostenibile passa per le comunità energetiche rinnovabili
Se ne è discusso nell’ultimo appuntamento della rassegna The First Thursday
Energia: il futuro sostenibile passa per le comunità energetiche rinnovabili. Se ne è discusso nell’ultimo appuntamento della rassegna The First Thursday dove si è parlato di “Energia e prospettive di un futuro possibile e sostenibile”. Le tematiche affrontate sono state molteplici, dall’inquinamento atmosferico alle risorse rinnovabili, dalle comunità energetiche allo spopolamento delle zone montuose, dalla necessità di ridurre la nostra dipendenza da fonti fossili alle iniziative per favorire la coesione sociale e la creazione di comunità.
Le comunità energetiche rinnovabili
A dare il la alle discussioni è stato il case history di Gagliano Aterno, in provincia de L’Aquila, comune capofila abruzzese e tra i primi in Italia a convertirsi e vedersi riconoscere quale Cer. Parte del progetto dell’Università della Valle d’Aosta denominato “Montagne in movimento”, il paese si trova accomunato a molte realtà valdostane dal proprio impegno nella lotta a quello spopolamento che negli ultimi anni lo ha portato a perdere l’89% dei suoi abitanti.
«Il concetto di comunità energetica rinnovabile non può prescindere dal rapporto tra gli esseri umani e la natura che li ospita, con la quale esso collabora, della quale essa conosce le leggi con la quale egli è in grado di vivere in perfetta simbiosi – ha commentato Giuseppe Barbiero, docente di biologia ed ecopsicologia nonché direttore del centro di ricerca Green Leaf di UniVdA -. Nel 2007, per la prima volta nella storia dell’umanità, la popolazione residente in ambito rurale viene superata da quella residente in ambito urbano, dove anche nella nostra Penisola abita attualmente circa il 70% dei cittadini».
Tale cambiamento di paradigma è, secondo lo studioso, all’origine della cosiddetta “solastalgia”, ovverosia il bisogno di recuperare il proprio contatto con l’ambiente attraverso la riscoperta fisica e psicologica del selvatico. Soprattutto tale nuova mentalità può rappresentare, dunque, una nuova spinta rivolta soprattutto alle nuove generazioni per contrastare quel fenomeno di abbandono dei piccoli paesi di montagna le cui conseguenze rischiano di ripercuotersi su elementi quali trasmissione della tradizione e conservazione del paesaggio.
«A oggi Gagliano Aterno prosegue nel suo intento di riattivazione di comunità, andando ad accrescere il numero dei propri abitanti sia grazie ai ricercatori ospitati temporaneamente dall’esterno sia grazie ai giovani che scelgono di stabilirsi definitivamente in loco – ha raccontato in collegamento a distanza Giulia Ferrante, attualmente coinvolta nel gruppo di ricerca e azione affiliato a UniVdA “Montagne in movimento” -. La costituzione della nostra Cer, che prosegue oramai da due anni, si è alimentata della creazione di un apposito sportello informativo per l’adesione ai bandi Pnrr oltre che di una serie di incontri e assemblee necessari a costruire un rapporto nuovo e diverso con l’energia».
Nate da direttive europee poi recepite anche dall’Italia, le comunità energetiche rinnovabili possono essere istituite tra privati cittadini, associazioni, pubbliche amministrazioni e imprese che, facendo capo a una cabina primaria condivisa, generano tra di loro una connessione virtuale basata sullo scambio di energia proveniente da fonti rinnovabili.
«Esse di fatto cambiano il ruolo del cittadino trasformandolo in un soggetto attivo di transizione
Eleonora Cerva
energetica e sviluppano nuovi comportamenti e nuove abitudini capaci di produrre valore ambientale e sociale per gli individui e le aree nelle quali essi operano – ha osservato Eleonora Cerva, ingegnere e open innovation di CVA spa -. Sono anni che studiamo tali realtà, suddividendo le aree locali, profilando potenziali utenti e massimizzando così l’autoconsumo apportato».
Nonostante alcune amministrazioni in special modo di montagna e alcuni enti del terzo settore si siano dimostrati interessati a costituire alcune Cer, mancano al momento secondo gli esperti del settore decreti attuativi che vadano a definire gli incentivi dei quali essi possono beneficiare oltre che strutture giuridiche adeguate alle necessità e alla natura dei vari proponenti.