Affitti brevi: la legge regionale giudicata «vecchia, vincolante e restrittiva»
Il testo torna in Commissione dopo le proteste della Community AirBnb, dell’Unione dei piccoli proprietari e di Confedilizia
Affitti brevi: la legge regionale giudicata «vecchia, vincolante e restrittiva».
Le legge sugli ‘affitti brevi’, mutuando una celebre frase del grande Gino Bartali, «l’è tutta sbagliata l’è tutta da rifare». Almeno la pensano così la Community AirBnb, l’Unione dei piccoli proprietari e Confedilizia. Dall’Adava e dal Cpel era arrivato il via libera. Il Consiglio Valle ha rimandato in Commissione i due testi di legge sulle locazioni brevi e sulla tassa di soggiorno.
Il dibattito
Si dice sollevato Claudio Pica, co-fondatore dell’Home Sharing Club Valle d’Aosta, che taccia il testo di vecchio, restrittivo e vincolante per tutti, Comuni compresi: «Accantonata nel 2019, è rispuntata alla fine dell’anno dal cilindro dell’allora assessore al turismo Jean-Pierre Guichardaz. Meno male che siamo stati auditi a metà maggio e le Commissioni consiliari hanno ritenuto valide le nostre osservazioni. Diamo la nostra disponibilità alle parti di riformulare il testo di legge. Qui si fa confusione tra locazioni brevi e motivi di turismo. Si mischiano capre e cavoli. Si dà ai Comuni il ruolo di sceriffi e la burocrazia abbonda».
Dice il presidente della II Commissione Antonino Malacrinò, solo toccato marginalmente dalle leggi: «Il problema c’è a livello nazionale e una regolamentazione va adottata. Non neghiamo, però, approfondimenti. Tutte le leggi sono perfettibili»
«Non possiamo ignorare il fenomeno in espansione» sottolinea il presidente degli albergatori Luigi Fosson che torna a ripetere: «la legge regionale che regolamenta gli affitti turistici brevi va approvata al più presto. La ministra Daniela Santanché vuole mettere ordine in questo settore. Credo che ci convenga fare una legge. Deve prevalere il buon senso. Non capisco l’arroccamento». Fosson tende la mano e invita: «a rivolgersi ad Adava che è disponibile a ospitare nella sua casa chiunque per garantire una transizione».
Delle numerose critiche parla anche Paolo Sammaritani (Lega): «Il testo non va certo nella direzione della sburocratizzazione. I vincoli sono stretti. Si vieta tutto tranne ciò che è. Ci sono norme eccessive che non stanno né in cielo né in terra. L’impianto normativo è da revisionare». Sulla tassa di soggiorno anche per le Community Sammaritani non è contrario in assoluto: «Il principio non è errato in assoluto. Chi soggiorna in hôtel la paga. E’ questione di scelta politica».
«Nella sostanza, come gruppo di Forza Italia, riteniamo che l’impostazione vada rivista – puntualizza Pierluigi Marquis (FI) – perché un tema così importante e complesso richiede attenzione nell’approccio e la dovuta conoscenza affinché con l’approvazione non si producano: un indebolimento del comparto turistico e ricadute negative socio-economiche. Andrebbe fatta una distinzione tra gli affitti occasionali e quelli svolti in forma organizzata e/o imprenditoriale».
Aggiunge: «Non è immaginabile approvare atti normativi quando già nella fase di concepimento si evidenziano palesi criticità sotto il profilo applicativo delle norme e fatto ancor più preoccupante è che gli stessi prevedono un pesante regime sanzionatorio. Inoltre, sempre, i soggetti auditi hanno evidenziato che la disciplina proposta non è assolutamente snella né lineare nei contenuti, quindi anche non conforme, secondo loro, alla Corte costituzionale». Vogliamo sperare che il rallentamento dell’iter sia frutto di una riflessione in atto internamente alla maggioranza».
Si dice disponibile a una ulteriore disamina il presidente della IV Commissione Roberto Rasaire: «C’è la volontà di arrivare in aula con un testo il più largamente condiviso da tutti gli attori sul territorio». Non nega Rosaire che ci potranno essere altre audizioni.
(danila chenal)